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Re: [CP8] Da galassie remote

Come ho già spiegato più volte, sono capitato qui per caso e non sono in grado di commentare poesie; ciò nonostante mi sento in dovere di provare a spendere due parole su quella che ho apprezzato più di tutte in questo contest.
Dirò sicuramente delle stupidaggini @Adel J. Pellitteri, ma tu apprezza almeno lo sforzo  :bandiera: .

Mi è piaciuta la ripetitività di quel "sono" che apre le strofe e conferisce musicalità al testo (l'unica cosa che sono in grado di valutare almeno un po'). C'è un chiaro riferimento religioso nell'incipit e mi sono detto inizialmente che quell'io si riferisca direttamente a Dio; seguono infatti una serie di visioni felici e positive (bellissima "la preziosità del tempo"), poi arriva all'improvviso un verso, quello che più ho amato, a rovesciare drasticamente  la visione: sono/ guerra, bomba, cratere.
Mi sono chiesto a quel punto se il Dio della chiusa, proveniente da galassie remote, non fosse invece l'uomo, ma non occorre che me lo spieghi, anzi preferisco proprio che tu non lo faccia: non mi sono mai piaciute le spiegazioni delle poesie, perché ho sempre pensato che il lettore le deve recepire secondo la propria sensibilità, indipendentemente dal pensiero dell'autore.

Sappi comunque che la tua poesia mi è piaciuta molto.

 

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