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Re: Mille rivoli di pioggia

@Atlab the Alchemist ciao, non mi è piaciuto solo sulla parte dove dipingi Sara... è troppo stereotipata... poi, io sono uomo, e chissà perché, a volte sono più femminista di tante... a parte che io adoro Ippolita.... è sempre tanto gentile e aperta a tutto... dai, ci sentiamo in altre occasioni...ciao ciao  (y)

Re: Mille rivoli di pioggia

@Atlab the Alchemist ciao. Non ti faccio questo commento solo per postare ma perché mi fa anche piacere :D





Mille rivoli di pioggia

Ti confesso che questo incipit mi ha un po disorientato perché evoca la potenza dell'acqua che si forma attraverso mille gocce, mille rivoli, mille torrenti..
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A volte bastava un’allusione spinta, un doppio senso alla velocità della luce. Confusione che alimentava un non senso, parole bruciate alla nascita e un filo di voce per pronunciarle. Fino al tramonto. Era allora che Sara diventava di tutti.
Passione che intuiva se stessa aggrovigliandosi in mille rivoli di pioggia, quella che sbatte sulla lamiera provocando solo rumore.
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L'idea che mi ha preso inizialmente si confronta con un'altra di diversa natura: la donna. Trasmetti  enfasi e passione, elementi che sono attinenti all'universo femminile.
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Sara impegnava una sedia al Ministero in qualità di traduttrice. Durante il giorno poteva mostrare il suo corpo, nell’accezione più spinta del termine, sotto forma di collo o di caviglia. Le uniche parti, bianchissime, che dedicava ai suoi colleghi. Svolgeva le sue mansioni in maniera casta ed elegante alimentandosi del rispetto degli altri per una creatura tanto divina quanto impalpabile. 
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Qui spezzi il filo magico dell'atmosfera che avevi creato. Il descrivere è molto freddo e rompe il patos.
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Qui diceva di chiamarsi Sandra, e la conoscevano tutti. Giusto il tempo di ingoiare letteralmente un paio di super alcolici per svegliarsi del tutto e abbandonarsi nelle braccia di chiunque l’avesse guardata o rivolto la parola per un attimo. Poteva essere un giovane marito o un gruppo di amici giunti lì solo per bere. E invece si ritrovavano a letto con Sandra, nel separé del locale.
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Una donna dalla doppia vita. Come tante ne sono state rappresentate da tanti film o racconti. Questa donna mi suscita poco, devo dire la verità.
Troppo stereotipata e rilegata sui cliché a cui troppa letteratura di autori maschili hanno abusato e tratto le loro fonti di ispirazione. Certo. è una donna con una certa carica sensuale, ma la sua storia mi pare priva di un minimo di novità.
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e le fruttava quella strana donna vogliosa e implacabile che si donava a tutti per nulla.
Sara rientrava nel suo appartamento ormai sfinita e assonata. Il più delle volte andava a letto ancora vestita. L’indomani si svegliava di buonora, si vestiva di nuovo in maniera casta e rassegnata, raccoglieva i capelli corvini e si recava al Ministero pronta per un’altra giornata di lavoro attenta a non sprecare un solo secondo del poco tempo che il tumore al seno le avrebbe ancora concesso.
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Insomma, al posto di una robusta sbronza per dimenticare, una sbronza di sesso finché ci sarà vita. Io ritengo di dover dire due cose in linea di massima. La prima è che dal punto delle capacità di scrivere che hai, e che mi appaiono buone, pecchi di non ricercare, o di meditare, sulla base di ogni storia. La storia deve essere fondamentale, questa è la seconda, e non mi pare che sei riuscito a amalgamare bene il tuo personaggio al suo vissuto/storia. Direi che il racconto soffre quando diventa patetico, perché per trattare la sofferenza, o nel raccontarla, spesso ci si finisce dentro.
Io ti consiglierei, in via amichevole e nel massimo rispetto per le tue idee, ti scegliere accuratamente il protagonista e la sua storia, cercando di creare attorno a essi, novità e interesse, obbiettivo a cui noi tutti miriamo. Una bella scrittura deve essere impiegata bene. (y)
ciao a presto.

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