La ricerca ha trovato 3 risultati

Torna a “Il Profeta Nero - la Campagna Imperiale, pt. 1”

Re: Il Profeta Nero - la Campagna Imperiale, pt. 1

Ti ringrazio molto per il commento, se posso provo a rispondere ad alcuni dubbi

Zadras è modellato, molto alla lontana, sulla figura estremizzata di Marco Aurelio: un giovane (dal racconto non si capisce, ma ha 18 anni) imperatore filosofo, su cui l'impero è stato letteralmente gettato addosso per una serie di circostanze. Lui, infatti, lì non ci vorrebbe stare, ma ha degli obblighi in quanto sovrano e quindi prende parte alla campagna militare. Posso chiederti come lo faresti risultare più simpatico, o "leggibile" al pubblico?

"hobgoblin" temo sia un errore, o meglio una dimenticanza quando ho cambiato la "razza" di Larida e simili nel racconto, grazie di avermelo fatto notare

Re: Il Profeta Nero - la Campagna Imperiale, pt. 1

Grazie mille per il commento, al momento mi dispiace molto ma non posso rispondere nella maniera estesa che è richiesta; questa è una primissima bozza, e molte cose le ho già modificate leggermente, spero che la seconda parte sia migliore

Mi limito a specificare riguardo questa citazione 
A Silent Kotobi ha scritto: Inoltre non ho capito bene cosa spezza qui Zadras, l'anello?
Ho voluto evitare una descrizione troppo precisa di Larida, per non appesantire il racconto e perché, essendo il punto di vista di Zadras, e conoscendosi i due da anni, lui sa benissimo l'aspetto dell'altro; Larida fa parte di una razza di uomini-albero, i suoi capelli sono in pratica piccoli rami sottili, secchi per via dell'età, quando è sovrappensiero ne spezza uno e lo fa roteare per tenere le mani impegnate

Aspetto il tuo commento alla seconda parte, grazie mille

Il Profeta Nero - la Campagna Imperiale, pt. 1

viewtopic.php?p=20431#p20431 link al commento

Salve a tutti, sperando di aver fatto tutto giusto con il link, vorrei proporvi questo piccolo pezzo, il cui finale devo ancora rivedere per bene; è parte di un progetto più ampio, molto più ampio, che spero di portare un giorno a termine; grazie a tutti per consigli e commenti

Urla, odore di fumo, puzza di uomini ed escrementi.
Zadras si premette le nocche sulla fronte, come se potesse colpire il mal di testa che lo avviliva.
Sbuffando, obbligò gli occhi ad aprirsi ed a fissare il marasma di carte che aveva sul tavolo.
Le pareti della tenda, attraverso cui filtrava la luce del mattino, tingevano di porpora mappe, liste, rapporti, dando alla pergamena il colore del sangue secco.
Mormorando contro le proteste della schiena, Zadras si alzò, raggiungendo il catino accanto al giaciglio e spruzzandosi l'acqua gelida in volto.
Non funzionava nemmeno un poco contro il debito col sonno, ma almeno gli toglieva parte del sudore.
Girandosi, vide il soldato del picchetto spuntare dall'ingresso della tenda, il lembo che lo copriva appena sollevato per mostrare il volto rasato, sotto la calotta smaltata dell'elmo
-Mio signore, il maresciallo Larida chiede di essere annunciato- fece il soldato, fissando il suolo smosso ai suoi piedi
-Fallo entrare- disse Zadras, gettandosi altra acqua in faccia e fissando il baule con i suoi indumenti di ricambio, valutando se mettere o meno una tunica pulita.
Larida non gli diede tempo di decidere, scostando i lembi della tenda, l'imponente maresciallo entrò a passo di carica.
Lui si irrigidì di colpo, girandosi e mascherando uno sbadiglio traditore fingendo di grattarsi la barba rada. Larida lo esaminò da capo a piedi, non dovette nemmeno parlare per fargli capire che lo stava giudicando manchevole
-Ebbene, maresciallo?- chiese Zadras, tornando verso il tavolo ed afferrando la prima mappa che si trovò a portata
-Chi era, stavolta?- domandò l'altro, accennando appena un sorriso triste, che ne mise in mostra i canini appuntiti.
Muovendo le mani di soppiatto, Zadras prese tempo, cercando i maledetti anelli finiti chissà dove sotto la montagna di documenti.
Passarono lunghi momenti, mentre i due si studiavano a vicenda, entrambi decisi a non distogliere lo sguardo
-Lì, alla vostra destra- disse alla fine Larida con uno sbuffo -accanto al trattato di Pliverio-
Zadras fece scattare la mano, sotterrò la pergamena e raccattò l'anello.
Si schiarì la gola un paio di volte, mentre l'altro si grattava la pelle dura, rugosa, ogni linea un lungo solco scuro.
Più della sua pelle, erano i capelli a catturare l'interesse di Zadra, come della maggior parte dei giovani ufficiali.
Lunghi fino alle spalle, in barba ad ogni regolamento militare, ogniuno spesso quanto il dito di un bambino, rigidi e secchi.
Il maresciallo ne spezzò uno, iniziando a ruotarlo tra le dita. Un sospiro sottile ne sottolineò la noia.
-Apro questa tenda, puzza troppo- senza aggiungere altro, si diresse all'ingresso, sciogliendo con mani abili i lembi e poi riannodandoli in alto, ai pali esterni.
I due soldati del picchetto saltarono sul posto, irrigidendosi come le loro lance, facendo sogghignare una squadra di veterani che passava loro davanti
-Primo tagmata di Filsia- il maresciallo masticò le parole, guardando l'emblema sulla manica dei soldati
-Stanotte era il loro turno- disse Zadras, trovando finalmente la mappa che cercava.
Lasciò scorrere lo sguardo lungo le linee, il tratto verde delle foreste e quello azzurro dei fiumi, i disegni stilizzati neri di castelli e città, il rosso dei confini. Sbuffò, passandosi una mano sul volto, iniziando a rimettere a posto i piccoli modellini che indicavano gli eserciti
-Dei veterani andrebbero meglio- borbottò Larida, sapendo quanto lo ascoltava -il terzo tagmata di Alsera, o il quarto di Cerlio-
-Arriverà anche il loro turno- ribatté Zadras, alzando gli occhi dalla mappa -spero alla prossima campagna, o anche dopo-
Trovando una sedia libera dalle carte, Larida si sedette, lasciando morire il discorso.
La luce del sole nascente illuminò la pelle marrone chiaro dell'ufficiale, mostrando l'intrico di venature sotto la logora uniforme. Pochi graffi segnalavano il suo uso in prima linea, mentre quattro nappe purpuree pendevano dalle spalline, rivelando il grado del portatore.
-Almeno era interessante?- chiese l'hobgoblin, srotolando appena la pergamena, come se le parole scritte potessero saltar fuori e morderlo
-La riflessione sul giudizio eterno di Pliverio è uno dei capisaldi del suo pensiero- rispose Zadras -ma è la parte sulle azioni terrene che mi interessa-
Larida annuì, arrotolando di nuovo la pergamena e posandola sul tavolo, un'espressione dubbiosa in volto
-Passiamo a qualcosa che capisco anch'io- fece il maresciallo, indicando la mappa -i messi arriveranno a metà mattina-
-Già, i preparativi sono iniziati, giusto?- chiese Zadras, abbandonandosi sulla sedia.
Un tarlo d'ansia prese a rosicchiarlo dentro, mentre provava a ripassare nella mente il discorso che aveva preparato.
La sera prima lo ricordava parola per parola, comprese le pause ad effetto che un paio di bardi del seguito gli avevano consigliato. Adesso, tutto ciò che gli turbinava nella testa erano i ragionamenti di Pliverio, i rapporti sulle provviste, e la necessità di svuotare la vescica.
Fissando il soffitto della tenda, Zadras cercò quantomeno di rammentare il senso generale di cosa doveva dire, anche se non era poi così difficile
-Fateci passare- disse Larida -fateci usare il guado di Chevelle, non ostacolate la marcia, non provate ad aggredirci; aggiungete un paio di minacce a caso e sarà perfetto-
riportando gli occhi sul maresciallo, Zadras scosse la testa, domandando
-Come stanno i soldati?-
-Come sempre- rispose l'altro senza esitazioni -e come staranno fin quando giocheremo alla scampagnata; avete tre tagmata di veterani, che marciano senza problemi dalla mattina alla sera, ma sono i quattro di reclute che mi fanno pensare: sono lenti, discontinui, e gli ufficiali inferiori...-
-Per questo ho messo ufficiali veterani ai gradi più alti- Zadras alzò una mano, bloccando la solita nenia -gli alleati?-
Larida si concesse un sorriso stanco
-Gli squadroni di ogam non danno problemi- c'era un sottile velo d'orgoglio in quelle parole, per nulla nascosto -i battaglioni di orchi nemmeno; vedremo al primo scontro come andrà-
Zadras si concesse di rilassare le spalle.
Almeno la disciplina dell'esercito sembrava buona, anche se non c'era modo di prevedere cosa sarebbe accaduto alla prima vera battaglia.
La mezza dozzina di scaramucce combattute finora non valevano come prova, tanto più che avevano coinvolto piccoli gruppi di cavalleria leggera.
Portò di nuovo lo sguardo sulla mappa, fissando il pesante tratto giallo che doveva essere il loro itinerario.
Erano almeno una lega più ad est del dovuto, ma non si poteva fare altrimenti.
Se volevano proseguire come previsto, quella deviazione era necessaria, per quanto sgradevole
-Vi lascio ai vostri trattati- fece Larida, alzandosi
-Fa in modo che i generali siano schierati quando arriveranno i messi- disse Zadras -voglio fare buona impressione-
il maresciallo si girò, per la prima volta serio
-Siete l'imperatore di Ellechria- scandì ogni parola, lentamente, come se volesse ficcarle a forza nella mente del ragazzo che aveva di fronte -sono loro a dover fare buona impressione a voi-

Torna a “Il Profeta Nero - la Campagna Imperiale, pt. 1”