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Re: Senza disturbare nessuno

Ciao@bwv582 grazie per il bel commento  :rosa:
Zouks ha scritto:  
Credo volessi parlare un po' del fenomeno degli hikkikomori, giusto? Perché è quella la sensazione che ho avuto, specialmente con le ultime righe. 

Aspetto altri racconti così short, li adoro! 
Che bel commento, grazie.
Sì, il riferimento al fenomeno hikikomori è esatto. Sappi che non conoscevo questa parola e sono andata a cercarla su Google. Bene, grazie al tuo commento oggi l'ho imparato una cosa nuova. 
Il tuo commento mi rende felice, adoro scrivere short story ma c'è sempre il timore che non vengano apprezzate.  :rosa:

Re: Senza disturbare nessuno

Cosa intendi per "punto più buio"?

Poi, gusto personale, ma userei le caporali per i dialoghi.

Insomma, il racconto é ben scritto, ma aggiungerei alcuni dettagli in piú sul personaggio della madre, di lui.

Spero il mio commento sia stato d´aiuto
Per  "punto più buio" intendevo il punto in cui il sonno prevale e lui abbassa le papebre (capisco che è una interpretazione difficile da individurare, potrei anche dire, infatti, che il punto più buio rappresenta la notte dell'universo, quel perdersi nel cercare nel "vuoto").
Adel J. Pellitteri ha scritto: “la vita è là fuori” dice con un tono stizzito
Qui concordo sull'uso delle caporali e sull'eliminazione di "un".

Il tuo commento è stato utilissimo e ben accetto. 
Grazie per il tuo passaggio :rosa:

Re: Senza disturbare nessuno

Edu ha scritto: Bello, @Adel J. Pellitteri, nella sua brevità. Parli di una sorta di depressione "ideologica", direi, in cui il protagonista rivendica le ragioni del suo disinteresse per il mondo
Grazie Edu, hai colto perfettamente, descrivo uno stato depressivo votato più al menefreghismo che al vittimismo. 
Felice che tu abbia apprezzato

Re: Senza disturbare nessuno

Francis ha scritto: Racconto triste, grazioso e ben scritto. Da adolescente ( tardo adolescente in realtà) che sono , ti posso però dire che spesso i ragazzi  che soffrono di condizioni simili a quelle descritte spesso hanno un desiderio represso di essere accettati dagli altri.
Grazie per esserti fermato a leggere e commentare.

Re: Senza disturbare nessuno

Brambilla Junior ha scritto: Premetto che sono tornato a rileggere questo testo ora dopo due settimane. Quello che mi ha riportato qui è un motivo semplice: mi è rimasto impresso, e questo non mi succede spesso. A me piace dire "mi ha lasciato qualcosa". Ecco, questo racconto effettivamente mi ha lasciato qualcosa. E quel qualcosa sono in realtà più cose:
Già questo è più di un commento, più di un complimento, è ciò cui aspiriamo noi tutti: lasciare qualcosa al lettore, sia curiosità, una riflessione, un'inquietidine... va bene perfino lasciarlo per qualche minuto con la fronte corrugata, va bene tutto tranne l'indifferenza.
Brambilla Junior ha scritto: Hai scritto anche:
"La mia volontà si fa come d’acciaio!" 

E dato che non ho molto apprezzato il riferimento all'ego, anche questa frase personalmente l'ho trovata superflua.
Questa frase è decisamente superflua, e sono contenta che tu te ne sia accorto. Ti spiego subito: questo racconto è stato pubblicato sulla rivista letteraria Distruttori di terre del mese di novembre (la rivista propone ogni mese un argomento diverso), il tema del mese  "metalli". Ecco, sebbene avessi puntato tutto sul lampadario ( il tipo da me descritto ha una struttura in metallo) la mia insicurezza ha prevalso e così mi sono sentita in "dovere" di aggiungere la "volontà d'acciao". Purtoppo l'insicurezza di noi autori è sempre in agguato e quindi pronta a farci commettere l'errorino. 
Ti ringrazio per il commento dettagliato e attento. Spero ti troverai bene qui, lo scambio di commenti è importante, utile e proficuo sia per chi scrive che per chi legge. 

Ciao e alla prossima  :rosa:

Re: Senza disturbare nessuno

Alberto Tosciri ha scritto:
Chi si adegua crede di vivere, di essere “normale”, chi non si adegua non ne vuole sapere più niente. Non cerca aiuto e non ne vuole. Forse, così, pensa di essere finalmente libero dal peso materiale di un’umanità nella quale si trova suo malgrado, dove non è riuscito a inserirsi.
Grazie per aver postato questo racconto
Sono contenta che il testo stimoli tante riflessioni. Grazie per l'apprezzamento e per il tempo che mi hai dedicato.

Re: Senza disturbare nessuno

Bob66 ha scritto: @Adel J. Pellitteri 
Ciao Adelaide, mi serve un commento e ho fatto inutilmente lo slalom in sezione Racconti tra sbudellamenti, teste fracassate, sangue e fluidi a profusione, per approdare infine a questo tuo curioso e interessante racconto che mi tocca da vicino anche se, nel mio caso, le parti sono invertite. Credo che il tema sia molto attuale in quanto oggi non è poi così infrequente imbattersi nel pensiero di chi comincia a porsi domande su quanto la Vita valga effettivamente lo sforzo di essere vissuta. Non credo di dire un eresia se affermo che, in misure diverse, bene o male qualsiasi vita comporta un certo grado di fatica, di sacrificio, spesso di dolore. La riflessione immediatamente successiva è quella per cui settanta, ottanta, cent'anni fa la vita era probabilmente e mediamente molto più faticosa della nostra (per nostra intendo quella borghese di livello medio, o medio basso, insomma quella di chi ha un lavoro e guadagna quanto basta perlomeno a far sopravvivere una famiglia) e tuttavia certe questioni esistenziali credo non ce le si ponesse. Forse perché la normale sopravvivenza propria e dei propri figli non lasciava il tempo di porsi delle domande di carattere esistenziale? Forse perché i rapporti familiari e interpersonali si sono sfilacciati e la Vita al di fuori di quei rapporti perde significato? Forse perché la consapevolezza e la capacità introspettiva delle persone evolve di generazione in generazione?
Non ho risposte in merito, e apprezzo molto che anche il tuo racconto non ne dia e lasci aperto l'argomento sollevato in maniera che ogni lettore possa  trarne le dovute considerazioni e farsene un'opinione propria. Bella la chiusura che evidenzia come la determinazione con cui si persegue il proprio punto di vista sulle cose determini infine la realtà delle cose stesse, e quindi come le due realtà dei personaggi possano rivelarsi diametralmente opposte. A parte qualche piccolo refuso probabilmente dovuto al poco tempo a disposizione, il racconto a me sembra scritto bene. 
Grazie per la lettura, Adelaide. Alla prossima. Ciao.  :super:
Grazie per la lettura e il commento. Ciao e alla prossima

Re: Senza disturbare nessuno

@Nightafter che bella sorpresa, grazie. Sei sempre molto generoso con me. Sono contenta che anche questo abbia suscitato in te tante riflessioni. In effetti, cercavo un minimo di "equilibrio nello squilibrio" inserendo un pizzico di ironia pur trattando un tema così delicato che dalla "pigrizia" arriva alla depressione più profonda (senza che le vittime se ne rendano). E tu hai colto perfettamente ogni sfumatura. 

:rosa:

Re: Senza disturbare nessuno

Modea72 ha scritto: Questa frase non mi è chiara. A cosa si riferisce esattamente
Grazie Modea72, sono felice che tu abbia apprezzato il mio racconto. Per quanto riguarda la frase che non ti è chiara, la mia intenzione era quella di suggerire l'immagine desertica della luna passata in tv. Lo scenario di vuoto totale. Ma tu mi fai notare che la "mia"  immagine non arriva al lettore, quindi riformulerò la frase così: La luna in TV ha gia mostrato il suo deserto inutile. 

Come vedi ogni piccola osservazione ha il suo grande valore.  

Grazie ancora e a presto

Re: Senza disturbare nessuno

@Poeta Zaza  grazie per i tuoi suggerimenti, mi hai fatto notare che il personaggio narrante non è ben definito nell'età e nella condizione (da quanto sta così?). Ho sempre il dubbio riguardo ai due punti prima del discorso diretto quando questo è riportato in un tempo successivo.  Ci vanno?
Come sempre il tuo aiuto è stato prezioso, davvero da troppo non mi cimentavo nella stesura di un racconto, perderci la mano è facile. Vedrò di recuperare.

Grazie per l'invito al prossimo contest di poesia, ma  il sabato e la domenica, lo sai, sto lontana dal pc. I nostri fine settimana sono dedicati a tutt'altro. :rosa:

Senza disturbare nessuno

viewtopic.php?p=40449#p40449


La sento ciabattare ogni giorno, tutto il giorno, da una stanza all’altra. Di tanto in tanto si sofferma davanti la mia camera, butta uno sguardo dentro e, con un sorriso al bivio tra l’amorevole e il supplichevole, mi chiede: “Amore, ti alzi”? oppure “Cosa ti preparo per pranzo?
Ci prova, pensa di prendermi per sfinimento. Ma io non cedo.
Le rispondo con un cenno impercettibile, le lascio libera scelta per il pranzo, tutto il resto non è affar suo. Lei comprende, si ritira e sospira. Intanto che richiude la porta, sento il soffio che le esce dai polmoni, riempie la stanza, somiglia a una folata di vento; potrebbe alzarmi perfino le coperte dal letto.
Per fortuna il mio sguardo rimane incollato al soffitto.
Senza disturbare nessuno, lo fisso costantemente. Lì c’è un lampadario nuovo, un nastro d’acciaio bordato di luce led. Una luce squillante che dovrebbe dare non so quale speranza a mia madre. Mi piace fissare quel nastro, mi immedesimo nella sua rigidità, ne assorbo la forza.
La mia volontà si fa come d’acciaio!
Inoltre, quel nastro è sinuoso, mi affascina.
Ci scivolo su con la fantasia, sono uno sciatore, faccio lo slalom tra le curve argentate, un percorso netto sulla scia bianca. Sono un campione.
E per oggi ho finito, ho sodisfatto il mio Ego.

Come ogni mattina la casa profuma di pulito e all’ora di pranzo e di cena sarà il turno del cibo odoroso. Sughi e pietanze di cui potrei fare a meno.
A mia madre sembra tocchi alimentare il mondo intero, l’impegno che mette in cucina è il suo sacrificio nei confronti dell’umanità che io rappresento. Mi costringe a sforzi sovrumani per raggiungere il cibo che si rifiuta, ostinata com’è, di portare in camera mia.
Pretese che vanno contro la mia natura più intima, i miei desideri più semplici.

Sta per tornare, sento le ciabatte fermarsi dietro porta, la apre senza alcuna delicatezza, “la vita è là fuori” dice con un tono stizzito. Rimango sorpreso, è una variante che mi costringe a corrugare la fronte. Un’affermazione che non ha né capo né coda, e poi… cos’è quell’atteggiamento?
Quella donna prova solo a istigarmi, ogni suo modo di fare, va ben oltre l’insopportabile.
Nessuno può impormi scelte non mie.
Vorrebbe che lasciassi il mio letto, il mio mondo, ma per andare dove? A far cosa?
Non capisco questa frenesia che tutti hanno nei confronti della vita. Non ne vedo il motivo. Hanno ruspe per mani, scavano, innalzano, arraffano, intascano e spendono. Ho smesso di affacciarmi alla finestra da quando sono cresciuto e ho capito che non è questo ciò che sono, ciò che voglio. I loro desideri non corrispondono ai miei.
So come spendere il mio tempo, senza disturbare nessuno.
Faccio i miei volteggi sul lampadario d’acciaio, in completa economia, sulla scia led.
A volte mi capita di fare un giro lassù anche di notte, il mio svago a quell’ora è costellato di pianeti da scoprire, ma arrivato nel punto più buio calo le palpebre e rinuncio. Alla fine cosa si potrebbe scoprire?
La luna in TV mi ha già detto tutto.

Oggi ho sentito un’amica di mia madre, “devi rivolgerti a uno specialista”, le ha detto. Sono d’accordo, non si può andare avanti così, la sua battaglia contro la mia vera natura la porterà alla follia.
Deve farsi curare.

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