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Re: [MI164] Chi ama, esiste

Ciao @Ippolita , racconto molto interessante, come spesso accade nei tuoi scritti abbiamo una protagonista ostinata nella ricerca del divino, ed è una bella ostinazione. Mi ha fatto riflettere su come io non sia mai entrato in una moschea. Non abito a Roma, ahimè, ma in un piccolo paese. So che la comunità musulmana ha dei luoghi di ritrovo, ma non ho mai avuto modo e motivo di andarci, diciamo che mi sentirei un po' un turista, a differenza della tua eroina che è evidentemente spinta da un'autentica sete di conoscere e soprattutto di "percepire" il divino. Se posso permettermi, a mio avviso lei non comprende che il momento della congiunzione con Dio (quando si prende l'ostia) è l'esito di un processo che scaturisce dall'essersi condotta come cristiana nel corso della sua settimana. Lei è con Dio quando non fa preferenze, ad esempio, fra lo straniero e l'italiano nel suo lavoro. A mio avviso è quello il suo momento di "trascendenza." Non per svalutare il momento importantissimo della comunione, ma a mio avviso una vita cristiana va vista nel suo complesso, senza troppo badare ai dettagli molto umani. Dopotutto, come scrive anche un grande autore cattolico del secolo scorso (Evelyn Waugh) noi non siamo che "a handful of dust," una manciata di polvere. Non stiamo troppo a soffermarci sulle nostre bizzarrie, ma vediamo a quanto di bene (e, in alcuni casi, di male) facciamo nel complesso della nostra vita. Se, cioè, ci atteniamo ai comandamenti fondamentali di amare il prossimo e Dio. Del resto tu la risposta ai dubbi della tua protagonista la hai già data nel titolo: "Chi ama, esiste." Grazie per l'interessante racconto e per lo spunto di riflessione chi ci hai dato, interessante (se posso passare a un giudizio estetico) anche per la sua rinfrescante semplicità, priva degli artifici retorici che a mio avviso ammorbano tanta cattiva letteratura.

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