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Re: La morte di Amazon

@Francesco Avella D'accordo sull'aver qualcosa da dire, un po' meno sull'accettabilità "bene o male". Chi ha qualcosa da comunicare tramite un libro dovrebbe essere in grado di scrivere, e farlo bene. Purtroppo, invece, il mercato è invaso da scritti raffazzonati o addirittura sgrammaticati, i cui autori sono convinti di essere buoni, se non ottimi, scrittori. A questo fenomeno le case editrici dovrebbero fare argine con una selezione rigorosa, cosa che spesso non avviene per quelle CE piccole - e sono tante, troppe - che puntano solo sulla vendita di copie da parte dell'autore al suo entourage, e al diavolo la selezione, l'editing, o la semplice correzione di bozze. Nel self il rischio che tale tipo di pubblicazioni proliferi è maggiore, e ciò ne rappresenta il lato debole.

Re: La morte di Amazon

Ethan ha scritto: Assolutamente d'accordo con @Francesco Avella, specie considerando che, ad oggi, per un esordiente non è affatto conveniente pubblicare con una piccola CE, per una marea di motivi.
Purtroppo temo che, ad oggi, per un esordiente, pubblicare, oltre che difficile, non sia proprio conveniente, almeno sotto il profilo economico. Però, perso per perso, almeno nel self si è liberi.

Re: La morte di Amazon

Le piccole CE non chiudono perché, bene o male, per sopravvivere sono sufficienti le 20 o 30 copie che ogni autore riesce ad appioppare a parenti, amici e conoscenti. Le Ce medie e grandi non chiudono perché dispongono di capitali sufficienti ad assorbire il colpo dei periodi di crisi. Gli aspiranti scrittori, che siano bravi o autori di impresentabili fetecchie, continuano ad elargire soldi alle EAP, alle agenzie, alle scuole di scrittura. E la nave dell'editoria italiana va: dove arriverà, questo non si sa.

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