Sull'incipit sono combattuto. Da una parte non apprezzo le descrizioni fini a sé stesse che interrompono il ritmo della narrazione; dall'altra, mi piacciono parecchio a inizio racconto, e anzi le uso spesso anche io, perché penso che servano a delineare l'atmosfera come pennellate in un quadro. Ed è questa la sensazione che ho avuto, quindi ottimo. Però sono combattuto perché mi sembra abbastanza al limite della pesantezza. Sfoltirei in particolar modo gli aggettivi - meno sono, meglio è - cercando di dipingere la stessa immagine ma con meno parole.
Mithrandir ha scritto: Una tranquilla mattina di primavera si apriva nel melodioso e armonioso canto degli uccelliTre aggettivi già nella prima frase è pesante. Tra l'altro due in ioso: a leggerlo ad alta voce non suona molto bene
Mithrandir ha scritto: Le strade erano piene di bambini e ragazzi che, come ogni mattina, lasciavano le loro case per andare a scuola. Mattia come ogni mattina si alzò dal letto, si vestì, fece colazione, zaino in spalla e uscì. Camminò sereno, fischiettando e canticchiando, percorrendo quella strada che faceva ogni mattina.
Occhio alla ripetizione
Mithrandir ha scritto: fece colazione, zaino in spalla e uscì.Direi: "fece colazione e, zaino in spalla, uscì"
Mithrandir ha scritto: Camminò sereno, fischiettando e canticchiandoTre parole per dirci la stessa cosa, cioè che è sereno. Direi di tenerne una sola e, visto che sono un fan di far passare un concetto non con la parola astratta - "sereno" - ma con la sua manifestazione fisica, direi ti tenere solo "fischiettando" oppure "canticchiando"
Mi è piaciuto parecchio il siparietto in cui origlia le persone che parlano di lui, molto ben narrate le reazioni del bambino. Ho creduto fosse un gigantesco malinteso, in realtà, la solita immaginazione del bambino che vede un complotto dietro a qualcosa di innocente. Per questo motivo mi ha stupito parecchio il colpo di scena finale.
Personalmente l'avrei fatto arrivare in un modo leggermente diverso, però.
Mithrandir ha scritto: Il suo desiderio di salvezza si concretizzò: una pigna, una bella grossa, cadde dall'albero proprio mentre quell'uomo ci passò sotto e lo colpì in pieno alla testa. Cadde morto, e i suoi compagni dovettero fermarsi per soccorrerlo.Questo passaggio mi ha lasciato così: e poi: "ma che razza di pigne ci sono davanti a quella scuola???"
Ecco, intendo dire che avrei esplicitato subito che in quella pigna c'è qualcosa di paranormale, direi che cade a velocità impossibili per la fisica conosciuta, o che diventa dura e pesante come il più pesante dei metalli, o qualcosa del genere. Altrimenti, un uomo che muore per una semplice pigna ha un effetto troppo comico, direi parodistico.
Tutto sommato comunque ho trovato il racconto originale, è stata una lettura piacevole. Simpatiche le reazioni del bambino, vien voglia di sapere come possa evolversi la storia, e questo è l'importante.
Ottimo