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Re: [Lab13] Empatia transgenerazionale

@Mina ciao. Posso dire di trovarmi d'accordo con le osservazioni già fatte dagli amici. Ma aggiungerei qualcosa a riguardo la scelta di concentrare la storia in un crogiuolo di ricordi e flussi al presente. Credo che avresti dato al racconto un ordine tale da far assaporare quella atmosfera che descrivi, unito allo stato d'animo della protagonista. Lei si racconta troppo e così la storia, invece di essere vissuta direttamente, viene rappresentata coinvolgendola a troppe domande che non trovano risposta, e che vengono girate al lettore. Per essere un racconto ci può anche stare. Ma credo che un racconto non debba creare una storia da risolvere, ma risolvere una storia. Non so se mi spiego. Però, il percorso narrativo che hai scelto, i temi trattati, obbligavano a tale scelta, di questo ne prendo atto. Noi oggi non ci poniamo il problema su cosa ne sarà di noi, del nostro corpo, dato che mai saremo oggetto di mummificazione. Magari quelli che si sono fatti ibernare, inutilmente, potrebbero essere esposti in qualche museo, a testimonianza delle nostre credenze a livello scientifico. Fra mille anni, qualcuno potrebbe ritrovarsi esposto nella crio-teca, ai pensieri divertiti della gente. Magari qualcuno, in una epoca futuribile, dove sarà possibile estrapolare dal cervello umano tutta la sua vita, rilegata nei sui ricordi custoditi nelle cellule cerebrali, potrà avere quel rapporto stretto con un umano del passato, con tutte le possibili ricadute esistenziali, e perché no, anche a livello di parapsicologia. Ciao. :D

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