Adel J. Pellitteri ha scritto: Anch'io come @L'illusoillusore, però, non riesco ad inquadrare bene la terza strofa, azzardo un'ipotesi: le mosche lucide di mare sulla pelle nera potrebbero essere le rughe? Le descrivi nate tra i germogli, che potrebbemmo identificare con le gioie della vita vissuta, ma non afferro proprio la chiusa: custode (la pelle nera) della terra scura. A quale terra ti riferisci? Perché parli di pelle nera?
Cara Adelaide, grazie per il bel commento puntuale.
Nell'ultima strofe il mio intento era riferirmi alla morte. Ho immaginato i germogli di cocco venir su dalla terra che avvolge il corpo nudo, cioè senza bara, e nero, perché la terra lo colora del suo proprio colore.
Le bare separano con mille accorgimenti i corpi dalla terra: qui pensavo a un corpo immerso nella terra così come, prima di nascere, è stato immerso nel liquido amniotico. Nudo.
Ho immaginato inoltre il corpo che custodisce la terra, oltre a essere da essa custodito.
Le mosche sono allo stesso tempo immagine di vita, perché svolazzano tra i germogli in riva al mare, e di morte, perché sentono l'odore della decomposizione.
Spero che questa mia spiegazione non ti abbia delusa! Ancora grazie e un abbraccio,
@Adel J. Pellitteri.
ElmoInverso ha scritto: Condivide e si ritrae come un'onda.
Che bella immagine! Grazie mille per il graditissimo commento,
@ElmoInverso.
Scusate per il ritardo nella risposta.