Carlo73 ha scritto: A me sembra chiaro che le case editrici siano aziende che vogliono fare profitto al pari delle piattaforme di self publishing. Le prime non cercano necessariamente un buon romanzo, ma un romanzo vendibile.
Se le CE cercano un romanzo vendibile, le piattaforme di SF neanche quello, visto che guadagnano comunque sull'autore, in ciò non dissimili da tante delle stesse CE che, come ben sappiamo, pubblicano senza selezionare, né editare, puntando sulle vendite che l'autore piazzerà ad amici e parenti.
La pubblicazione da parte di una delle tantissime piccole e micro CE non è di per sé garanzia di qualità e men che meno lo è la pubblicazione in self, e la situazione attuale non lascia intravedere vie d'uscita. Purtroppo, la qualità media degli scritti, indipendentemente dalla circostanza che pervengano in proposta agli editori o direttamente pubblicati in self, è bassa. Nel nostro Paese, in cui l'analfabetismo di ritorno è elevato, non risparmiando diplomati e laureati, gente che non legge e che, quando legge, fatica a capire ciò che ha letto, pensa di poter scrivere un libro, lasciandosi così sfruttare dagli azzecca-garbugli che nel settore abbondano. Bisognerebbe che venisse istituito un albo nazionale degli aspiranti scrittori a cui accedere sostenendo un esame, ma in un Paese che si dibatte tra ben altri problemi è utopia il solo pensarlo.