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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

Ippolita ha scritto: Perché "mistificazione"? Si tratta di un racconto con scopo edificatorio e apologetico; ovunque si cerchi "Versione dei Settanta", si vedrà  ricorrere il termine "leggenda".
La mistificazione è altra cosa
Cara @Ippolita 
quella che tu chiami leggenda aveva lo scopo di supportare l'idea che il testo della versione fosse ispirato da Dio. Una storia evidentemente falsa con uno scopo così politico. tu dici "edificatorio e apologetico", è proprio quello che io chiamo mistificazione. Evidentemente adoperiamo dizionari diversi.

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

Credo che fosse necessario fare un po' di chiarezza, caro @Cheguevara . E forse non ce n'è ancora abbastanza se leggo che in queste pagine c'è  chi continua a credere che l'IA sia qualcosa di molto recente. Evidentemente per costoro non ha rilevanza che Wikipedia scriva che i primi esperimenti risalgano alla metà degli anni 1950 o che io scriva qui di avere tenuto sull'argomento corsi universitari già trent'anni or sono. La novità recente è soltanto la disponibilità commerciale di Chat GPT e altre piattaforme simili. Tutto quello che ho scritto in queste pagine sui potenziali rischi dell'IA era noto da parecchi decenni e non soltanto a chi fosse un "addetto ai lavori". Non sono un complottista, ma nella nostra società le reazioni del "pubblico" a certi problemi avvengono soltanto quando la pressione mediatica decide che sia giunto il momento di strombazzarne sui social.
Siamo quindi andati fuori tema in questo topic? Certamente, ma credo fosse necessario. Per quanto riguarda i problemi connessi all'uso dell'IA nella scrittura, ho aperto un topic anche molto specifico, e anche molto "tecnico", la tecnica qui è relativa alla scrittura. Tuttavia il topic sembra aver ricevuto grande attenzione nel forum. Riporto qui il link
viewtopic.php?f=31&t=4802

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

massimopud ha scritto: Se trenta commissioni di studio istituite dai governi di trenta Paesi diversi dessero lo stesso parere su una data questione, quel parere dovrebbe ritenersi "vero", altrimenti non so quali altri criteri si possano seguire.
Ahah, @massimopud . Così mi ricorda la storia di una delle più grandi mistificazioni di sempre, la Bibbia dei Settanta. Nel III secolo a.C. il re dell'Egitto Tolomeo II ordinò per la biblioteca di Alessandria una traduzione in greco dei primi cinque libri della Bibbia, incaricando dell'opera il sommo sacerdote ebreo, Eleazaro. Questi nomino settanta saggi che, ognuno isolato nella propria cella, produssero settanta versioni. Miracolo, le settanta versioni risultarono tutte identiche!
Le trenta commissioni pagate da trenta governi diverse, anche se fossero composte da trenta membri ciascuno, sarebbero tuttavia pagate dai politici dei rispettivi governi e quindi, in definitiva, dalle stesse multinazionali che oggi, piaccia o no, governano il mondo. Non rimarrei sorpreso se, così, facendo, producessero il miracoloso "parere dei 900".  

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

massimopud ha scritto: la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica [...] è sostanzialmente analfabeta su questa materia e dunque non può che formarsi opinioni di seconda mano, affidandosi a chi sa o si presume che sappia
Il problema è sempre lo stesso @massimopud, l'ignoranza o meglio l'ignoranza e la presunzione e il profitto. Come dicevano Dewey e Don Milani l'ignoranza rende servi mentre l'istruzione ci rende uguali. Sono un esperto, ma non credo neppure ai maxiteam di esperti che, per conservare il maxistipendio, il più delle volte sono disposti a sostenere l'insostenibile e a saltare spensierati da un libro paga ad un altro. La sola soluzione possibile è sviluppare la coscienza critica nella popolazione tutta. E cominciamo smettendo di celebrare i vari Elon Musk , Steve Jobs e Bill Gates: affaristi, non certo eroi.

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

Silverwillow ha scritto: Ma è una cosa legale, disponibile a tutti, impiegata in tecnologie pubbliche e comuni? O è solo per esperti programmatori e sperimentatori?
Ci sono migliaia di articoli scientifici pubblicati sull'argomento: si va dall'entomologia (questa fu la prima applicazione degli algoritmi genetici) alla linguistica ai videogiochi. Personalmente io ci ho studiato certi particolari vetri. E' disponibile? Certamente lo è per quanti, come me, riescono a scriversi da soli i programmi. Sicuramente se ne parla da molto tempo, ricordo che più di 20 anni fa ho tenuto un corso universitario a informatica proprio su questo argomento. 
@Silverwillow visto il tuo interesse per le questioni legali, in giurisprudenza vige la regola quod non vetitur permittitur e non mi risulta che esistano leggi al riguardo. Se ne faranno probabilmente e auspicabilmente nel futuro, ma dubito che l'esistenza di un legge potrebbe mai impedire di infrangerla a chi lo desiderasse e ne fosse capace. Più che un legge sarebbe utile una maggiore conoscenza dell'argomento da parte del pubblico.
Per chi fosse interessato, suggerisco la lettura di "Io, robot" e di tutti i romanzi del "Ciclo di robot" di Isaac Asimov. I primi di questi scritti risalgono agli addirittura agli anni 1940. Le "Tre leggi della robotica" di Asimov, leggi che dovrebbero essere osservate da tutte le IA perché queste non possano diventare pericolose per l'umanità, costituiscono uno dei pochi esempi di concetti passati tout court dalla letteratura alla ricerca scientifica. Un avvertimento: Asimov se ne frega delle leggi della "narratologia" e tutti i suoi romanzi sono infarciti di deliziosi, interminabili "spiegoni".      

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

massimopud ha scritto: [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif] può una macchina programmata per eseguire dei passaggi logici, cioè per "pensare", raggiungere col tempo l'autocoscienza e prendere decisioni autonome, anche contrastanti con quelle dei suoi creatori? [/font]
Silverwillow ha scritto: Per me non può, per il semplice fatto che viene programmata in anticipo. Non è come un bambino, la cui combinazione genetica imprevedibile e le esperienze personali possono portarlo lontano dai genitori. La programmazione di una tecnologia è decisa in partenza (e ammetto che non mi dispiacerebbe se avesse un margine di sorpresa, ma per quel poco che ho visto finora ne dubito). L'autocoscienza per me è fantascienza
Se la domanda di @massimopud fosse relativa a Chat GPT la risposta sarebbe "evidentemente no", ma poiché credo che la domanda sia del tutto generale la risposta è sì.
E' interessante invece interessante la risposta di @Silverwillow perché mostra come la non conoscenza delle tecniche di programmazione più avanzate possa portare a sviluppare idee false. Esiste da parecchi anni una tecnica di programmazione che è proprio basata su un'imitazione della genetica (cfr. la voce "algoritmo genetico" su Wikipedia). In passato ho pure pubblicato articoli scientifici sull'argomento. Il DNA è un insieme di istruzioni codificate nell'acido nucleico come una sequenza [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]delle [/font]quattro basi G, A, T, C. Se vogliamo è un codice. L'idea degli algoritmi genetici è proprio quella di permettere a un codice di "evolversi" attraverso mosse che potremmo chiamare "mutazione casuale", "riproduzione sessuata", "clonazione", per rimanere dentro la metafora biologica. Un programma che usa algoritmi genetici simula una popolazione di stringhe di testo, di solito milioni o miliardi di "individui", ognuna delle quali contiene un codice completo, e li fa evolvere mimando l'evoluzione naturale. In concreto si definisce un funzione detta fitness che misura le prestazioni di ogni "individuo" e assegna maggiori probabilità di sopravvivere agli "individui" più fit, più idonei.
Con questo tipo di programmazione ho potuto trovare soluzioni non banali e a volte inaspettati per parecchi problemi.
In conclusione: il programmatore definisce la fitness come crede opportuno. I limiti sono gli stessi della selezione naturale e, dato che questaa ha prodotto l'autocoscienza in noi umani potrebbe anche farlo per i programmi.
La ragione per cui Chat GPT non mostra segni di autocoscienza è perché sono stati imposti limiti precisi e, credo, non si voglia terrorizzare il Pianeta. Con diversi vincoli di programmazione e tempo sufficiente (mesi o anni) potrebbero "nascere" programmi autocoscienti.    

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

Mi ero perso questa discussione, ma ho recuperato...
Ho lavorato, da fisico, ricercatore e programmatore, sulla IA, all'epoca si chiamavano "sistemi esperti". Uno dei risultati migliori fu l'applicazione alla diagnostica medica. In parole povere in input elenchi i sintomi e l'IA ti fornisce in output la diagnosi o, più probabilmente, una lista di accertamenti diagnostici da eseguire per poter effettuare una diagnosi differenziale. Per ragioni "politiche" non si volle allora rendere disponibile quel software, non si voleva mettere in discussione la figura del medico "umano". Onestamente credo che tale decisione sia costata un numero elevatissimo di vite: il sistema otteneva (già allora!) prestazioni molto superiori a quelle del 90% dei medici.
Due considerazioni. Prima: da allora si sono andate diffondendo "linee guida" che i medici devono seguire nell'interesse dei pazienti (e del servizio sanitario). Si è preferita al medico-robot la figura del medico in carne e ossa ma "robotizzato".
Seconda: e il 10% dei medici che otteneva risultati migliori dell'IA perché li otteneva? La risposta è semplice: ragionava per analogie a volte azzardate e giungeva a risultati che non erano stati (ancora) scritti sui libri di patologia e quindi potenzialmente adatti alle pubblicazioni scientifiche. Quegli stessi medici "creativi" forse sono stati i più penalizzati dalle linee guida...
Morale della favola? Ben venga l'IA, se la si può usare e se si sa cos'è preverrà errori banali senza umiliare chi veramente possiede talento.     
 

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