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Re: [MI 167] I girasoli

Ciao @ivalibri 

  
Un racconto bello, malinconico, struggente. Quei girasoli sono come compagni silenziosi, testimoni eterni di Nunzia e della sua vita. Non ha mai dimenticato il suo primo amore, Vanni, ma è riuscita ad andare avanti, la vita lo richiedeva e certo anche l’aspettativa della sua anima. In questo andare avanti io colgo certamente bellezza e amore ma anche dolore, rimpianto. A certe cose, a tutto ciò che si vive, non è possibile mettere una pietra sopra e ricominciare da capo. Per questo subentra l’oblio, molte cose non le ricordiamo più, altrimenti sarebbe pesante vivere ricordando ogni attimo. Ma non si dimenticano i momenti salienti, si ricomincia a vivere senza dimenticare, come ha fatto Nunzia.
La sua zoppia è come un ricordo eterno di Vanni nel suo corpo, della loro adolescenza e il ritrovarsi da adulta fra i suoi amici girasoli, chiamarli con i nomi della sua infanzia e immaginare in mezzo a loro Vanni significa che quel tempo lontano si è cristallizzato nell’eternità, vivrà per sempre, inappagato, incompiuto, desiderato, rimpianto. È sperabile che una forza, qualunque cosa sia purché appartenente al Bene, consenta a Nunzia di ritornare a vivere quella vita interrotta.
Mi piace vederla così, forse esagero.

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