Martin torna in Italia per aiutare il padre che ha avuto un infarto, ma si trova coinvolto in un pericoloso inseguimento notturno lungo la spiaggia di Cattolica...
“Era sudato e sollevò il cappuccio della felpa per proteggersi dall'umidità. Si diresse verso il lungomare, con l'idea di fermarsi a bere un caffè da qualche parte. Il proposito si rivelò ben presto difficile da mettere in pratica, perché i pochi esercizi aperti in quella stagione avevano già abbassato le serrande. Fu solo dopo aver abbandonato la passeggiata a mare ed essersi spostato in via Carducci che intravide l'insegna accesa di un bar. Affrettò il passo, ma ancor prima di attraversare si rese conto che il locale era già chiuso. Due uomini si stavano affaccendando accanto a un'entrata secondaria, intenti a trasportare all'esterno i sacchi dell'immondizia.
Sbuffò per la delusione e, fatti pochi passi, si fermò per accendere una sigaretta. Era l'ultima: tutto congiurava contro la decisione di tirar tardi. Accartocciò il pacchetto e si guardò attorno in cerca di un cestino dove gettarlo. Dalla sua parte non ce n'erano, così lanciò un'occhiata verso il marciapiede opposto.
I dipendenti del bar avevano terminato le loro operazioni e si erano avviati, trascinando due pesanti sacchi neri. C'era un cassonetto a pochi metri di distanza dal locale, eppure non lo avevano degnato di uno sguardo: che stranezza, chissà dove intendevano gettare i rifiuti. Il più basso dei due, un piccoletto che non aveva l'aria di essere italiano, lo sta osservando.
“Un giovane di carnagione scura, basso di statura, lineamenti andini, jeans logori, una maglietta a righe...”
Porca puttana, altro che dipendenti!
D'istinto iniziò ad attraversare per raggiungerli.
Il
cileno gridò qualcosa. I due mollarono i sacchi e iniziarono a correre.
Martin frugò nelle tasche in cerca del cellulare. Non c'era, doveva averlo lasciato nei pantaloni che aveva usato per il servizio. Dopo un attimo di sconcerto si gettò all'inseguimento.
Giunti all'altezza del Victoria Palace Hotel, i due attraversarono la strada e si infilarono nello stradello che correva sul lato dell'albergo e conduceva al camminamento su cui si affacciavano gli stabilimenti balneari. Distaccato di una cinquantina di metri, Martin fece in tempo a vedere che si erano divisi: l'andino a destra e l'altro a sinistra. Si buttò dietro al secondo, più difficile da identificare.
Con il capo coperto da un berretto di lana e fasciato da un impermeabile scuro che lo rallentava, l'uomo iniziò a perdere terreno e scartò a destra, tra una fila di docce e un tavolo da ping-pong. Martin si fermò. Con solo uno spicchio di luna a illuminarla, la spiaggia era buia; cabine, giochi per bambini e gazebo: ogni luogo era adatto per nascondersi. Avanzò guardingo.
Poi un inconfondibile odore dolciastro gli arrivò alle narici: hashish.”
- Cattolica - Victoria Palace Hotel e stradello.jpg (20.6 KiB) Visto 2865 volte