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Re: E... il mercato estero?

@Raven 

Innanzitutto, bisognerebbe vedere quali sono le caratteristiche e il target della tua opera.
Se l'opera è ambientata all'estero, parte già avvantaggiata per uno o più mercati esteri. Se è ambientata a Foligno, direi di no. 

Detto questo, secondo me non ha senso spendere tempo e denaro nel tradurre un'opera (e nemmeno parte di essa) che consiste in una proposta editoriale. Significa sobbarcarsi una spesa - e un grande lavoro supplementare - che è non detto sarà mai ripagato. E dove lo mettiamo l'editing nella seconda lingua? 

L'opera va tradotta solo quando è già immessa sul mercato, o quantomeno è già presa in carico da un'agenzia (ma a quel punto se ne occupano loro).

Se si vuole proporre l'opera a un'agenzia estera, l'unica cosa ragionevole da fare è trovare un agente straniero che legge anche nella tua lingua: non è così impossibile, e di recente ho trovato una grossa agenzia statunitense in cui c'è chi legge (ed edita) anche in italiano. 

Nonostante io stesso traduca dall'inglese, e forse potrei io stesso auto-tradurre la mia opera dall'italiano all'inglese, non mi sognerei di tradurre un'opera che nasce in italiano, perché alcune sfumature comunque si perdono, e l'opera va presentata innanzitutto nella sua forma originaria. 

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