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Re: [MI153] Tamborileros

Alberto Tosciri ha scritto: dom giu 20, 2021 9:40 pm
Aveva visto Pablo e Gaspar, suoi coetanei più esperti che battevano il tamburo nella prima linea cadere colpiti da schegge di bombarda e fucileria davanti a lui.
-Non girarti! Non guardare! Continua a suonare! Suona! Non guardare!- gli aveva gridato qualcuno alle sue spalle. E lui aveva continuato a battere sul tamburo, a scandire la battaglia mentre sentiva le urla, il fumo della polvere da sparo che gli attanagliava la gola, gli stivali che calpestavano una poltiglia puzzolente che gli rivoltava lo stomaco. Ma andava avanti, suonava, suonava sempre e camminava sopra i morti
Ciao, @Alberto Tosciri. In questo genere di racconti sei imbattibile. Attento a ogni particolare, prendi il lettore per mano e lo conduci a osservare da vicino i colori delle uniformi, le abitudini dei cavalli, lo sconquasso postbellico. Tocchi tasti che risuonano potenti in ognuno: personalmente, ricordo pomeriggi interi, da ragazzina, a riflettere sulle frasi de La guerra di Piero. Così come è sempre struggente leggere la bella descrizione di un tramonto, anche se ne abbiamo visti tanti, allo stesso modo è utile e terribile insieme leggere pagine come la tua, pure se la dinamica è conosciuta. Non conosceremo mai abbastanza da vicino, noi che la guerra corpo a corpo la leggiamo solo sui libri di storia e nei romanzi, cosa significa stare in un campo di battaglia dopo uno scontro. L'uomo è un essere meraviglioso, ed è chiamato a sopportare l'indicibile. Tu descrivi benissimo tutto ciò.

Cadesti a terra senza un lamento
E ti accorgesti in un solo momento
Che la tua vita finiva quel giorno
E non ci sarebbe stato un ritorno
Alberto Tosciri ha scritto: dom giu 20, 2021 9:40 pm
La mantellina è di questo tamborilero d’Orange. Sono morti fianco a fianco.
-Anche di più. Vedi che hanno ognuno la mano stretta in quella dell’altro?
Qui mi pare di scorgere una significativa connessione col racconto di @edu, di cui mi permetto, sperando di non fare cosa vietata, di riportare qui lo stralcio che tocca il tuo stesso argomento:  

"Adesso, almeno, posso abbracciarlo, Alfredo. Questo bastardo che mi è morto a fianco. Prima no, mai sia, mai che due uomini maschi vivi possano esprimere fisicamente un sentimento. Figurarsi, due combattenti. Da morti, da morti sì, si può rimanere veri uomini anche a lasciarsi andare ai sentimentalismi".

Ho molto gradito il testo, Alberto. Grazie per la lettura.

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