@Kasimiro ciao. Finalmente ho potuto leggere il tuo lavoro che aspettavo da giorni!
Tre capitoli di un racconto che lascia molto alla interpretazione. Prima cosa: ho notato la grande fatica fatta nell'organizzare, nei vari tempi verbali, gran parte del vissuto dei tre personaggi. Hai scelto un percorso narrativo irto di difficoltà in quanto lasci che sia la voce narrante ad accollarsi quasi tutto. Hai escluso completamente lo show don't tell e questa scelta ti ha obbligato a troppi "remember" e spiegazioni. Hai usato molto l'imperfetto, intercalato con i vari passati. Mi pare comprensibile, anche se non azzeccata, la scelta che hai fatto, considerato che dovevi affrontare un racconto in tre capitoli. Ma affrontare la tua storia pensando di darle l'effetto "quasi storico" del tempo che fu a riguardo della vita dei personaggi e poi immergerli nella storia del momento, è una manovra alquanto difficile. Diciamo che l'hai presa molto alla lunga e questo percorso ti è costato fatica.
Seconda cosa: la trama. Hai lasciato che si arrivasse a comprendere i ruoli dei personaggi quasi alla fine del terzo racconto: questo passo rende chiara la rappresentazione di quella normalità che Michele non coglie.
Kasimiro ha scritto: “Mm... forse siamo invasi dagli alieni, come nella puntata numero 6, quando i rettiliani assunsero forme umane”.
Nel nuovo sfavillante centro commerciale le autorità locali avevano ideato un progetto di integrazione con persone con disagio psico fisico, riscuotendo un enorme successo. Volontari, tirocinanti, borse lavoro, davano una nuova luce a un luogo verso il quale l'indifferenza era spesso la norma
Dopo una fase proficua di dialogo tra Michele e il Maresca, vai a offrire in supplemento la spiegazione al lettore, che a mio parere, forse aveva già.
Il taglio tra i due è improvviso, la voce narrante non ha ben condotto la dissolvenza delle azioni. A mio parere, era tutto chiaro e questo passo lo potevi tralasciare, o diversamente se ti andava, lasciare che fosse stato Antony Maresca a dargli la spiegazione del perché di tanti "Tutti uguali".
La questione del poco bilanciamento tra parlato e raccontato è importante in questo lavoro. Si capisce che data la necessità di rendere al meglio la personalità di Luciano ed Enzo, hai dovuto usare la voce narrante, ma credo che con una diversa impostazione di natura generale, avresti avuto lo stesso, la possibilità di farli emergere nelle loro abitudini da "bambini" che alcune che hai descritto, sono molto di effetto. Come Il bacio sulle mani prima di trasferirlo, le varie attività di collezionismo su cose comuni e quasi subdole, ma di grande importanza per loro che vivono il materialismo in modo diverso.
Terza cosa: la questione sulla normalità. A questo punto tiro in ballo
@Poeta Zaza che con la sua poesia vincitrice dell'ultimo contest " La nuova paura" affronta alcuni punti del tuo stesso tema. Mi pare di capire che lasci al lettore il giudizio finale. Io, lettore investito di questo giudizio lasciato ai posteri, posso solo dire che l'anormale non è proprio colui (Michele) che si trova spaesato di fronte alla realtà che gli si para innanzi. Credo che bisognerebbe fare un distinguo tra l'avere un certo imbarazzo per una manifestazione di solidarietà per i "diversamente abili" e l'imbarazzo provato di fronte a un poliziotto trans.. Credo che siano due diversità inconciliabili allo scrutinio della attendibilità in un eventuale giudizio pro o contro.
Caro
@Kasimiro, io non ho nessun problema a chiarire la mia posizione, e lo farò senza inutili giri di parole. Mi pare giusto e lodevole che la nostra società sia basata sulla solidarietà verso chi ha avuto la sfortuna di nascere con la sindrome Down e altre problematiche di sesso. Ma che mi si chieda di accettare come normale, socialmente accettabile, giuridicamente supportata, addirittura sponsorizzata dai media come condizione di elevata personalità, l'essere gender, no! questo no! Che poi ognuno, nelle sue stanze riservate faccia quello che vuole, a me sta bene. Ma far passare l'idea che la libertà che questa scienza folle permette facendo a pezzi l'idea di uomo e donna/famiglia, a me non va giù. Se il terrore di questa normalità che si sponsorizza tu la intendi anche in questo caso, beh! siamo dello stesso parere. Se invece la tua idea è che oggi si ha una paura senza motivo che rasenta il disprezzo della diversità/normalità, qui non sono d'accordo. Ti confesso di aver iniziato a scrivere un libro, che poi ho messo da parte, che parla di una era futura dove i media sponsorizzeranno le coppie ad avere figli down per questioni culturali, nascondendo il vero motivo di una società perversa che avrà bisogno di un target di lavoratori malleabili... Di quella era, che mi auguro non arrivi mai, cosa si direbbe a riguardo della normalità e della solidarietà su chi è diverso? Se una futura società avesse bisogno di un popolo con tali caratteristiche, sarebbe giusto affidarsi ai principi umanistici, quando tali umani creati per le esigenze commerciali, sono una aberrazione della società? Ti ricorderai del mitico film Blade runner! Quando è chi governa la società a manipolare la natura umana, in quel caso, bisogna opporsi. Credo che questo stia avvenendo oggi, putroppo. Credo di aver detto tutto e attendo un tuo parere. Il tuo lavoro è da lodare per l'ampio dibattito a cui si apre. Grazie e a presto.