La ricerca ha trovato 22 risultati

Torna a “Quesiti e dubbi sui contratti di edizione”

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

lelaa! ha scritto: Cosa è la ricevuta o notula delle cifre ricevute dall'editore? In quale documento si dovrebbe detrarre il 20% (730?). Scusami ma in materia sono proprio ignorante. Io ricevo il CUD dal MEF dove lavoro e mio marito fa il mio 730... e qui mi fermo....
Quando l'editore liquida il compenso per royalties all'autore, quest'ultimo gli rilascia una ricevuta non fiscale per l'avvenuto pagamento. Sulla ricevuta andrà specificata la somma lorda e poi il netto effettivo che ti spetterà, togliendo la ritenuta d'acconto. Solo questa, perché i diritti d'autore non sono assoggettabili a IVA, in più hanno una piccola agevolazione: anziché sulla cifra totale lorda, la ritenuta del 20% sarà solo sul 60% del totale (autori fino ai 35 anni), o sul 75% (over 35). 
Ovviamente, versando tu stessa le ritenute, non riceverai dall'editore la C.U., ma la detrazione dovrà risultare dal tuo 730 e allegati. Immagino che tuo marito, se ti dà una mano con la compilazione, saprà come fare.
lelaa! ha scritto: In ogni caso, potrei chiedere qui una modifica della clausola per ottenere il compenso netto, giusto? Di solito qual è il metodo più diffuso?
Sì, potresti prendere accordi con l'editore, affinché le cifre che riceverai siano nette. In tal caso sarà lui a versare le ritenute e a te rilascerà la C.U.
Spero di aver chiarito, e non confuso, le idee.  😅

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Ciao @lelaa! , provo a risponderti, poi se vorrà aggiungersi qualcun altro per approfondire, ben venga!
lelaa! ha scritto: , la durata è di 5 anni (allo scadere l'editore avrà opzione per il rinnovo o la stesura di un nuovo contratto).
Successivamente è specificato: "L’Editore è libero di distribuire le edizioni nel numero di ristampe che stimi conveniente, comunicandolo preventivamente e per iscritto con raccomandata A/R all’Autore o PEC se comunicata". Nulla è detto su copie minime.
In realtà la risposta è proprio quella che ti sei data subito sotto. Il numero di copie minime non può essere specificato nel print on demand, perché Amazon stampa e spedisce la singola copia. Lo stesso vale per il digitale, non essendoci copie fisiche da quantificare, ma solo eventuali download.
lelaa! ha scritto: Credo che questa CE si affidi ad Amazon e quindi, per le stampe, al print on demand. Quindi se ci sono pubblicazioni digitali, può non essere necessario indicare il numero minimo di copie cartacee?
Il contratto, in questo caso, è valido, proprio per via delle modalità di stampa.
lelaa! ha scritto: Questa frase a me fa capire che le royalties mi arriverebbero al lordo... può essere? Se si, come si paga la ritenuta d'acconto?
Sì, a volte le royalties sono calcolate al lordo. In tal caso, quando rilasci la ricevuta o notula delle cifre ricevute dall'editore, dovrai detrarre il 20%, ma su un imponibile che varia a seconda della tua età (non ricordo le percentuali esatte, ma puoi trovarle in rete, cercando "ritenute su diritto d'autore").
lelaa! ha scritto: Analogamente, nei compensi su licenze a terzi, le percentuali (50%) sono da considerarsi al lordo dei ricavi (e non al netto come indicato nel fac-simile). Non è la stessa cosa o sbaglio? Qui ovviamente non è che voglia mettermi a contrattare, ma vorrei capire se le percentuali che mi spettano sono in realtà inferiori.
In sostanza sì, se le rapporti a delle percentuali sul netto. Ma in realtà andrà a cambiare di poco.
lelaa! ha scritto: di solito deve essere specificato in questa sezione o è normale prassi una frase sintetica di questo tipo?
Sì, può accadere, in tal caso faranno fede gli accordi presi (meglio se per iscritto, per esempio da scambio di email). Senza contare che l'editore è tenuto a inviarti la bozza dell'impaginato, da rileggere, prima di andare in stampa. In caso contrario potresti rifiutare che il libro venga messo in distribuzione, o richiedere che venga ritirato.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Ciao @Mina, ti ha risposto già correttamente @Miss Ribston, d'altra parte è tutto molto commisurato alla grandezza della CE, un contratto decennale da una Big o media personalmente non lo rifiuterei. Diciamo che il discorso vale essenzialmente per le piccole e micro CE. D'altra parte, con queste CE sconsiglierei anche di accettare contratti troppo brevi (oggi molto diffusi quelli biennali o triennali), perché spesso significa, implicitamente, che la stessa CE non ritiene che il romanzo possa avere grande vita editoriale e probabilmente non si impegnerà neanche granché a promuoverlo.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Ciao @MarcoLambo, convengo con quanto scritto da @Cheguevara. L'editore non può vantare da te alcuna pretesa, e per diversi motivi.
Le procedure di valutazione interne a una casa editrice sono tali (interne appunto) e non può essere l'autore a rispondere delle prassi adottate. Se l'editore si rivolge a un valutatore "alla pari", che per il ruolo accademico rivestito vuole essere pagato, è un suo problema. Se la valutazione richiede una retribuzione è l'editore che dovrebbe provvedere a effettuarla.
Da quel che ne so, inoltre, la peer review, per prassi, non è mai retribuita. Almeno per gli articoli scientifici è così. Qui, infatti, puoi trovare un articolo critico a riguardo, che ne suggerisce l'abolizione. Si parla chiaramente di valutatori anonimi e non retribuiti.
Ora, a prescindere dalla correttezza o meno della prassi in sé (il lavoro di un valutatore di manoscritti andrebbe retribuito, che sia un luminare o meno), è l'editore che se ne avvale, non l'autore.
Quest'ultimo, di contro, ha il diritto di scegliere tra le proposte editoriali ricevute quella che ritiene per sé migliore e, come tu stesso dicevi, non può certo mettersi a pagare i valutatori (interni o esterni) di ciascun editore cui invia il manoscritto.
A voler proprio cavillare, l'editore in questione avrebbe potuto pretendere da te qualcosa se ti avesse fatto presente che si sarebbe rivolto a un professionista per una peer review, ma anche in tal caso avrebbe dovuto informarti, in maniera chiara, che dinanzi a una mancata accettazione della sua proposta editoriale la peer review sarebbe stata a tuo carico. Non esiste che se ne esca così, di punto in bianco, a chiederti di coprirne le spese!

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Piccione Sedentario ha scritto: il termine c'è ma solo a partire da quando loro danno il "visto si stampi", quindi per loro è facile tenere la pubblicazione ferma finché vogliono
Sarà facile, ma non lecito. Il contratto deve prevedere una data di pubblicazione dalla consegna dell'opera (generalmente un massimo di 24 mesi) e ciò vale anche in caso di assenza della clausola. In tal caso tu puoi chiedere l'esecuzione dell'obbligo dell'editore e in caso contrario la risoluzione del contratto per inadempimento.
La pubblicazione o la riproduzione dell’opera deve avvenire entro il termine fissato dal contratto; esso non può essere superiore a due anni, decorrenti dal giorno della effettiva consegna all’editore dell’esemplare completo e definitivo dell’opera. In mancanza di termini contrattuali, la pubblicazione o la riproduzione dell’opera deve avvenire non oltre due anni dalla richiesta scritta fattane all’editore. L’autorità giudiziaria può peraltro fissare un termine più breve quando sia giustificato dalla natura dell’opera e da ogni altra circostanza del caso.
In ogni caso, la LdA prevede anche (a prescindere che vi sia o meno una clausola a ricordarlo), che l'autore ha il diritto di revocare la pubblicazione in qualsiasi momento (anche a opera già pubblicata) qualora ritenga che questa possa comportare un evidente danno alla sua immagine (ma ciò dev'essere provabile).

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

konradin ha scritto: chiedo solo quale sia il gioco dell'editore perché pare che sia un loro modo di fare essere spesso “introvabili”, per farla breve credo che faranno finta di non sapere per lasciare il titolo in vendita, ecco anche spiegato probabilmente perché hanno inserito questa clausola che mi sembra abbastanza inutile diversamente...
Credo anch'io che il "gioco" sia quello e anche alcune agenzie lo fanno.
konradin ha scritto: Mi pare di capire quindi che sia scongiurata l'ipotesi “destinatario sconosciuto all'indirizzo” e che quindi si tratti solo di attendere i 30 giorni.
(y)

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Cheguevara ha scritto: dopo un certo numero di giorni di giacenza (mi pare 10, ma controlla).
I giorni sono 30:
Una volta superato il termine di 30 giorni avviene la cosiddetta compiuta giacenza della comunicazione: la raccomandata non ritirata viene dunque restituita al mittente.    
Una raccomandata non ritirata può creare problemi anche seri, per il destinatario della comunicazione importante. La legge infatti considera consegnata ed attuativa ogni comunicazione passata in compiuta giacenza. 
Se quindi ci si rifiutasse di ritirare una raccomandata contenente un atto giudiziario o amministrativo o non si riuscisse a ritirare una raccomandata, perché intestata a un defunto o per altri motivi, il contenuto dell’atto verrà comunque considerato come consegnato, con tutte le conseguenze del caso.
A meno che l’operatore postale non indichi nel plico in giacenza lo stato di “sconosciuto all’indirizzo”, la raccomandata viene dunque considerata consegnata che la si ritiri oppure no. 
Qui l'articolo completo.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

@MarcoLambo, ho dovuto nascondere il tuo post per due motivi: era formattato in maniera illegibile; il regolamento vieta di copiare e incollare in pubblico contratti, corrispondenza privata, documenti interni di case editrici.
Inviamelo per MP dopo aver eliminato la formattazione del testo (seconda iconcina in alto a sinistra nell'editor dei post, seleziona il testo e cliccala, dopo il copia-incolla), grazie!

Edit: vale la stessa cosa per il secondo post. Avresti violato il regolamento, fai più attenzione!

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Bisognerebbe capire cosa prevede la lettera d'mpegno.
In ogni caso, su ogni contratto di edizione è previsto che sia l'editore a scegliere il titolo che ritiene più efficace, la copertina che reputa più idonea, e che provveda all'editing; quest'ultimo di comune accordo con l'autore, che ha sempre diritto a una verifica pre stampa (visto si stampi). 
La lettera d'mpegno è comunque vincolante, bisogna vedere se ci sono clausole o margini per svincolarsi.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Le opzioni possono essere due: o contratti distinti per ogni singolo autore (con i rispettivi dati, percentuali di royalties e anticipi) o un unico contratto, con riportati nomi e dati dei vari autori e una clausola in cui è specificato che importi e percentuali sono divisi per ciascun autore.
I pagamenti saranno in ogni caso versati sui rispettivi conti.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Nel contratto a termine, il termine entro cui pubblicare va generalmente indicato.
Sì può trattare di pochi mesi o di un tempo maggiore, fino a 2 anni (o dalla stipula del contratto, o dal visto si stampi).
Se il termine è decorso senza che la pubblicazione sia avvenuta, puoi richiedere (e ottenere) la risoluzione del contratto per inadempimento.

Leggo, però, che il visto si stampi (da cui la decorrenza dei termini dovrebbe partire) non è stato dato. Bisognerebbe capire perché.
In ogni caso, se con l'editore il rapporto è buono, potresti spiegare le tue motivazioni per non pubblicare più. Oppure potresti apportare delle modifiche, se ritieni che la tua scrittura si sia evoluta.
Visto che la casa editrice sta prendendo tempo per pubblicare, potresti proprio approfittarne per migliorare il testo.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Ciao @Wanderer, credo che abbiano solo inserito una precisazione, ma che sia a tutti gli effetti un contratto a termine.
La durata è triennale e il numero di copie indicate riguarda la prima edizione (in pratica si suppone che tre anni siano sufficienti per esaurire  il "ciclo vitale" di quell'edizione). In sé mi sembra un contratto valido, bisognerebbe solo capire cosa accadrebbe se nell'arco dei tre anni l'editore decidesse di procedere a una seconda edizione (caso raro a meno che non si tratti di un nome di particolare richiamo). Non parliamo di semplice ristampa della prima edizione, ma di un'altra edizione con contenuti aggiuntivi e nuova veste grafica; di norma avviene dopo qualche anno e dopo almeno una ristampa. A me è accaduto di pubblicare una seconda edizione con lo stesso editore, dopo una ristampa, e circa tre anni prima della scadenza del contratto decennale. Suppongo che nel caso da te descritto l'edizione successiva sarebbe da regolare con un contratto ad hoc, o con un accordo scritto che valga come integrazione del precedente contratto, facendo attenzione a non superare il limite dei vent'anni, visto che si tratta comunque dello stesso libro.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Ciao @asso78, alla scadenza del contratto si torna in pieno possesso dei propri diritti di sfruttamento economico, per cui puoi provare a riproporre il tuo libro a un altro editore senza alcun problema. Non tutti accettano di ripubblicare un libro già edito, benché riveduto e corretto, ma tentar non nuoce.
Riguardo quelle 20 copie avanzate, l'editore potrebbe decidere di continuare a venderle sino a esaurimento, oppure inviarle al macero.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Silverwillow ha scritto: mer mar 24, 2021 1:43 am Grazie mille :love: Ormai il contratto già in essere lo tengo. Sarebbe difficile ritirare il libro e pubblicarlo con altri o in self senza bruciarlo. Sto facendo il possibile per promuoverlo per conto mio.
Parlare con l'editore è stressante, perché usa termini astrusi come "abbiamo preso in carico le sue richieste" o "fidelizzazione degli autori" (avrà studiato legge? lavorato in un'agenzia di assicurazioni? mah). Mi interessava appunto sapere se, visto che quest'anticipo mi pare non abbiano intenzione di versarlo, potevo usarlo almeno per contrattare. Se mi dici che potrebbe essere addirittura causa di risoluzione del contratto, a maggior ragione dovrebbero venirmi incontro. Speriamo.
Intanto grazie ancora (y)
In effetti, sembra che l'editore usi termini da customer care aziendale, più che da legale. :D

Sì, il tipo di inadempienza è da risoluzione. Uno dei doveri dell'editore è quello di versare all'autore quanto gli spetta e nei tempi previsti da contratto, che si tratti di anticipo o di royalties di vendita.
Gli altri doveri sono la pubblicazione dell'opera (sempre nei tempi previsti e salvo cause a lui non imputabili) e l'invio dei resoconti all'autore.
Credo, a questo punto, che convenga anche a lui negoziare ed eliminare la clausola. ;)

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Silverwillow ha scritto: mar mar 23, 2021 1:15 pm Ma se posso sfruttare la loro inadempienza contrattuale per svincolarmi sarei più tranquilla. Cosa devo fare di preciso?
In realtà, con questa inadempienza ci sarebbero i margini per risolvere del tutto il contratto, ma se ti è sufficiente poter derogare alla clausola, basterebbe parlarne loro e dire che rinunceresti al compenso a patto di eliminare l'opzione.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Silverwillow ha scritto: lun mar 22, 2021 6:27 pm Avevo scritto un topic in proposito su WD, ma qui i siti chiudono, vanno a fuoco, è un gran casino :confusion-seeingstars: :lol:
In pratica il contratto con uno dei miei editori (firmato ad aprile 2020) prevedeva un anticipo. Scoprendo che avevano tempo fino a due mesi dopo l'uscita del libro, ho lasciato stare, ma qualche settimana fa, avendo bisogno di copie, ho scritto per ordinarle chiedendo se fosse possibile scalarle dall'anticipo. La risposta mi ha lasciata di sasso: l'editore si era dimenticato di averlo messo nel contratto (o piuttosto, come ho pensato io, mi hanno mandato quel contratto per sbaglio, e non avevano alcuna intenzione di darmelo). Mi ha abbuonato le copie, ma non mi ha chiesto l'iban né ha accennato in alcun modo alla cifra rimasta che comunque mi spetta, anche tolte tasse e copie. Mi conviene riscrivere e chiedere (o meglio, pretendere)?
La seconda domanda è più spinosa. A me dei loro quattro spicci alla fin fine importa poco, ma potrei usare la loro inadempienza su questo punto per sganciarmi dalla clausola del diritto di opzione? Perché a questo punto preferirei lasciar perdere l'anticipo e guadagnarmi la libertà.
Nota: la pubblicazione è avvenuta l'11 febbraio, quindi sono quasi due mesi
Ciao @Silverwillow, sei proprio sicura che la clausola sull'anticipo fosse lì per sbaglio?
In questo periodo, causa covid, diverse CE stanno "dimenticando" di dover pagare gli anticipi pattutiti, è successo anche a me e ho dovuto sollecitare più volte. Non è una giustificazione, ma una possibile motivazione.
Io credo che tu debba almeno provare a chiedere una spiegazione. Se poi preferisci lasciar perdere l'anticipo e svincolarti dall'opzione, è anche questa una possibilità, ma devi essere tu a valutare l'opportunità dell'una o dell'altra soluzione.
In ogni caso, il mio consiglio è di contattarli e chiedere senza indugiare.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

konradin ha scritto: dom feb 14, 2021 10:41 am Non sapevo che la pena fosse la risoluzione
Mi spiego meglio anche su questo punto. Se la clausola di prelazione prevede il dovere dell'autore di sottoporre un nuovo inedito all'editore ma non lo fa, vi è un'inadempienza. Dinanzi a questa, la parte danneggiata può ottenere la risoluzione del contratto.
Nella maggior parte dei casi, nel contratto di edizione gli inadempimenti sono a pena di risoluzione.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

konradin ha scritto: dom feb 14, 2021 10:41 am Grazie. Per quanto riguarda la prelazione no, non sono indicate penali. Non sapevo che la pena fosse la risoluzione: più che una pena sarebbe un premio ; ). Davo per scontato che l'editore avrebbe potuto chiedermi un eventuale risarcimento per i mancati guadagni o qualcosa di simile (in caso ovviamente di successo del libro).
In tal caso, se proprio l'editore chiedesse un risarcimento, dovrebbe essere un giudice a stabilirne l'ammontare dopo aver valutato. Il giudice, a sua volta, potrebbe fare valere d'ufficio la nullità del contratto (come scritto sopra), che annullerebbe comunque anche la clausola di prelazione. ;)

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

konradin ha scritto: sab feb 13, 2021 5:48 pm In questo caso però, se io autore non avessi nel frattempo rispettato una clausola del contratto, in particolare mi riferisco a quella di prelazione, allora la situazione si farebbe più complicata...
In realtà, se il contratto è nullo lo sarà a prescindere e lo sarà con effetto retroattivo, come se non fosse mai stato stipulato, per cui anche le clausole sarebbero nulle.
Al limite l'editore potrebbe chiedere comunque la risoluzione, prima di che tu ne faccia valere la nullità, per inadempienza da parte tua (mancato rispetto della clausola).
Se non sono previste delle penali legate alla clausola di prelazione, tu non devi comunque nulla all'editore, da un punto di vista strettamente economico. Ti si può solo contestare la mancata correttezza, ma già la risoluzione del contratto varrebbe come "pena".

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

Preciso meglio una frase:
la controparte non può addurre argomenti per opporsi, se c'è c'è
Nel senso che una volta che il giudice abbia accertato la nullità, la controparte non può fare altro che accettarla, ma nel momento in cui gli viene comunicata l'azione di nullità da parte del diretto interessato (atuore), la controparte (editore) può semplicemente accettarla o opporsi. È solo un'opposizone all'azione di nullità, però, non un dibattimento vero e proprio. Se la nullità è lampante non esistono "prove" del contrario. Se il giudice l'accerta e la conferma non può fare altro.
Al limite, però, l'editore potrebbe proporre di convertire il contratto "a termine" nullo in contratto "a edizione". In tal caso, in automatico, varrà per una sola edizione e per un massimo di 2000 esemplari.

Re: Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

La nullià di un contratto è un vizio "genetico", che lo inficia nella sua interezza, a prescindere che essa riguardi una singola o più cluasole.
Finché una delle parti (o un terzo interessato) non la fa valere, il contratto continua a rimanere in essere, se invece se ne rende conto e decide di farla valere, essa è retroattiva e annulla qualsiasi effetto prodotto in precedenza.
Per esempio, se l'autore ha ricevuto degli anticipi dovrà restituirli.
La nullità di un contratto è prevista dalla legge (in questo caso regolata in maniera specifica anche dalla L.d.A.) che ne stabilisce le cause, per cui non è necessario che sia "sancita" da un giudice va solo accertata da questo. Può anche essere rilevata d'ufficio dal giudice che la noti in altra fase di un giudizio. L'azione di nullità può essere effettuata da chiunque ne abbia interesse (anche se non è un contraente, ma ha subito un danno come effetto del contratto) e non è soggetta a prescrizione.
Va fatta comunque valere dinanzi al giudice, che in automatico ne prenderà atto (la controparte non può addurre argomenti per opporsi, se c'è c'è) quindi ti consiglierei di rivolgerti a un legale.
Qui puoi trovare le disposizioni del CC.

Quesiti e dubbi sui contratti di edizione

In questo topic raggruppiamo ogni possibile dubbio sui contratti o sulle singole clausole, evitando di aprire nuove discussioni al riguardo. Tutte le altre perplessità e domande che esulino dalla materia contrattuale, ma aventi carattere legale, possono essere espresse mediante singoli topic.

Vi chiediamo anche la cortesia di non riportare qui interi contratti editoriali: si tratta di accordi privati tra voi e l'Editore e non potreste divulgarli. Potete, d'altra parte, citare singole formule o passaggi che ritenete poco chiari.

Vi suggeriamo anche di dare prima un'occhiata al fac-simile del contratto di edizione con relativi commenti. Forse potreste trovare già lì alcune risposte.

Purtroppo capita spesso, dinanzi alla prima proposta di pubblicazione, di essere così presi dall'emozione da leggerla senza attenzione, o senza porsi domande e dubbi su determinate clausole.
Ricevere la proposta di una CE, però, non significa sempre essere giunti al fatidico traguardo, talvolta può essere persino l'inizio di un calvario.

Fortunatamente sono tanti gli editori corretti e trasparenti, ma non tutti lo sono e va messa in conto anche questa eventualità, per cui il consiglio che noi di CdM vi diamo è di:

- leggere attentamente il contratto che vi è stato proposto, clausola per clausola. Se vi va potete anche confrontarlo con il nostro Fac-simile.

- Soffermarvi su quelle clausole o frasi che vi appaiono poco chiare e chiedere sempre una spiegazione (che sia a un legale, a un addetto ai lavori in questa discussione, o all'editore stesso) o un parere. Dopo tutto, quella che vi giunge è pur sempre una bozza di contratto e la bozza può essere negoziata, non è vincolante e non siete obbligati ad accettare ogni singola clausola.

- Quello contrattuale è un argomento piuttosto vasto, e per comprendere se ciò che vi è stato proposto è un accordo valido o meno, dovreste soffermarvi su molti fattori.

Quelli principali, benché non comprensivi di tutto ciò che andrebbe considerato, sono:
  • Acquisto di copie o richiesta di contributi di altro genere. Se una CE vi chiede un contributo su ciò che in base alla L.d.A. è previsto a suo carico (acquisto copie cartacee o digitali, rimborso spese per editing, correzione bozze, promozione, altro contributo benché una tantum) siete dinanzi a un editore a pagamento. La nostra comunità crede nell'editoria non a pagamento, ma ognuno è libero di scelgire se investire sulla propria opera e pagare per pubblicare o meno, in tal caso vi suggeriamo di farlo almeno con delle consapevolezze.
  • Percentuale prevista per le Royalties sulle copie cartacee (non dovrebbe mai scendere sotto il 5% e dovrebbe aggirarsi intorno al 7-10%), digitali (solitamente tra il 20 e il 30%) e sui diritti connessi (cinema, radio, tv, teatro, fumetto, traduzioni in altre lingue, eccetera, che dovrebbe essere sempre 50% a voi a 50% all'editore, o a vantaggio dell'autore se è stato quest'ultimo a procurare il contatto con l'acquirente).
  • Durata del contratto: sconsigliamo una durata superiore ai 5 anni se l'editore è micro o piccolo (a meno che non sia tra i più noti e qualificati); molti editori, tuttavia, offrono in automatico la durata massima, cioè 20 anni, ma sono disposti a scendere trattando.
  • Promozione del libro: una clausola contrattuale riguardante la promozione (quantomeno on-line) dovrebbe esserci.
  • Editing o correzione di bozze (anche qui una clausola dovrebbe essere prevista); benché siano contemplati dalla L.d.A, non tutte le CE li prevedono, l'importante è che se incluso (cosa sempre aupicabile) sia a carico dell'editore (e lo è per legge) quindi gratuito per voi.
  • Tipologia di pubblicazione (cartacea e/o digitale). Alcuni preferiscono solo il formato ebook, altri prediligono il contatto con il libro e la carta stampata, per cui vogliono vedere il proprio libro in formato cartaceo. È una scelta personale da analizzare nel momento in cui mandate le vostre proposte alle singole Case Editrici.
  • Anticipi sulle royalties. Premettiamo che è quasi un sogno per le micro e alcune piccole CE (le più note, invece, agiscono come le medie), è molto diffuso per le medie, quasi una regola per le Big. Se è previsto, però, che sia di 500, 1000, o 10.000 Euro, è indice di professionalità e serietà.
Nonostante questi nostri suggerimenti, vi esortiamo comunque a non fermarvi qui: spulciate attentamente il contratto per riconoscere e schivare eventuali trabocchetti (alcune volte ce ne sono e persino di fantasiosi).
E ricordatevi che se avete domande o dubbi potete scriverli in questa discussione, per ricevere i pareri di altri utenti con esperienza o dei nostri Staffer.

Di seguito, invece, per chi non volesse approfondire dal punto di vista tecnico, cito la "Guida alla pubblicazione di un romanzo: un passo dopo l'altro" (link ancora da inserire).

Torna a “Quesiti e dubbi sui contratti di edizione”