La ricerca ha trovato 1 risultato

Torna a “E... il mercato estero?”

Re: E... il mercato estero?

Ciao, @Raven :)
Per quello che ho sempre visto, il mercato anglosassone funziona in maniera differente rispetto quello italiano: il libro non lo si presenta alle case editrici, ma alle agenzie di rappresentanza cui va inviato in forma integrale. È quindi l'agenzia a scremare i testi e selezionare quelli che vorrebbe rappresentare presso gli editori; gli invii diretti alle CE non sono contemplati e non vengono presi in considerazione. Quando si presenta il testo all'agenzia non viene fornita di rimando una scheda di valutazione o simili, viene restituito semplicemente un sì o un no.
In ogni caso, il mercato anglosassone non è di più facile accesso agli esordienti, anzi, la concorrenza è più massiccia, per cui alla fine le difficoltà si pareggiano con quello italiano.

Per quanto riguarda l'auto-edizione, anche qui partire subito con una pubblicazione in doppia lingua potrebbe rivelarsi un investimento a perdere, per il semplice fatto che diventa molto dispendiosa anche tutta la parte di sponsorizzazione dei libri, sia in termini di denaro che di tempo: avresti da promuovere assieme due libri su due mercati differenti... al contrario, può essere più produttivo lanciare un'edizione in lingua alla volta, così da concentrare la promozione su un solo testo e poi, eventualmente, reinvestire il guadagno sulla versione in lingua successiva.

Esempio: un'auto-editrice con cui ho lavorato, per la realizzazione delle copertine dei suoi libri, ha pubblicato in italiano, dopodiché con i guadagni dalle vendite del volume italiano ha finanziato la traduzione tedesca, con i guadagni successivi ha finanziato la traduzione inglese, con i successivi ancora la realizzazione del cortometraggio e dell'audiolibro. Ora siamo alla versione portoghese (ancora work-in-progress).
Ovvio che il suo caso è esemplificativo e ciò che è stato per lei non può valere allo stesso modo per tutti: è molto difficile ottenere quanto ha ottenuto lei (che ha dovuto aprire p.iva come editore, dati gli introiti dalle vendite dei libri) e serve una strategia di marketing di un certo tipo, ma l'aver proceduto per gradi con l'espansione linguistica e mediale del suo prodotto è stata una scelta vincente.

Torna a “E... il mercato estero?”