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Re: [Lab9] La legge di Eleonora cap 5 di 5

  
Ciao @bestseller2020 ho letto con interesse il tuo lungo racconto e dopo averlo concluso, sono tornato indietro a rileggerlo per capire meglio i passaggi. Una storia, quella di Eleonora d'Arborea che non conoscevo e mi ha sorpreso per la forza e determinazione del suo carattere e per i concetti espressi dalla sua carta, molto attuali.
Martino, si capirà, è conoscenza degli affari del padre fin dall'inizio del racconto, per questo vuole sviluppare una tesi sull'uso strumentale della legge. Anche l'emotività dovuta dall'atteggiamento scontroso della sua fidanzata Marcella, inasprirà la rabbia nei confronti del padre, come verrà svelato alla fine.
Non sorprende che oggi si parta da semplici parole chiave cercate su Google per trovare spunti in generale, non escluso la tesi. Un metodo veloce e sicuro che però mette un po' di tristezza: evidenzia che ormai la cultura dei libri, o la cultura attraverso i libri sembri appartenere al passato.



cit. dal capitolo  3

“Questo lo immaginavo. Mi ha detto qualcosa al telefono Della Monaca e della tua idea. Sinceramente parlando, anch’io la trovo una strada tortuosa. Non capisco perché parlare dell’argomento abuso del processo, invece di revisione di qualche articolo di legge e di procedura.
Comunque fai come credi, sai come funziona il sistema , come tu stesso vedi quando stai da me in studio”.

“Tranquillo papà, vedrai che metterò in pratica quello che mi hai insegnato!” rispose con un tono serio e smarcante che colpì il padre, che a sua volta non mancò di esternare quello che sentiva dentro: “Noi dovremmo parlare. Da un po’ di tempo stai in disparte e non mi rivolgi la parola. Cosa è che hai? Se ti preoccupa questa tesi possiamo comprarne una da gente fidata”.
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Qui veramente dai un'idea del padre che pessima è dir poco. Forse hai voluto calcare un po' la mano per estremizzare? In fondo anche per delinquere bisogna studiare e avere conoscenza della materia.



cit. dal capitolo 3

"Dovrei spogliare la mia gente con le tasse per far felice la corona Aragonese? E poi usare la dura legge per stroncare le rivolte, perché è più comodo e veloce al posto che governare con giustizia. Il che implica un duro lavoro e il rispetto da parte di chi stesso governa a rispettare per primo la legge? Non credo che io accetterò mai che chi verrà a governare faccia carta straccia del principio di equità”.

“L’equità la stabilisce Dio e il re è il solo esecutore della sua volontà”.

“L’equità caro Torres produce quello che si realizza tra le campagne, tra i rapporti personali, patrimoniali ed economici. Mi spiace per il sovrano, ma anche la pace ha il suo costo, considerato poi cosa si possa pretendere da un territorio del genere. Mandiamo animali e lane in quantità, altro non si può dare”.

“Ci sarebbero le miniere d’argento che non sono sfruttate…”

“A sì? Dovrei trasformare pastori, contadini, artigiani in minatori e farli morire di stenti?”
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Ce ne fossero oggi di leader con questo pensiero!


cit. dal capitolo 4

“Lo so, mia regina, ma dobbiamo sacrificarne cinquemila. Le pecore nere che metteremo in mezzo alle altre saranno cosparse di pece sul manto folto della stagione invernale. Le altre le cospargeremo di olio. Quando le femmine sentiranno il fuoco addosso scapperanno dal terrore correndo verso i maschi per istinto, e in breve raggiungeranno gli aragonesi e tutte le parti del campo. Le pecore si appiccheranno il fuoco tra di loro e quando i nemici si renderanno conto del pericolo, il campo sarà un inferno. Poi il cisto prenderà fuoco e farà imbizzarrire i cavalli, si scatenerà il panico tra i fanti. Il calore li spingerà verso verso i lati dove saranno appostati gli altri, arcieri compresi. Li terremo a bada e li lasceremo sfinire dal calore per tutto il meriggio e, al calar della sesta ora, daremo battaglia”.
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Questo passaggio è senz'altro ingegnoso, però è raccapricciante. Cinquemila pecore a fuoco?
Mi sembra che stoni un po' con l'integrità e il senso di giustizia di Eleonora, anche se forse non c'erano ancora i vegani. Non so, lo saprai meglio di me se il sardo può essere legato affettivamente all'ovino. Ma se rimane nella sfera immaginativa di Martino, come pensiero quasi surreale. Allora sì, può essere un'idea ardita ed efficace.


Un racconto che affronta una questione fondamentale nella storia dell'uomo. L'idea mi sembrata azzeccata: rievocare un periodo glorioso paragonandolo ai tempi nostri. La parte storica di Eleonora l'ho trovata più esaustiva, scritta bene, ricca di particolari e stimolante per il lettore.
Forse i passaggi tra padre e figlio sono fin troppo edulcorati. Sarebbe stato più plausibile che Martino abbia preso a cazzotti il padre che non avrebbe neanche potuto denunciarlo!
C'è una marcata vena di pessimismo (come darti torto) sul tema della giustizia. Una scia di amaro che viene confermata dall'abbandono della tesi di Martino, rassegnato. Un po' mi ha sorpreso. Ma come lasci intendere, sarebbe stata una battaglia persa.
Ma nel finale andiamo sul romantico-sentimentale che mi ricorda alcuni film anni 50. Lei che ritorna da lui. Dopo averlo disprezzato ne scopre l'atto eroico. L'amore vince sempre (si dice).
Complimenti per l'idea. Un lavoro da cui se ne può trarre un'opera molto più ampia, secondo me.
A presto.

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