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Re: Resilienza

 Ciao @Brambilla Junior 
Il titolo del racconto mi ha attirato, in questi tempi la parola “resilienza” è molto usata. A cosa resistono questi rivoluzionari divulgatori? Vogliono spiegare qualcosa, una verità, una conoscenza nascosta? Viene loro impedito di farlo? Perché?
Certe conoscenze devono quindi restare nascoste, almeno alla maggior parte del popolo. È sempre stato così. Oggi più che mai. Ma da qualche tempo, da poco tempo, si comincia a indagare, parlare, divulgare.
Dall’ambientazione del tuo racconto si deduce un tempo passato, oggi sarebbe difficile esporre pubblicamente idee “eretiche” per qualche giorno, in quanto si è immediatamente individuati e bloccati in vari modi. Sarebbe interessante conoscere la natura di questa conoscenza così pericolosa, posso immaginare dal fatto che gli uomini debbano svegliarsi per venire a sapere, ma sarà molto difficile che lo facciano.
I dialoghi fra il Nostromo Volpi e il Capitano Passigli a mio parere spiegano troppo al lettore circa i motivi della loro missione, pur senza entrare nello specifico. Loro sanno bene perché stanno navigando, conoscono la loro missione, non hanno bisogno che se la spieghino sotto forma di discussione. Nel dialogo poteva apparire mascherata da altre considerazioni, magari più “tecniche” circa la navigazione.
Naturalmente il tutto può essere metaforico, come il rifugiarsi nel Mare della Conoscenza, ma io vedo questo mare ostico non solo al potere, qualunque esso sia, ma anche alla rivoluzione, qualunque essa sia. Entrambi non amano che il popolo che devono comandare, dirigere, conosca la verità, od osi avvicinarsi a essa. Chi conosce la verità è libero e non ha più bisogno di governi o rivoluzioni e nessuna rivoluzione ha mai permesso la conoscenza. Ne ha dato una innocua e spesso edulcorata parvenza.
Comunque questi pirati rivoluzionari sono molto interessanti. Si potrebbe costruire un discorso anche più vasto, a mio parere.

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