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Re: Oltre il 50% degli editori non promuove gli autori

@Miss Ribston Penso che tu abbia centrato i termini del problema: le piccole e micro CE, attraverso cui la stragrande maggioranza degli esordienti riesce a farsi pubblicare, mancano di mezzi e di esperienza. Dalla mancanza di mezzi finanziari discendono l'incapacità di selezionare testi veramente validi, l'editing scadente (quando c'è), l'altrettanto scadente correzione di bozze (che ignora e manda in stampa refusi e errori d'ortografia), la scadentissima qualità generale del libro. Case editrici il cui staff è composto da due-tre persone che per vivere fanno altro, affollano il mercato senza avere, o poter dare ai loro autori, futuro. Questo quando sono "serie", figurarsi quelle truffaldine, che abbondano. Insomma, non credo che alla casalinga di Voghera il medico abbia ordinato di costituire una CE, una CE dovrebbe essere una vera azienda e comportarsi di conseguenza: dotarsi di capitale adeguato da investire, prima di perseguire il profitto, mentre invece sentiamo e leggiamo la solita tiritera, spesso declamata da chi può vantare investimenti pari o vicini a zero: "se l'autore non è disposto ad investire su se stesso, perché dovrei farlo io editore?". Perché compito dell'autore è scrivere, e farlo bene, se ne è capace (altrimenti non dovrebbe essergli consentito di inquinare il mercato); compito dell'editore è pubblicare opere selezionate, in forma appetibile e curarne la diffusione, distribuzione e vendita. Se ne è capace.

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