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Re: Mille rivoli di pioggia

@Atlab the Alchemist non ho mai letto un tuo testo quindi non posso fare confronti come ha fatto @Ippolita. Il racconto nel complesso mi è piaciuto anche se in alcuni punti e appunti sono d'accordo con @Nightafter. Circa la scelta della patologia, ad esempio, oppure sull'uso non proprio calzante della parola "improvvisamente", si potrebbe riflettere e riconsiderarli. La trama, in ogni caso, c'è e segue una buona tempistica. Mentre leggevo mi chiedevo: perché questa donna si comporta così? E la risposta è arrivata con l'ultima frase. Leggendo a ritroso acquista un maggiore significato "la sua voglia di stringere i capezzoli fino a farli sanguinare", e da qui diventa insostituibile la scelta della patologia, ma dovresti farcela digerire meglio, trovare una soluzione che motivi l'impossibilità ad accedere alle cure, magari per una scoperta tardiva. Quello che emerge in questa narrazione (e che mi piace molto) è il contrasto tra la ricerca di un piacere che sazi la donna di "vita" e una punizione che la stessa e per mano di molti uomini infligge al suo corpo (lasciandosi possedere "possibilemente in maniera brutale e smodata"), per averla tradita ammalandosi. Dal personaggio, lavoratrice impeccabile, potrebbe venire fuori la motivazione che per troppo zelo aveva trascurato ogni sintomo, mentre per insulso pudore non era avvezza a palparsi il seno (la sparo così, in modo da dare una vaga idea di come incastrare gli elementi per la costruzione). Andrebbe tutto centellinato e celato, ovviamente, così come hai fatto con il riferimento al seno rivelatosi elemento cardine a fine racconto. 
La tua scrittura è scorrevole, mi piace.

Ti rileggerò volentieri

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