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Re: [Lab.9] Il fiuto di Camilla (cap.3 di 3)

Ciao @sefora, ben trovata al contest! Mentre @Poeta Zaza (che saluto) continua imperterrita a passare al setaccio ogni singola frase di ogni racconto, io ti propongo il mio commento "complessivo".

Cos'abbiamo?
Michele, ex professore in pensione, affetto da cecità, ha nella gentile e paziente labrador, Camilla, la sua compagna di passeggiate per la città di Latina.
Nel loro girovagare, il nostro duo, viene in contatto con una varia umanità nella quale è ricompreso Antonio, detto 'Ntoni, matto che da anni vive nei parchi della città laziale. Ed è proprio 'Ntoni che, all'indomani di un incendio, costato la vita ad un anziano antiquario della zona, viene trovato ucciso. 
La capacità di Michele di "percepire" le movenze degli altri, unitamente al fiuto di Camilla, permetteranno di assicurare alla giustizia il duplice omicida. 

Trama
L'idea di fondo è piacevole, ricorda una puntata di quelle fiction, un po' commedia un po' giallo, che ci vengono proposte dalla tv nelle sere d'autunno. L'inclusione di un cane nel ruolo di "detective per caso" aggiunge originalità alla trama, mentre l'accurata caratterizzazione di Michele le dona una certa profondità. Anche il cast di comprimari (ma di questo parleremo tra un attimo) è ampio e dà la dimensione della routine quotidiana dei protagonisti. Però...
Però, tre soli segmenti, per un totale di poco più di 20.000 caratteri, se valgono ad assicurarti il rispetto delle condizioni minime per la partecipazione al contest, a mio modesto parere, non sono sufficienti a dare respiro a questa storia. Le cose accadono tutte un po' troppo frettolosamente, dalla sequenza delle morti, alla risoluzione del caso. Ti dico la verità: non sono affatto sicuro che anche utilizzando tutti e 40.000 i caratteri a disposizione saresti riuscita a ficcare dentro il necessario per uno sviluppo armonioso della storia.
Aggiungo che, probabilmente, non hai potuto dedicare tutto il tempo che volevi alla tua creazione, cosa che sembrerebbe trovare una conferma nel ricorso, in via principale, al discorso indiretto che porta ad un effetto quasi "compattante" della storia.    

Scrittura
C'è poco da dire: tu sai scrivere. E ovviamente non dovevo arrivare io, un autentico signor nessuno, per dire un'ovvietà del genere ad un'autrice che ha, appuntati sulle spalle, i galloni di plurime pubblicazioni. Lo dimostra il fatto che con una sapiente caratterizzazione dei due protagonisti (e anche del matto, a dirla tutta) e una narrazione asciutta ma serrata con cui valorizzare il pur limitato numero di scene proposte, eri quasi riuscita a distogliere l'attenzione dalla cronica carenza di caratteri di questa tua storia. 
Ho l'impressione, inoltre, che non ci sia abbastanza equilibrio tra raccontato e dialoghi, con una certa predominanza del primo, cosa che accresce la sensazione di "densità" della storia.    

Personaggi
Qui, solo pollici in su. Di Michele vediamo i gesti quotidiani, conosciamo il suo trascorso (con tanto di lampi sula sua vita di insegnante), assistiamo anche a qualche stralcio di vita domestica. E poi c'è Camilla, silenziosa, certo, ma con la sua gestualità così densa di significato; l'addestramento e l'indole in un connubio che la rende così comprensibile, quasi umana.
C'è da spendere qualche parola anche su 'Ntoni: non ha molto spazio nel racconto, ma con poche pennellate hai saputo rappresentarlo in maniera vivida. Scontroso ma innocuo, vive in un mondo che è essenzialmente tutto racchiuso nei confini della sua mente... salvo essere richiamato dai bagliori dell'incendio (con tutto ciò che ne seguirà, purtroppo per lui).
Gli altri comprimari sono, ovviamente, poco caratterizzati (a cominciare proprio dall'assassino) ma rappresentano, insieme con la città, il "fondale" su cui agiscono i nostri. 

Concludendo
Rileggendo queste mie note si sarebbe portati a pensare che il racconto non mi sia piaciuto. Non è così! C'è tanto di buono nella storia che ci hai proposto, a cominciare dall'idea alla base, per passare alla caratterizzazione dei personaggi. In pratica, hai tra le mani l'ossatura di una storia che potrebbe essere veramente godibile. Ma per un giallo del genere, lo sai anche tu, occorrono più scene, più personaggi "giocanti" (ad esempio un ispettore di polizia che svolge le indagini ufficiali), magari qualche simpatica gag che coinvolga Camilla. Più respiro, insomma.

Ciao cara, a rileggerci.
  

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