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Re: [LAB 1] Le rose di Ophelia

Ciao @Nightafter 

L’ambientazione americana mi piace, l’hai gestita molto bene per non essere del luogo, ma del resto nemmeno Salgari era mai stato a Mompracem e sembrava ci fosse nato. Nelle lunghe trattazioni sei sempre piacevolmente leggibile, logico, conseguente, non annoi mai. Ricordo un tuo magistrale racconto a puntate sul WD, quei fratelli figli di una creatura mostruosa che finirono in un isola incontrando la loro madre nella sua vera natura, che mi avvinse in particolar modo. Mi hai fatto venire il desiderio di provare anche io a cimentarmi in qualcosa di ambientazione americana, superando alcune mie reticenze.
Ho letto anche tutti i tuoi commenti al racconto e capisco cosa intendi dire quando parli della ruralità di alcuni personaggi rappresentati nei film americani, con alcune battute che travalicano magari la cultura di quei contadini e allevatori e con le inevitabili lacune di alcune traduzioni e doppiaggi; a proposito di questi ultimi qualcuno dovrebbe dire qualcosa a un certo punto, in particolare per il doppiaggio femminile le cui autrici sembrano provenire tutte dalla stessa scuola romana e si sente, eccome se si sente.
Nel tuo racconto mi è piaciuta la caratterizzazione di questi due uomini, la gelosia verso le loro donne è comprensibile e palpabile, espressa secondo i loro modi di vedere, ma penso che se anche i personaggi fossero stati dei luminari in qualsiasi parte dello scibile, alla fine la gelosia si sarebbe comunque palesata, essendo un sentimento vecchio come l’uomo e insito nella sua natura. C’è poco da fare. Sono convinto che Jacob non abbia nessun rimorso, da come parla pacatamente con il suo amico Oliver, da come vive la sua solitaria vita quotidiana. È un uomo “tranquillo”, schematico, abitudinario, non sa vedere, non sa andare oltre il suo modello di vita. Forse si tratta di una sorta di società patriarcale, comunque un uomo che non ammette deroghe al suo modello di vita, specie se attuate nei suoi confronti. A mio parere, da come si esprime amava veramente Ophelia, un amore che intendeva dovesse essere totale e reciproco, che lui pretendeva così, come facente parte della natura. La gelosia non era contemplata, prevista, non era benvenuta. Ophelia, che apparteneva anche lei a quel mondo avrebbe dovuto saperlo e anche il suo amante Tom. Sicuramente sapevano a cosa potevano andare incontro. Ma queste cose cose vanno uguali in tutto il mondo, basta vedere la cronaca nostrana. In America del Nord, ma quasi dappertutto, è molto facile divorziare per cose del genere e anche minori. Ma le leggi non sono mai a favore di uomini come Jacob. Forse Jacob era proprietario della casa, forse percepiva un reddito, una pensione. Lo avrebbero ridotto sul lastrico e a dormire sotto un ponte e allora meglio prevenire, evitare e procedere in altro modo. Occorre fare dei calcoli giocoforza, oltre che con i sentimenti anche con le finanze. Dal punto di vista di Jacob non farebbe una piega. Ha eliminato la fonte e la causa del problema e continua la sua solitaria e monotona vita, sembra che viva all’inizio di un deserto dall’ambientazione, rotto solo oltre che dalla sua casa da quell’inquietante roseto. Dispensa consigli su come vincere la gelosia con assoluta sincerità e convinzione, pur sapendo che non funzioneranno o molto difficilmente andranno a buon fine. Quasi come consigliare indirettamente un altro omicidio, sul quale magari saprà impartire pensieri anche a tal proposito, sempre davanti a una buona birra ghiacciata. E si aprirebbero nuovi interessanti scenari letterari. In fondo non si prova orrore, forse alla fine del racconto si viene assaliti dall’inquietudine nel sapere cosa ha fatto Jacob, ma è una sensazione ovattata, non si riesce a odiarlo veramente, si prova una sorta di cupa simpatia, come davanti alle storie di rapinatori famosi che dopo aver svaligiato milioni o miliardi spariscono dalla circolazione, in qualche lontano paradiso. L’hanno comunque fatta franca, hanno superato in qualche modo il “sistema” che li avrebbe obbligati a vivere poveri, malpagati e infelici per tutta la vita. Meglio la ribellione. Jacob a modo suo è un ribelle. Certo non è Sandokan, ma ha impedito che le regole del suo mondo, delle sue convinzioni personali venisse infranto e che magari dovesse pure pagarne lui le conseguenze. Non lo ha permesso, al di là che sia morale o immorale il suo comportamento; non ha permesso che qualcuno lo giudicasse. Una conclusione certo non auspicabile, non imitabile ma in questo mondo molte tragedie sarebbero state evitate se chi si fosse disposto a dettare le regole della vita e le penalità alle trasgressioni, avesse fatto altro nella vita.
p.s.
Scusa l'eccessiva prolissità, son fatto anche così.

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