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Re: [Lab 8] Sterrennacht boven de Rhône

Ciao @Mina 
Bella e struggente questa notte stellata sul Rodano. Mi ha colpito la frase della lettera di Van Gogh
Mina ha scritto: «Guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina. Perché, mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili come quelli sulla cartina della Francia?»
Vincent Willem van Gogh, Lettere a Theo
Per me contiene un pensiero, una verità profonda che dovrebbe far considerare o riconsiderare la creazione o comunque quello che vediamo e percepiamo con i nostri sensi. Non sto ad analizzare troppo in quanto potrei andare a cozzare contro altri ragionamenti, ma secondo me, (non solo secondo me) quei puntini luminosi che percepiamo sopra di noi sono accessibili come i punti su una cartina, per quanto la distanza possa essere incommensurabile. Hai presente la stazione spaziale di forma circolare del film di fantascienza (non tanto: rappresenta ciò a cui stiamo ostinatamente andando incontro con gioia) del film Elysium, dove nelle scene iniziali si vede un uomo che cammina al suo interno, in un’atmosfera e gravità ricreata con un “basso” sotto di lui e un “alto” sopra di lui? Se camminasse abbastanza si intuisce che arriverebbe al luogo “alto” continuando a camminare come sempre. È una rappresentazione in scala ridotta del creato.
Con una premessa del genere io forse vedo la Luna come qualcosa di diverso e anche le stelle, ma è una mia opinione, questo non toglie niente alla magnifica poesia del tuo racconto, allo struggente desiderio dei due fratelli di rivedersi, al generoso sacrificio di Theodorus.
In poche parole sei riuscito a condensare un’esistenza, ricca di dolci ricordi come le notti stellate sul Rodano trascorse da bambini dai due fratelli. Hai fatto intuire, accennandone per brevi efficaci tratti, ai contrasti e dissapori fra i due, subito appianati dalla situazione presente, messa in assoluto risalto dalla rivelazione della contaminazione letale subita dal fratello sulla Luna.
Il fatto dei chips per poter avere ulteriori sensazioni, la facoltà di dipingere profumi, visioni, suoni, gusti e altro ha certo il suo fascino, immagino una rappresentazione visiva, scultorea della musica di Bach, ma mi disturba che per avere queste possibilità ci sia bisogno di qualcosa di artificiale come un chip. Sarebbe auspicabile acquisire in modo naturale determinate capacità.
Non mi intendo di musica ma so che alcuni grandi compositori del passato  e anche del presente hanno usato una particolare armonia naturale che va sotto il nome di “legge dell’Ottava”, che comprende svariate applicazioni, non solo nella musica. Ma una musica con queste regole ha delle capacità di penetrazione nell’animo molto più profonde, capaci di suscitare sensazioni immense. Ed è una cosa naturale, quasi completamente ignorata oggi.
Questo tuo racconto, ma anche gli altri che hai scritto in questi ultimi tempi, denotano oltre alla bravura nello scrivere l’impegno, l’amore, la dedizione e la ricerca uniti in maniera armoniosa. Hanno la capacità di suscitare sensazioni inusuali, piacevolmente nuove eppure conosciute, come un qualcosa di insito nell’animo. Contengono un desiderio, una speranza.

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