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Re: Virgola che accompagna la "e" congiunzione.

Ho appena scoperto le video lezioni sull'uso della punteggiatura del Prof. Giuseppe Patota e ho avuto un colpo di fulmine. Chiare, brevi ma efficaci, utilissime come apprendimento, ripasso o chiarificazione.
Inserisco qui il link a quella su "quando si usa o non si usa la virgola" perché è ben fatta e ribadisce che nulla vieta di anteporre una virgola alla congiunzione e.
Potrei mostrarla casa per casa a tutti quelli che negli anni mi hanno cazziato e ululato sul "o la virgola o la e, tutte e due non si può!", ma non sono vendicativa e non lo farò :lol:

Re: Virgola che accompagna la "e" congiunzione.

Ciao @Nightafter,
come mio solito m'intrufolo senza conoscenze né competenze (né vere risposte). Diciamo che mi sento toccata dal quesito perché di virgole prima della e tendo ad abusare. Provo a correggermi, ma quelle pause mi sembrano spesso troppo corte, senza la virgola a rafforzarle.
Detto questo, credo che sia assodato che quella della virgola prima della e sì o no sia una consuetudine, che varia secondo le epoche. In certi secoli era quasi automatica, in altri aborrita. All'epoca attuale mi pare che sia consentita, con la raccomandazione di non abusarne. Non è una regola ferrea, come il divieto di virgola tra soggetto e verbo, ad esempio.
Per dirlo con parole più sagge e meglio scritte delle mie, ti riporto le ultime righe di una pagina dell'Accademia della Crusca sull'argomento:

"Senz'altro ci sono casi più rigidi in cui la posizione della virgola risulta più vincolante dal punto di vista logico-sintattico (ad esempio, tra soggetto e verbo, tra verbo e complemento oggetto, tra un nome e un suo aggettivo, ecc.) ma, normalmente, l'uso della virgola resta una scelta stilistica personale, un modo per dare rilievo espressivo a singoli elementi di un testo, una maniera per conferire un particolare ritmo alla narrazione, ma, soprattutto, una scelta che determina significativamente lo stile comunicativo di un autore."
(La pagina intera, se ti va, la trovi qui: https://accademiadellacrusca.it/it/cons ... ione-e/148)

Nel caso specifico dei due libri da te citati, in particolare per la Barbery, perché ormai di testi francesi e di loro traduzioni ne ho frequentati parecchi, posso argomentare che le regole di punteggiatura (e non solo) sono diverse secondo la lingua. Il francese non ha le stesse esigenze, divieti e raccomandazioni dell'italiano. Se leggendo un autore francese tradotto in italiano t'imbatti in errori se non orrori di punteggiatura, è assai probabile che sia colpa del traduttore (e dell'editing) che ha voluto mantenere la punteggiatura originale invece di adattarla al testo italiano rispettandone le regole. IMHO, come direbbero i giovani che ormai non son più troppo giovani neanche loro.
Un saluto

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