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Re: [MI 160] Anno dantesco

@Edu
Ciao!
Commento il tuo racconto per poter postare il mio
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Ho trovato il tuo scritto molto bello, con la seconda parte, quella dopo la serie di parole singole, che ho trovato molto fluida, efficace e lineare. Viceversa, la prima parte mi ha lasciato un senso di confusione, il bisogno di rileggerla per capire quel che volevi dire.
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È evidente che hai voluto creare due atmosfere contrapposte (Inferno e Purgatorio?) e ci sei abilmente riuscito, tanto che l’attacco lo trovo spettacolare:
“A quanto racconta la radio, dietro al fattaccio c’è la mano umana. Difficile dirlo, perché cambio stazione e la tesi propinata è quella opposta: inconveniente tecnico.”,
così come
“una selva oscura di macchine e fanali posteriori rossi che mi deridono luciferini”
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Non mi è parso altrettanto efficace il passaggio:
“Se i nostri figli nasceranno a due teste come quelli di Cernobyl o se l’umanità nel frattempo è davvero andata avanti. Non lo so davvero.”: è la riflessione di chi è da alcuni giorni in blackout o in generale sull’umanità? L’inizio lascia intendere una cosa, la fine un’altra”
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@virgilio.it è una gran trovata!
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Invece non mi convince:
“Sopravvivere, sopravvivere, sopravvivere. Vedere i ragazzi, insegnare loro i principi della catalisi, pensarmi vestito di rosso come un alchimista. Pregare per Giulia e Fabrizio. Sopravvivere. Penso alla stazione di Anish Kapoor e mi sento un po’ meglio.”,
mi sembra non filare con il resto della narrazione: capisco che sia il panico del protagonista, ma mixa tante cose e mi ha buttato fuori dal flusso. Uguale per:
“Trasformerò qualcosa in oro? I miei frutti saranno commestibili? Ho letto da qualche parte – non mi ricordo se su di una pubblicazione scientifica o su internet, non sono sicuro più di niente - che si sta riuscendo a produrre carne commestibile in laboratorio. È giocare a fare dio o è salvare il mondo? Scienza o cuore?”
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Qui: “La galleria è terminata. Da qui sarà tutta in discesa. Poi finiscono le lezioni, il pomeriggio. La sera va a finire che litigo con Antonietta perché Giulia piange.” Mi fa venire il dubbio se stesse andando a insegnare o tornando a casa, mia incomprensione!
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Ammetto che l’apice della confusione l’ho avuto con:
“Poi è di nuovo un nuovo giorno. La luce solare inizia a filtrare dalle veneziane e si colora di azzurrino.”
Alla prima frase ho pensato che tornava a riveder le stelle… poi che la parte precedente era tutta un sogno, infine che fosse, come è, un salto temporale.
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La catarsi l’ho avuta nel pezzo che va da “Entro in macchina” a “Catarsi.” (appunto). Nel senso che mi ha completamente buttato fuori dal testo (sorry!) e sono andato avanti per inerzia, per finire e invece…. WOW! Finale di speranza, di fratellanza, di un sole luminoso e vivifico…
Se l’hai creato apposta sei geniale, perché alla fine di questa recensione capisco che mi hai calato in un blackout e fatto uscire con più fiducia di prima. Come il tuo protagonista…

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