Adel J. Pellitteri ha scritto: @Melo ciao e ben approdato tra noi, anch'io come @Poeta Zaza ho riscontrato diversi errori sull'uso dei tempi verbali quindi è inutile ripetermi, voglio piuttosto aggiungere altri suggerimenti sperando ti possano tornare utili.Grazie mille per aver commentato il racconto, lo apprezzo veramente tanto!
Spero non ti demoralizzino. Esporsi ai lettori è utile, essi notano difetti più o meno risolvibili che a non stessi sfuggono. Anche gli autori più navigati vi incappano. Questo incipit, ad esempio, è troppo lungo, andrebbe sfoltito per renderlo più incisivo. In quest'altra lunga frase, invece, abbiamo la ripetizione di un concetto. La parte che ho evidenziato in grasetto spiega chiaramente ciò che vuoi dire (si tratta di una verità assoluta, quindi bravo per averlo messo nero su bianco), ma nella restante frase ribadisci stessa cosa, solo con parole diverse. In narrativa la sintesi è quella che fa risplendere le immagini, se si continua ad aggiungere pseudo-chiarimenti non si fa altro che annacquarne la bellezza di ciò che è già stato detto.
Infine, ci dici dell'odio che Miranda ha nutrito per tutti gli anni verso il "giovane" marito (trentenne), ma non sappiamo nulla sui motivi reali. Il finale da pazza squilibrata è un ottima chiusa, ma ho la sensazione che la storia abbia bisogno di qualche dettaglio in più per far sì che il lettore possa parteggiare per l'uno (il morto) o per l'altro l('assassina).
Le motivazioni sono l'ossatura su cui si basa una storia e sono importantissime.
Spero di rileggerti presto e averti dato spunti per riflettere.
L'idea di base è buona: Fin troppo spesso l'apparenza inganna.
Provo a rispondere al meglio delle mie possibilità:
- Per quanto riguarda l'incipit, sono d'accordo che il buon senso richieda una limatura un po' più fine del contenuto, purtroppo ammetto di essere condizionato anche dalle mie letture preferite che tendono ad essere verbose e non proprio nuovissime.
-Per quanto riguarda il chiarimento sul marito vorrei spiegarmi meglio: in fase di stesura non ho voluto dare importanza al marito in sè, non volevo descriverlo per come era fatto o il comportamento che assumeva nei confronti della moglie. Questo perchè non lo reputavo importante, ho puntualizzato che Miranda stava con lui solo per una questione di convenienza, ho cercato di esplicarlo il più possibile, mentre non ho ritenuto il marito (morto) parte integrante del racconto. Volevo che Lei fosse la più assoluta protagonista e non volevo dilungarmi troppo nella descrizione di un altra figura che alla fine non avrebbe portato (secondo me) nessun elemento in più al racconto se non l'introduzione del concetto tra bene e male o per far domandare al lettore: " ma chi aveva ragione o chi torto?", per esempio.
Sì con i verbi ho commesso errori, volevo differenziare il qui e ora al funerale al passato raccontato dal narratore, dai pensieri di lei riferiti ad un passato più lontano, non so se mi spiego. Probabilmente ho creato un groviglio davvero orribile.
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Poeta Zaza ha scritto: Benvenuto in Officina, @MeloGrazie anche a te Zara per la bellissima analisi e ti dico:
Come mia abitudine, inizio con le note e gli appunti che spero ti siano utili: per coerenza verbale Non trovo appropriato l'aggettivo usato ma forse meglio: in una decorosa simmetria. Qui è come se il POV del narratore esterno si impersonasse in uno degli interpreti del racconto. Singolare, perché non l'hai presentato come un amico che sa e quindi non gli hai dato un'identità. La somma di essi vuol dire la somma degli stati d'animo, non uno. "dunque" è un inciso e va tra due virgole per aprire l'inciso meglio il punto e virgola prima di "nonostante" che consente una pausa maggiore. Ti suggerisco:
"Questo fu sicuramente quello che tutti gli altri videre, ma io, che conoscevo i fatti, capii quanto l'apparenza fosse potente." Dopo "ghigno" meglio il punto e virgola. meglio due punti esplicativi dopo "vita" Per non contraddirti coi tempi verbali. meglio: per passare in rassegna il gesto e la splendida esplosione di sentimenti che le provocava. occhio alla coerenza dei verbi Un finale in linea.
Grazie della lettura, @Melo
- Per i verbi ho scritto sopra, purtroppo ho provato a fare una cosa che forse mi rende agli occhi vostri veramente un ignorante
- Riguardo al POV da te citato, ho pensato che fosse bello mantenere il narratore una figura astratta e non ben definita, è colui che sa ma non era "presente" come lo intendiamo noi (per esempio un amico che ha partecipato al rito o un giornalista che ha trascritto la notizia ecc..), ma come piuttosto una figura che racconta una storia da un libro, una finestra aperta su una vicenda che non necessariamente è successa davvero. Alla fine il mio obiettivo fin dall'inizio era quello di creare una storia modesta nata da un idea, con un piccolo "brividino" finale, un po' come viene raccontata una novella breve con un tema in sottofondo. Spero di essermi spiegato decentemente .