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Re: Il maestro

@Luca Canetti
Ciao sono spiacente il racconto non ti sia piaciuto, temo sia poco riuscito. Grazie per o tuoi suggerimenti, ne farò tesoro.

Re: Il maestro

@@Monica Ciao, ti ringrazio per il tuo commento, molto preciso e utile. Sono un po' indeciso se tornare sul racconto o scartarlo, penso comunque vada rivisto da cima a fondo. Ti ringrazio per il tuo parere.

Re: Il maestro

@Poeta Zaza Ciao come giá detto il racconto non entusiasma neppure me, diciamo che volevo un parere competente prima di cestinarlo o rivederlo radicalmente. Va detto che l'ho scritto in fretta prima di partire per le vacanze, perciò mi scuso per i tanti errori!

Il maestro

Commento a "La grande onda" di Edotarg

Quando fu chiaro che c’era da passare parecchi mesi in casa, Ilaria si fece un bellissimo programma: non si sarebbe lasciata andare. Intanto, avrebbe imparato lo spagnolo. Tutti i suoi amici parlavano almeno due lingue, mentre lei si limitava a masticare un inglese scolastico. 
Inoltre, il governo aveva consentito a chi faceva jogging di continuare con la sua attività. Lei decise che ne avrebbe approfittato, per non stare troppo chiusa in casa. Ordinò subito da internet, oltre alle grammatiche di spagnolo, un bel paio di scarpe per il running, di un fiammante viola. Sperò le arrivasse il modello col colore della foto.
C’era poi il problema di Luca. A volte si presentava da lei e faceva il romantico, ma non sembrava intenzionato a qualcosa di serio. Certo, i congiunti potevano farsi visita, ma loro erano tali? Avvicinandosi all’età di trent’anni, la donna cominciava a desiderare qualcosa di più di una semplice avventuretta. E poi, Luca non la convinceva fino in fondo. Sosteneva sempre che le sue attività di merchandising stessero per spiccare il volo, ma poi, alla prova dei fatti, non la portava mai in un ristorante, né le faceva un regalo carino. Ilaria non si considerava una materialista, ma immaginava che l’uomo dei suoi sogni fosse qualcuno che ottenesse i suoi successi. Sì, lo sapeva, lei era soltanto una segretaria in uno studio notarile (e aveva ottenuto quel lavoro dopo una laurea in legge col massimo dei voti…), ma pensava di meritarsi qualcosa di più. È quello che pensiamo un po’ tutti, che nella vita non abbiamo esattamente quello che meriteremmo. A volte non abbiamo torto.
Ilaria si disse che, intanto che aveva finito col suo smart working (roba piuttosto leggera), avrebbe potuto cominciare col fare del fitness in casa. Era ancora discretamente in forma (si considerava piuttosto insignificante, nel complesso, ma le piacevano le sue gambe.) La sua amica Sara le consigliava di seguire uno di quei guru con un canale video online di esercizi. S’accorse, però, che avrebbe avuto bisogno di un tappetino. Andò al negozio online per ordinare subito uno. Secondo un articolo, vista la situazione di lockdown, era prevedibile che presto gli attrezzi ginnici da casa sarebbero stati di difficile reperibilità.
Soddisfatta, visto che le scarpe dovevano ancora arrivare, che il tappetino sarebbe arrivato con le scarpe e che la grammatica di spagnola non erano ancora sul tavolo, decise di concedersi il secondo caffè della giornata. Erano ancora le nove e mezza. Di solito lo beveva verso le undici. Ma, insomma, la situazione era particolare.
Navigò su internet. Per allontanare i pensieri angoscianti, lesse le notizie più leggere. Tutti parlavano di una nuova serie tv incentrata sul giochi degli scacchi. Sembrava vagamente interessante. Lei aveva imparato le mosse da piccola, grazie a un suo zio, ma non aveva mai veramente giocato. Erano le dieci del mattino. Una serie tv, alle dieci del mattino, in un giorno feriale? D’altra parte, non aveva ancora le scarpe per andare a correre, e la grammatica era ancora lungi da essere recapitata…
Finì di guardare tutte le puntate a sera inoltrata, ignorando i messaggi di Luca (ben gli stava.)
Il mattino dopo, un gentile fattorino recapitò le scarpe sotto casa sua.
“Bene” si disse.
Infilò la tutina da jogging. Le scarpe andavano a pennello. Fece dello stretching. Aprì la porta di casa. Annusò l’aria. Che freddo. Non era un po’ presto, per uscire a correre? Non sarebbe stato meglio andare verso l’una?
Si sedette sul divano, indecise cosa fare. Navigando sul cellulare, scoprì che c’erano delle applicazioni per giocare a scacchi. Scaricò quella che le sembrò più famosa. Vide che il software le assegnava un punteggio di “1200.” Si disse che sarebbe stata perfettamente in grado di difenderlo.
Nel pomeriggio Luca, con in mano il pacco che conteneva la grammatica di spagnolo, suonò al citofono.
«Che vuoi?»
«Apri, non fare la scema.»
«Sono impegnata.»
«Ho rischiato la vita per venire. Ho preso la metro.»
«Perciò sarai contagioso.»
«C’era poca gente. Non ti preoccupare.»
Ilaria cedette.
«Vedo che ti sei dedicata alle pulizie di casa…» disse il ragazzo, notando i piati sporchi, i vestiti sparsi per il salotto-cucina e le scatole del negozio online accatastate per terra.
«Spiritoso.»
«Che stai facendo?»
«Cerco di elevare la mente.»
«Questo era fuori» disse il ragazzo, dandogli la scatola con la grammatica di spagnolo.
«Sì, certo…» fece lei, poggiandola distrattamente sul tavolo.
«Con quale serie televisiva stai elevando la tua mente?» disse lui, andando a servirsi di una birra dal frigo.
«Nessuna. Cioè, ieri ho visto un paio di puntate di questa tipa pazzesca che è fortissima a scacchi, e ora sta imparando anch’io.»
«Come va?»
«Finora le ho perse tutte.»
«Non ti scoraggiare.»
«Non è mia intenzione.»
«Giocare a scacchi è difficile. Servono manuali. O qualcuno che t’insegni. So che è molto importante sapere le mosse d’apertura.»
«Secondo me se continuo a giocare imparo.»
«Sei sempre stata cocciuta. Come va con la corsa?»
«La corsa, giusto…» disse Ilaria, seccata. Guardò le scarpe nuove, costose, di quel bel viola, abbandonate in un angolo
«Faccio la aglio e olio…» disse Luca, cominciando ad armeggiare coi fornelli.
«Okay…» si rassegno la ragazza, che avrebbe preferito continuare a giocare. «Ancora una partitina.»
Il mattino dopo, si fece forza. Uscì a correre. Dopo venti minuti, sentì i polmoni bruciare e il fiato mancare. Non era mai stata particolarmente sportiva, ma non era neppure una fumatrice. Si chiese perché fare qualsiasi cosa fosse tanto difficile.
Dopo la doccia, si stese sul divano (già le facevano male le gambe) e ricominciò a giocare. Il suo punteggio era sceso a “500.” Perché non gliene andava bene una?
Quando stava per mollare, disinstallare la app, dedicarsi a qualcosa di più promettente, come lo studio dello spagnolo, le arrivò un messaggio da “DarkLord86,” l’ultimo utente con cui aveva giocato. Le concedeva una rivincita. Accettò.
«Oh…» disse, rispondendo mal volentieri al telefono.
«Oh. Sempre gentile» disse Luca, dall’altro capo dal telefono. «Stasera carbonara.»
«Carbonara… aglio e olio… mai che mi porti una bella bistecca.»
«I supermercati sono il caos. Ma vai mai fare la spesa?»
«La ordino da internet. Prendi due bistecche e una bottiglia di Chianti, altrimenti non presentarti neppure.»
Luca non si presentò. Ilaria si chiese se fosse riuscito a liquidarlo per sempre, ma, conoscendolo, sarebbe tornato alla carica. Intanto, continuava a perdere partita su partita contro DarkLord86. Mano a mano che giocava, si faceva un’idea di come potesse essere il suo opponente. Immagino una persona molto colta, forbita, ma gentile. Fondamentalmente, si era preso del tempo per insegnarle a giocare. Non era di certo uno che ci provava. Ilaria non aveva messo la sua foto nell’avatar, e aveva astutamente inserito un nickname gender neutral. Dark Lord aveva invece la foto di un’oscura figura incappucciata. Dopo un’infinità di tempo, si rese conto che era possibile chattare con l’opponente. Si chiese di dove fosse. Aveva nascosto l’opzione che ti svela la nazionalità.
Scrisse un messaggio in inglese. Lui non rispose. Continuò a batterla e a concederle una rivincita. Lei, per qualche motivo, accettò.
Nei giorni successivi prese alcune decisioni. Effettuò il reso delle scarpe, svolse qualche esercizio di spagnolo e continuò a giocare a scacchi. Le notizie che venivano dal mondo la riempivano d’angoscia, come accadde a tutti noi. Decise di troncare definitivamente con Luca. Si era fatta l’idea che l’uno per l’altra fossero un ripiego. Sapeva che, data la situazione, sarebbe rimasta sola per parecchi mesi, se non anni, ma si sentì che era disposto ad accettarlo. Più o meno mentre concettualizzava quest’istinto (sentiva d’essere maturata come persona), riuscì, quasi senza pensarci, a battere DarkLord86. Quella volta fu lei a chiedergli la rivincita, ma lui sparì per sempre. Aveva imparato qualcosa.

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