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Re: Tic Toc

Ciao, @cuissineHugo, bentrovata. Trovo questo piccolo esperimento poetico molto delizioso e dal punto di vista prettamente stilistico, riuscito. C'è tutto quello che una filastrocca dovrebbe avere: musicalità, ritmo, rima. Non sarà un poema classico, ma raggiunge (e direi egregiamente) lo scopo: divertire e far sorridere il lettore. Il contenuto, e questa è la parte più interessante, sembra un perfetto nonsense, con quel pizzico di magia che appartiene a chi ha e si prende ancora cura di quel bambino in sé, eppure, si ha la sensazione che ci sia un messaggio celato che l'autrice non ha voluto condividere. In fondo il mondo di versi è spesso privo di logica, è fatto di pane (e arrosto) e fantasia. Al lettore, tutto sommato, non deve importare a chi il poeta si riferisce, se è uno zio realmente esistito o solo una figura inventata, se è morto oppure se n'è andato da casa. I versi hanno una tale forza portatrice che risucchia il lettore in una centrifuga di parole e suoni. È come stare in una giostra: si gode il viaggio senza porsi troppe domande.

Un piccolo appunto: 
cuissineHugo ha scritto: Tic toc
Non è maiale è manzo.
Qui metterei o una virgola dopo maiale, oppure, una virgola dopo maiale e sostituirei è con l'avversativo ma, per rafforzare il concetto.

Per quel che riguarda l'interpretazione, invece, mi sono fatta un'idea tutta mia (come sempre) sul contenuto. Ho immaginato la scena così: lui e lei a tavola, lei è la voce narrante. Sono in una sala da pranzo, con un orologio a pendolo che scandisce il tempo. Quando dice spegni la sveglia, tonto!, si rivolge a lui, e con la sveglia ho pensato potesse riferirsi al timer del forno. Ho azzeccato? 

In conclusione, una filastrocca carina, senza grandi pretese, che si legge con il sorriso sulle labbra. Piaciuta. Grazie per la piacevole lettura. Alla prossima!

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