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Re: [CDP1] Untitled

Adel J. Pellitteri ha scritto: lamento (...) rivolto all'umanità che ha interrotto il lungo dialogo tra la natura terrestre e il Dio dei cieli
@Adel J. Pellitteri  <3

Grazie per l'approvazione e le belle interpretazioni, cara Jole. Sono felicissima che il racconto ti sia piaciuto.

Re: [CDP1] Untitled

queffe ha scritto: ven apr 21, 2023 3:23 pmI frequenti bisticci (...) sono, di volta in volta, aritmie o accenti, pietre che rotolano e sfiorano e sembrano voler travolgere il lettore. E, in ogni caso, lo trasportano
Ti ringrazio, caro Luca, dell'attenta lettura e il prezioso commento. E grazie per l'accenno a Piumini, che mi onora davvero, pur essendo io lontanissima da quelle vette. Mi fa piacere che il brano abbia una qualche capacità di "trasportare", perché è stato un esperimento. 
Mi sento difatti, attualmente, incapace di scrivere nella modalità che conosco e ho sempre adottato. Non riesco a concretizzare una storia, non so più darle una forma compiuta. Non so se le riletture di Virginia Woolf e Cristina Campo abbiano enfatizzato questa mia sensazione (realtà, più che sensazione): mi ha sempre sbalordito (e incantato) la loro prosa così difficile e perfetta. Oggi, rileggerle, mi provoca una specie di blocco.
queffe ha scritto: ven apr 21, 2023 3:23 pmtrovo anche tanta musicalità nelle parole che hai scelto (molto attentamente, mi sento di dire).
Anche di questo ti ringrazio: ho davvero lavorato molto sulle parole, per restituire col lavoro di cesello quello che non davo con la storia.
queffe ha scritto: ven apr 21, 2023 3:23 pmla passione racchiusa nei lamenti, che si alternano alle invettive e alle vere e proprie grida di dolore, è talmente forte da trasmettere alla perfezione un preciso stato d’animo. Forse direi meglio dicendo "alterazione d'animo", che a me è arrivata in modo molto diretto, tra stomaco e cervelletto, con salto carpiato della sfera razionale.
Mi piace molto questo che scrivi. Forse si percepisce ciò perché sento sempre dentro qualcosa di doloroso che preme per uscire.
queffe ha scritto: ven apr 21, 2023 3:23 pmabbina quanto sotto alla sequenza dei tuoi paragrafi:

Non portatemi via / Qui tutto è perfetto, tutto è fatto per me / Dio mi assisteva / Io avevo un patto con Lui / E voi avete rovesciato il calice che Lui aveva fatto traboccare per me / Ma quei doni non erano gratuiti, né da me sottratti / Vivevo in armonia col mondo e da esso traevo frutti / Prendeteli pure, i mei resti mortali. Io sono altro. Io sono del Mondo. Sono di Dio.
Stupendi! Grazie.
queffe ha scritto: ven apr 21, 2023 3:23 pmil lamento della Natura, intesa come consapevolezza superiore, che è tutto e quindi è uomo e fiera, albero e spiga, pioggia e terra, seme e frutto.
Mi piace moltissimo anche la tua lettura metaforica.
Un abbraccio e grazie ancora, @queffe.

Re: [CDP1] Untitled

@@Monica@Kasimiro@Edu@Modea72  <3
Vi ringrazio moltissimo per le note che mi avete lasciato: sono felice che abbiate apprezzato questo mio piccolo esperimento. 

Re: [CDP1] Untitled

@bestseller2020  <3

Caro Raffaele, grazie! Mi piace moltissimo tutto quello che hai scritto. Sei sempre troppo buono con me. Cime tempestose ha avuto una parte importante nella mia vita, e mi ha colpito che tu lo abbia citato. Da ragazzina giravo sempre col romanzo dietro e mi sentivo Cathy. Mi piace la tua interpretazione, più della mia: per indirizzare il lettore avevo ricopiato uno stralcio della traccia. 
Grazie ancora, un saluto caro.

[CDP1] Untitled

Traccia n. 1: Passaggio da persona libera a reclusa o viceversa.
(La reclusione può essere la conseguenza (...) di un ricovero forzato in strutture sanitarie).


Braccia nude su di me, dure nude bianche braccia dure di peli. Abbrustolire i peli sul fuoco e mangiare le nude braccia bianche, divorarle arrostite, nude e bianche masticarle, nutrimento sodo, senza peli. Portate via da me le vostre braccia e non toccate i miei piedi.
Essi sono radici, le dita sono radici che si allungano, scure radici tra bruchi e foglie. Le mie dita radici entrano nella terra, succhiano nel buio la terra nera. I miei piedi sono radici, se li staccate non potrò che morire, morire senza nutrimento, senza la vita terra, terra sacra e nera, scura terra che sostiene le mie dita. E le dita sono attaccate al corpo! lasciate il mio corpo, se si stacca dalle dita muoio, muoio senza terra, le dita seccheranno, virgulti teneri senza cibo seccheranno.

Tutto era perfetto prima che arrivaste, le mie braccia verso il cielo, Dio nelle mie braccia, il cielo mi carezzava, Dio mi consolava e mi carezzava, il cielo era giallo e pieno di spighe, terra e cielo erano fertili, ugualmente fertili e buoni, e Dio toccava le spighe e i chicchi di grano scendevano dal cielo, pioggia gialla fertile e buona sulla mia faccia. E il chicco di grano sceso nella mia bocca è diventato spiga dentro di me e voi, maledetti, lo state facendo morire! portandomi via dalla mia terra, strappando le mie dita alla terra nera, la vita terra che mi sostiene e fa germogliare il grano, la spiga che viene dal cielo terra, sacra e pulita.

Vi era ordine qui prima che arrivaste, la farina era nei sacchi, bianca farina nei sacchi di iuta, ora essa copre le cose, tutte le cose sono bianche di farina uscita dai sacchi. La farina prima era ordinata nei sacchi, pronta per fare il pane, e ogni volta la benedicevo, bianca farina sacra, figlia del grano, sorella delle mie dita, bianca. Vi era ordine e voi avete fatto scappare Dio, accoccolato tra le mie braccia, piccolo Dio che mi amava tanto, voi lo avete fatto scappare. Andate a cercarlo, serpi maledette! e riportatelo qui tra le mie braccia. Slegatemi le braccia, serpi.

Facevo un gioco con Dio: io elencavo parole verdi, lui elencava parole blu, e le parole verdi soffiavano in alto le parole blu e poi le parole blu giravano intorno alle parole verdi. Voi avete interrotto il mio gioco con Dio, e ora l'universo è privo di ordine, la farina non è più nei sacchi e le mia dita sono strappate alla terra. Le parole blu sono mescolate a quelle verdi e bisticciano tra loro, la farina ricopre le api e il miele cola a terra.

Dolce, dolcissimo miele perduto! Miele dolcissimo, significato prezioso perduto, angeli del cielo bagnati di miele dolcissimo, dolce miele prezioso ora mescolato al fango, significato perduto. Voi pagherete per questo miele perduto. Ogni albero della terra vi perseguiterà per questo miele perduto. Ogni cespuglio della terra vi chiederà conto di questo dolce dolcissimo miele perduto, prezioso. Ogni albero della terra bisbiglia parole amare su di voi, ogni foglia chiede vendetta del miele dolce perduto, significato prezioso.

Non toccate la mia testa.
Voi non lo sapete, ma io ricordo i miei denti che masticavano le fiere delle foreste, le nere foreste piene di fiere. I miei occhi negli occhi delle fiere, le mie mani sulle loro teste, i miei denti dentro i loro musi. Nei miei occhi e nei loro occhi vi era amore, per questo le mangiavo, le nere fiere delle foreste nere. Le masticavo e pregavo gli angeli del cielo, i dolci angeli di miele, di far correre ancora le nere fiere nei cieli alti lassù, vicino a Dio. Nelle scure foreste cacciavo le fiere nere e le mangiavo, mentre gli angeli del cielo lodavano Dio e io masticavo le nere fiere delle foreste scure.
Anche a me piace essere vivo, non solo alle fiere nere. Essere vivo nelle foreste, nelle acque e nei deserti, nei deserti e nelle acque pure, nelle foreste e nei deserti essere vivo, e ogni cosa toccare e amare, e l'acqua mangiare e la sabbia bere e gli alberi osservare e amare. Ogni cosa amare e mangiare, ogni cosa osservare e lodare, bere, osservare e amare, nessuna cosa possedere.

Cosa farete delle mie ossa?
Il mio corpo è un frutto al sole, una mela dorata nel sole, una mela sul ramo. La mela sta nel mezzo del mondo, tra il cielo e la terra, non appartiene a voi, serpi del fango. Il mio corpo è un frutto dorato che vive tra il cielo e la terra, non appartiene a voi. Il mio corpo è un rubino della terra, un frutto illuminato dal sole, un rubino con dentro il sole.
Cosa farete delle mie ossa?
Il distacco chiede pazienza, la pazienza sta nella terra e nella mela sul ramo. La terra gravida partorisce rubini e mele rotonde, e il mio corpo è una mela e un rubino, non appartiene a voi.

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