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Re: Ti prego non sognare

Ciao, cara @Adel J. Pellitteri :) mi piace il nuovo nick
coloro che non hanno le tue stesse mete, che non riempiranno mai con te le medesime valigie. Quelli che per forza devi lasciare indietro.
questo pezzetto mi fa venire i brividi, non so chi soffre di più. Qualche volta tocca partire, perché non ne puoi fare a meno, devi staccarti, lasciare indietro. Non parlo di lavoro, ma di responsabilità personale verso noi stessi.
ciò nonostante alla fine – resisti e resisti –
ti faccio una domanda-provocazione: alla fine di cosa? Lo so che è un'espressione, ma mi è successo spesso che leggendo cose mie mi chiedessero che cosa intendevo, quando scrivevo alla fine, mi è saltato all'occhio. Tu sai rispondere? Si può omettere?
«Vado di là» gli diceva, e scompariva per ore dentro i suoi silenzi.
avrei lasciato una riga vuota prima di questa frase, perché da qui cambia il punto di vista.

È un racconto dolce e amaro insieme. Ti prego, non sognare credo che sia la cosa più crudele che ho mai letto, come dire: ti prego, non essere te stessa. Metti in evidenza una relazione che a me sembra sbagliata, c'è ansia da entrambe le parti, e disagio. Come sempre, in poche righe, tiri fuori mondi.
Metterei qualche virgola prima dei ma e dei perché e, mi viene da dire che espliciterei qualche soggetto, ma so che questo è il tuo stile quindi mi cucio la bocca, fai finta che non lo abbia scritto.

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