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Re: [CP8] Da galassie remote

Ciao @Adel J. Pellitteri 
 
Delle galassie e degli universi non riesco a capacitarmi e nemmeno a fidarmi. Per me non sono concetti rassicuranti in quanto concetti scientifici, matematici, umani. Dimostrabili in formule, ma non come realtà, come vita da vivere, anche in via ipotetica. Un uomo permeato di scienza, di onnipotenza, può credere e far credere di essere al centro dell’attenzione, dell’universo, e autoproclamarsi quello che vuole, anche sostituto di Dio o direttamente Dio.
Un altro uomo che crederà solo nel potere dei suoi passi e della sua forza, che vedrà solo l’infinito palese davanti ai suoi occhi per quanto apparentemente irraggiungibile, perché gli è stato inconsciamente, materialmente, scientemente proibito di farlo, sotto infinite forme di mielosa protezione, vedrà solo la limitatezza del potere umano e di chi lo rappresenta. Uomini materiali e pragmatici all’apparenza, ma molto più spirituali in verità, perché hanno capito, uomini dall’animo ancora puro lo sanno, che è inutile spargere concetti di altre galassie ignorando il “semplice” infinito, la Terra su cui poggiamo i piedi.
Certamente il concetto di Dio è infinito ma non aiuta la sua molteplice lontananza bensì l’analisi, il giudizio nei confronti di chi ci ha discostato da lui dicendo che è lontano e poiché in apparenza non partecipa alle nostre vite chi ci ha discostato da lui ha preteso di sostituirsi a lui. La maggior parte degli uomini si sono accontentati di questi assiomi, vivendo una ben misera vita.
Potrebbe essere il canto di una umanità irrimediabilmente malata di grandezza, prevaricazione e orrore, che ha rifiutato di capire l’elementare concetto di Dio in quanto Architetto e venerando solo i suoi mattoni, dopo averne cambiato disposizione, generando amore, odio, guerra, morte, fingendo di ignorare che cambiando l’architettura del mondo la  costruzione non avrebbe più risposto al suo concetto primigenio. Incolpando Dio e permettendo alla follia umana di mettersi al suo posto.

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