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Re: Scrivere racconti

RicMan ha scritto: Ciao @m.q.s. 
a me è capitato di perdermi durante la scrittura di un racconto perché ero partito senza avere ben chiaro dove sarei andato a parare, quindi ho capito che, almeno nel mio caso, serve sia avere in mente una traccia ridotta all'osso ma allo stesso tempo seguire le necessità della narrazione "qui ed ora" che accompagni me ed il lettore nei luoghi che mi interessa esplorare.
Secondo me la bellezza di una storia breve dipende da una sorta di patto che l'autore cerca di stringere con te sin dall'inizio. È raro che una storia che parte con una scrittura banale o smorta diventi coinvolgente (a meno che non sia un effetto voluto, ma non é di questo che parlo).
In virtù del fatto che lo spazio a disposizione é limitato credo sia giusto sfruttarlo in maniera intensiva per sedurre il lettore dopo averlo convinto che il tempo che ti sta dedicando non é tempo buttato. 
Non é un atteggiamento materialista mettersi nei panni di qualcuno pronto a sborsare soldi per leggerti e cercare di capire cosa potrebbe fargli pensare "Wow, questo merita!", anzi forse é una forma elevata di generosità  :)

RC
Ciao @RicMan , oh, capisco bene quello che dici. Anche a me è capitato (e capita tutt'ora) di iniziare un racconto (o anche cose più lunghe) e poi perdermi. Proprio perché non sapevo bene dove andare a parare, come dici tu. In quel caso, molto spesso abbandono. In rare occasioni, invece, sento che quanto sto scrivendo ha del potenziale e allora continuo. In pochi casi poi scatta la scintilla e riesco a "salvare il racconto" (NB: non vorrei suonare pretenzioso, sia chiaro. Mi riferisco sempre a standard e giudizi che do io stesso a me stesso :) ).

Sono anche d'accordo sulla questione "patto lettore-scrittore". Trovo che immedesimarsi nel lettore per cercare di capire se ciò che scriviamo possa arrivare sia una grandissima (quanto necessaria) forma di generosità. Altrimenti, tanto vale tenere un diario.
Non ricordo chi ha detto, forse Wallace, che quando si scrive bisogna provare a empatizzare con il futuro lettore, cercando di capire non solo l'effetto che ciò che scriviamo ha su di noi, ma anche l'effetto che potrà avere sul lettore esterno. Qualcun altro, forse Barthelme o forse Saunders o forse qualcun altro, ha detto che tra lettore e scrittore si crea una specie di canale di comunicazione mentale. Ma se lo scrittore non è abbastanza bravo, allora il canale di comunicazione procede con intoppi, e il lettore perde interesse. Un po' come dici tu.

Quanto allo schema: ci ho provato, ma nel mio caso non funziona. O meglio: se metto per iscritto, poi fatico. Lo schema preferisco tenerlo a mente, così che possa rielaborarlo inconsciamente più volte. Invece, mi piace molto tornare sui testi scritti per rielaborarli più volte. A volte mi riesce di scrivere un racconto soddisfacente (per me) alla prima stesura. Allora basta limare e sistemare le imperfezioni. Ma nella gran parte dei casi, mi capita di riscrivere la stessa storia più e più volte, finché non assume una forma decente.
Magari parto in un modo, poi rileggo quanto scritto e mi fa schifo, allora ricomincio, ecc ecc :)
Mi piace quando inizio a scrivere e poi la storia mi sorprende, perché prende pieghe che non avevo immaginato all'inizio. Ma succede solo a volte, purtroppo, altrimenti sarei uno scrittore serio ah ah.
Sono insomma d'accordo con quanto detto da Ćechov: lo scrittore è l'unico lavoro che quando si mette a lavorare, non sa bene cosa andrà a fare (vado a memoria, lui l'ha detto sicuramente meglio).

Grazie mille per la condivisione!

Re: Scrivere racconti

Adel J. Pellitteri ha scritto: @m.q.s. personalmente adoro i racconti, mi piace la sintesi, amo scegliere le parole una per una come fossero ciliege buone da trovare in mezzo a quelle cattive. Riuscire a fare entrare molta storia in poco spazio è, per me, un valore determinante. È ovvio che spesso sia io soltanto e vedere più storia di quanto ne possano scorgere i lettori, ma il mio sforzo va sempre verso questa direzione. Concordo con la citazione fatta da @ivalibri, un romanzo corrisponde a un film, mentre un racconto è una foto, ma è importante saper realizzare una foto panoramica; più riusciamo a espandere l'immagine (catturare sfumature atmosferiche, inserire qualche dettaglio significativo dell'ambiente, sintetizzare la sequenza degli eventi fino a scendere nell'animo dei personaggi), più il nostro racconto farà presa sul lettore. Non sempre ci riesco, ma l'intento ogni volta è lo stesso. L'idea di un racconto nasce nei modi più disparati, di solito mi viene in mente l'incipit, una sola frase ancora senza nessuna storia. E poi... da parola nasce trama.
Sì concordo con voi. Per la mia esperienza, ho sempre scritto "di getto", partendo da una suggestione, o da un'intuizione (che paroloni ahah).
Questo perché in molti racconti mi piaceva concentrarmi sulle emozioni, che sulla trama (che poi, anche lì, cosa significa trama? Cosa intendiamo? Secondo me è importante la storia, che ci sia una storia, pure se questa viene raccontata da un susseguirsi di suggestioni)
Di recente ho provato a costruire un racconto buttando giù un vero e proprio schema. Sarebbe carino condividerlo, era tutto un "1a) succede questo e questo, 1a') attenzione, entra in gioco quest'altro, 1b) ecc ecc".
Insomma, volevo sapere tutto ciò che sarebbe successo nel racconto, prima ancora di scriverlo. E invece è successo che non riuscivo a scrivere il racconto vero e proprio. Un sacco di false partenze.
Alla fine l'ho scritto eh, quel racconto, ma mi risulta legnoso, stentato..
Dunque sono giunto alla conclusione che, per quanto mi riguarda, è meglio NON sapere cosa accade nel racconto, lasciare che la storia mi sorprenda mentre la scrivo. Quando parlavo, più su, di magia del racconto, non intendevo affatto il genere o il tipo di storia, non c'entra nulla, secondo me. Intendevo proprio che certi scritti hanno il potere di sorprendermi e di lasciarmi a bocca aperta, cioè si respira proprio che le intuizioni lì contenute hanno stupito in prima battuta lo stesso autore. Non so se questa cosa ha senso, ma per me è così

Re: Scrivere racconti

Sono contento che l'argomento abbia suscitato un certo interesse e che dalla discussione stiano nascendo spunti molto interessanti.
Ringrazio tutti gli utenti intervenuti fino a ora. Condivido molto di quanto avete espresso.

Anche io mi sono fatto l'idea che un buon racconto debba smuoverti dentro, lasciandoti qualcosa di nuovo (o sottraendoti qualcosa). A volte mi capita anche di leggere un racconto e pensare che non sia niente di speciale. Poi però non riesco a smettere di pensarci, e dunque il testo ha funzionato, a suo modo, no?

Quanto all'effetto wow, sì, pure secondo me è bello quando questo capita, però è anche vero che, talvolta, volerci mettere un colpo di scena a tutti i costi "non fa funzionare il racconto". E magari ci sono racconti con finale aperto che, invece, funzionano. Però concordo con @GiD  circa l'importanza del ritmo.

E sul modus operandi, che mi dite? Ad esempio @Poldo , mi pare di capire che quando scrivi segui l'ispirazione, un'intuizione, un'idea, e da lì continui di getto, senza preparare il terreno con una scaletta, giusto? Anche per@Luca Canetti è così, giusto?

@JD WOLF cosa intendi con questo: "[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]tengo su la cartuccia mezza della stilografica e che d'inchiostro ne rimanga dentro un pochetto"? A un lavoro di limatura successiva alla stesura, oppure a un processo in itinere?[/font]

@Silverwillow  eh, hai ragione quando dici che, in teoria, se uno sa scrivere non dovrebbe avere problemi con qualsiasi tipo di prosa, però secondo me saper scrivere non è sufficiente. In certi racconti c'è la magia, in altri manca, o ce n'è di meno. E questo, secondo me, vale anche prendendo un singolo autore. Alcuni racconti sono più belli di altri (anche al di là di una mera valutazione soggettiva). E quella magia da dove arriva? mmm magari saperlo :)

@ivalibri  è vero quanto dici, ed è un mistero. In Italia i racconti sono per la gran parte visti come a) o propedeutici alla scrittura di un romanzo. Del tipo scrivi un racconto per poi arrivare al romanzo, b) o come materiale di serie b. Quando, secondo me, entrambe le teorie sono poco valide. Ci sono ottimi romanzieri che con i racconti se la cavano meno bene, e viceversa. 

Grazie ancora per lo scambio di opinioni! :) 

Scrivere racconti

Ciao!

Negli ultimi tempi mi è capitato più volte di riflettere sul concetto di racconto compiuto. Cosa distingue un buon racconto da uno meno riuscito?
Dipende dalla storia? Dallo stile? Dalle scelte narrative? Dal gusto del lettore?
Mi piacerebbe un vostro parere in merito.

E, soprattutto, vi chiedo: qual è il vostro metodo, quando scrivete racconti?

Grazie a chi vorrà condividere <3 

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