La ricerca ha trovato 1 risultato

Torna a “[Lab11] Piccoli Tarzan crescono”

Re: [Lab11] Piccoli Tarzan crescono

Ciao @Poeta Zaza molto particolare come storia anche se ho notato alcune discrepanze. Vado ad analizzare.
Poeta Zaza ha scritto: Davide ha otto anni, e da sei si esprime senza articolare bene tutte le parole. Non è balbuziente ma ha un difetto che gli impedisce di farsi capire dagli altri e che li fa ridere o arrabbiare. Sua mamma glielo ha spiegato, però lui non vuole doversi giustificare. È da sfigati farsi compatire. A lui sembra di farsi capire lo stesso.
Questo inizio mi sembra poco scorrevole considerando un piccolo lettore. Eliminerei questa parte sottolineata, non immediata per un bambino a cui fai riferimento.
Poeta Zaza ha scritto: "Vo che t dcamo s? No! rispondevano in coro i coetanei. Però ci hanno messo del tempo a sgamarlo. Anzi, qualcuno non lo sa neppure adesso. E questo qualcuno non capisce quando stanno babbiando lui che non ha ancora capito.
Complicato questo passaggio, ci vedrei qualcosa di più immediato per i bambini.
Poeta Zaza ha scritto: Gli estranei pensano che sia un po' tocco, ma non è vero. Davide ha più fantasia di tutta la classe quando c'è da inventare qualcosa. Lo dice anche la maestra. Lei dice che lui sa scrivere come gli altri sin dalla prima elementare. 
Secondo me non c'è bisogno di specificarlo, hai dato gli elementi per farlo capire anche a un bambino. Lo eliminerei.
Poeta Zaza ha scritto: Un giorno, da solo, nella radura boschiva alla periferia del suo paese, gli balena la fantasia di un gioco, ma in un attimo, così come gli è arrivata, vola via. Gli rimane in mente la grande H fuori dall'Ospedale, bianca su sfondo verde, dove atterrano gli elicotteri. 
Difficile da comprendere anche per un adulto, ci si arriva con un'elaborazione dopo aver letto la storia, con un percorso a ritroso.
Poeta Zaza ha scritto: Si decide a chiedere aiuto agli altri. Il mistero del gioco li fa arrivare in una decina sul posto
Mi sembra difficile attrarre un bambino senza dargli degli elementi che possano stimolarlo. Poi, poco prima non è stato trattato con delicatezza dai suoi coetanei, perché dovrebbero arrivare in tanti su quel posto da lui indicato? Dopo si capisce, ma il fatto che rimanga per ora segreto crea un po' di confusione.
Poeta Zaza ha scritto: D'improvviso, le stelline bianche e gialle si mettono in fila verticale; tante strisce, come festoni di Natale, si arrampicano sul tronco dell'albero fino alla cima dove si legano molto bene, e quindi si lasciano adagiare per cadere giù.
Questa parte onirica mi sembra ben riuscita,  funziona. Con l'apparizione del mago si entra in una dimensione fantastica. Bella l'idea delle stelline che si mettono in fila e diventano liane. Il punto nevralgico a mio avviso è il passaggio dalla dimensione reale e quella fantastica, che poi fantastica non è.
Poeta Zaza ha scritto: Iva mette la bambola per segnale: In tre prove, l'ha già spostata una volta e ne è fiera!
Non è immediato, spenderei qualche parola in più per spiegarlo a un bambino.
Poeta Zaza ha scritto: Gli amici si abbracciano, scoprendo il tesoro di capire colui che non era diverso.
Questa frase non mi convince molto e potrebbe essere fraintesa. Alla fine siamo tutti diversi. Il punto è capire che la diversità può essere uno spettacolare modo di interpretare la vita.
Ho apprezzato la vena fantasiosa che hai saputo imprimere al racconto anche se non risulta molto omogeneo nella sua complessità, come tra la parte dove descrivi la diversità e quella del gioco.
Un dubbio che mi è venuto riguarda le liane. Ma sono liane vere? Visto che non siamo nella giungla e questo tipo di corda naturale è difficile possa trovarsi da noi. Magari qualche forma di rampicante anche se potrebbe essere pericoloso attaccarsi. O sono corde messe appositamente per creare il gioco? Più plausibile. Nel caso andrebbe spiegato
Comunque è stata una piacevole lettura con un bel messaggio.
Alla prossima.

Torna a “[Lab11] Piccoli Tarzan crescono”