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Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

@Mafra 

Più che "non sempre" io direi "molto raramente". Però una cosa sono le conoscenze dell'autore, un'altra cosa sono quelle della CE. Il fatto che una buona CE abbia una buona rete di contatti è normale, perché su questo si fonda il suo mestiere. Una buona CE avrà molta più influenza e potere mediatico di una CE poco qualificata, avrà rapporti con le redazioni dei principali quotidiani, e così via. Ciò che invece non è normale è che una buona CE selezioni un autore non in base alla bontà dell'opera, ma in base alla rete di contatti di quest'ultimo, e alla "vendibilità" del suo nome, prima che della sua opera. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Mafra ha scritto:
Ma perché lo scopo non è quello di elencare le case editrici EAP o non EAP, per quello ci sono gli elenchi disponibili ormai ovunque sul web. Il mio intento era di lanciare una provocazione sull'ennesima contraddizione dell'editoria e animare un dibattito. 
Mi sembra che ci sei riuscita...  :D

Ma non mi convincerò mai a pubblicare con un EAP, fosse anche tra i finalisti. Io ho rifiutato contratti con due editori presenti in quella lista, che non sono EAP. Non è nemmeno sufficiente che un editore sia "free", cioè che non imponga contributi o acquisto di copie, se poi alcune dinamiche contrattuali sono penalizzanti, ed equivalenti a quelle degli editori "non a rischio d'impresa". 

Comunque, tornando al discorso che facevi, se può sembrarti strano che libri di EAP finiscano tra le proposte dello Strega, io ho visto cose molto più surreali e imbarazzanti. Conosco un autore locale che ha pubblicato con EAP è che stato proposto "addirittura" per il Nobel per la letteratura. Per queste cose, basta avere un amico di un certo peso che sia compiacente... e anche se il livello di credibilità è pari allo zero - meno che se io partecipassi alle olimpiadi - è tutta pubblicità gratuita. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Mafra ha scritto:
Non credo sia il caso, non intendo mettere alla gogna nessuno. Il mio scopo era quello di segnalare che la tanto vituperata EAP trova negli ultimi tempi sempre più spazio in certi ambienti letterari alti. 
C'è però una leggera contraddizione in quello che scrivi. Se la "tanto vituperata" EAP non è tale, dove sta la gogna nel riportare i nomi degli EAP? 

Comunque, ho guardato una per una tutte le proposte. Ci sono alcune CE che - per quel che mi risulta - alcune volte possono chiedere dei contributi, come Rubbettino, cosa che però non li rende degli EAP. Ci sono alcune CE su cui ho parecchie perplessità per esperienze dirette (L'Erudita, Ensemble), ma che non sono degli EAP. Ci sono alcuni piccolissimi editori che non conoscevo (Laruffa, Viola, Tralerighe, dei Merangoli), e che non posso escludere siano EAP o DB. Non c'è però nessun editore notoriamente e sfacciatamente EAP, e si può concedere a quasi tutti (tranne forse uno) il beneficio del dubbio. Comunque, nel caso di questi piccoli editori, che siano EAP o meno, credo che tutto dipenda se l'autore ha o meno qualche conoscenza eminente. Del resto, spesso accade che personaggi noti scrivano prefazioni di libri pubblicati da EAP. Ma da qui a vincere lo Strega... questi libri non sono nemmeno candidati, ma solo proposti. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

@Ilaris 

I candidati allo Strega non sono in genere in cima alle mie letture, quindi non posso valutarne la qualità. Per questo avevo scritto "Strega a parte". Per il resto, oggi le tendenze di mercato sono quelle che sono, sia nel campo della fiction, che della non-fiction, della saggistica, dell'attualità. In tutti i campi, la mediocrità è dilagante, e la letteratura è sempre più imbruttita, imbarbarita, decadente, asservita a interessi politico-economici, a lobby di potere di cui i marchi editoriali sono espressione. In buona parte, il fatto che molta gente abbia smesso di leggere è giustificato, in un mercato editoriale come quello odierno. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Mafra ha scritto:
Su questo sono d’accordo: non tutti i testi pubblicati a pagamento sono dei cattivi testi.
Si fa prima ad affermare che non tutte le CE a pagamento sono cattive CE a pagamento... ovviamente, alcune sono molto peggiori di altre, e alcune - specie alcuni marchi storici che operano in ambito regionale - fanno un lavoro decente. Comunque, anche un "buon testo" pubblicato a pagamento sarà generalmente un prodotto editoriale molto inferiore, non tanto come qualità dei materiali, ma soprattutto come cura del testo, editing, correzione di bozze, progetto grafico. Sarà un prodotto editoriale amatoriale, senza mercato, perché non è stato concepito per essere immesso sul mercato. 

Comunque, tornando al quesito iniziale, potresti fare degli esempi di opere pubblicate a pagamento e candidate allo Strega (o altri premi)?
Almeno così si capisce meglio di quale tipologia di editori stiamo parlando... sei proprio sicura che siano a pagamento? Io ho dei dubbi. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Mafra ha scritto: Ma se il ciarpame può essere tollerato all’interno di un mercato editoriale che si propone di assecondare i gusti di vari strati di pubblico, non può essere tollerato invece nell’ambito del Premio letterario più prestigioso in Italia. Come se in ambito cinematografico i cinepanettoni di Boldi e DeSica andassero in nomination al David di Donatello o alla Mostra del Cinema di Venezia. Non mi pare sia mai accaduto. Un Premio letterario prestigioso deve garantire la qualità delle opere che vi partecipano, altrimenti perde ogni credibilità.
In teoria sono d'accordo con te, in pratica hanno perso di ogni credibilità anche i Nobel e gli Oscar, figuriamoci lo Strega e il Festival di Sanremo. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Fabioloneilboia ha scritto: Per quanto riguarda l'argomento big a pagamento, per quanto possa sembrare assurdo, non credo sia qualcosa di mai accaduto. Di certo non lo propongono loro, ma che qualche autore possa aver avanzato  proposte in tal senso [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif](ed ottenuto quello che voleva)[/font] non mi sembra nulla di strano.
Se fosse come dici, non sarebbero casi isolati, e si saprebbe che è sufficiente spendere 10.000 euro per pubblicare con Mondadori (di gente che ha soldi da buttare, nel mondo degli autori, ce n'è tanta). Invece, non risultano casi del genere, a meno che non si tratti di CE notoriamente a doppio binario, che non sono mai "big", ma al massimo medie. Per una casa editrice "big" 10.000 euro sono spiccioli, e un editore importante non rischia un danno d'immagine per appagare la vanagloria di un aspirante. Quello che può accadere, piuttosto, è che alcune grosse case editrici pubblicano su commissione cataloghi di mostre, ma in questo caso va definita "editoria su commissione", e il committente non è un privato, ma un ente riconosciuto. 

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

Mafra ha scritto: Allo stesso tempo non possiamo negare che il livello dei libri pubblicati in Italia anche da grosse CE non è poi così elevato, basta dare una lettura anche solo agli estratti dei libri segnalati allo Strega per rendersene conto. Alcuni sono davvero imbarazzanti. E mi fermo qui.
Strega a parte, non c'è dubbio che per buona parte le classifiche di vendite dei libri - così come le classifiche musicali - siano occupate da ciarpame. Ma si tratta di una tipologia di ciarpame ben editato, ben confezionato, appetibile al mercato. Anche l'editoria a pagamento pubblica per lo più ciarpame, ma in questo caso è una tipologia di ciarpame che rimane allo stato grezzo, che non viene editato, che esula da ogni possibilità di avere un mercato. La vera differenza quindi non è tanto o soltanto nella qualità letteraria e nella vocazione culturale del manoscritto - su cui puntano più i piccoli e medi editori di qualità, e molto meno i "big" - ma nella vendibilità dell'opera. In genere, vengono pubblicate a pagamento quelle opere che sono "ineditabili", e quindi invendibili, se non allo stesso autore e alle sue piccole cerchie. Al contrario, vengono pubblicate a "rischio d'impresa" opere che, se vengono opportunamente editate e confezionate, possono vendere bene anche se sono ben lontane dall'essere capolavori. Certe volte, tuttavia, a parità di manoscritto, l'unica vera differenza è tra l'avere o meno un buon aggancio, l'avere o meno un nome spendibile, magari per l'essere figlio o nipote di qualcuno.  

Re: Editoria a pagamento e Premi letterari

JD WOLF ha scritto: E se domani, per ipotesi, una casa editrice medio/alta si interasse al vostro libro (pubblicazione e, nel contratto, l'acquisto di duecento copie), cosa fareste?
Le case editrici "medio-alte" sono quelle che hanno una buona collocazione sul mercato, che hanno un buon capitale, e che hanno la facoltà di assumere il rischio d'impresa: si possono permettere di pagare gli editor e correttori di bozze, i grafici, l'ufficio stampa, i promotori e distributori, i traduttori, e ovviamente gli autori. Una CE a pagamento non può essere né media né alta, né in termini di dimensione d'azienda, né in termini di prestigio. Le CE a pagamento sono piccole aziende che, invece di crescere in modo fisiologico come fanno i piccoli editori di qualità, tentano di farlo in modo parassitario. 

Le uniche eccezioni sono alcuni marchi editoriali di saggistica (che pubblicano solo opere specialistiche, spesso in ambito accademico) oppure alcuni marchi storici sulla via del declino, che hanno perso significative quote di mercato, e che a volte propongono contratti con acquisto di copie, ma non è affatto la regola. 

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