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Re: Labocontest n.1 - Discussione generale - i dialoghi

Non sono molto in forma, rispondo alla svelta . Dipende anche dall'argomento, alcuni richiedono dialoghi botta e risposta, altri pezzi più articolati. E un "muro" di battute in genere stanca il lettore; si nota anche nel contest, un po' di tell è comunque necessario.
Quanto al chi parla, un mio romanzo è stato editato da un professionista  noto. Il quale ha bocciato senza pietà i miei tentativi di variare la denominazione  del soggetto: tipo Giovanni, poi il prof o il padre di Antonio. Spiazza il lettore, meglio ripetere Giovanni tutte le volte che serve. Se i dialoganti  non  superano i tre/quattro, possono intervenire  senza nomi, purché resi riconoscibili da un tic ("Non ci sto" e si ravviava i capelli) o altra peculiarità.

Re: Labocontest n.1 - Discussione generale - i dialoghi

...spesso dietro all'apparente semplicità c'è duro lavoro. Deve essere un dialogo naturale, sì, ma sempre visto con il filtro del poi: mentre quando parli è buona la prima, quando scrivi puoi pensarci su, quindi i dialoghi scritti sono la versione brillante del parlato quotidiano. Sono molto d'accordo con quella definizione. ha scritto:
Ben detto,@Otta! Un dialogo semplice e  "spontaneo" richiede parecchia tecnica. Per meglio spiegarlo i manuali di scrittura  suggeriscono un esperimento che ho anche messo in pratica durante un piccolo laboratorio.  "Spontaneo sarà certamente un dialogo vero" -potrebbe pensare un autore principiante. Registriamone uno  e proviamo a inserirlo in un testo:  riesce inevitabilmente falsissimo! E infatti i dialoghi scritti possono certo prendere spunto dalla realtà, ma devono essere "narrativizzati" con abilità.

Re: Labocontest n.1 - Discussione generale - i dialoghi

 Bradbury fa un grande uso dei dialoghi. Questo, dal celebre Fahrenheit 451, prosegue  per quasi tre pagine. 

La pioggia s'era diradata e la ragazza stava camminando in mezzo al marciapiede, la testa buttata all'indietro e le poche gocce le piovevano direttamente sulla faccia. Sorrise, vedendo Montag.
«Salve!»
«Salve» rispose lui e poi disse:
«E ora, si può sapere cosa state facendo?»
«Sono sempre pazza, sapete. La pioggia ha un buon sapore, è bello sentirsi toccare dalla pioggia. Mi piace camminare sotto la pioggia.»
«Non posso dire che a me piaccia molto.»
«Sfido io, non avete provato mai!»
«Infatti non ho mai provato.»
La ragazza si leccò le labbra:
«Ha proprio un buon sapore!»
«Insomma, andate in giro a provare ogni cosa in una volta, vero?»
«Spesso anche due volte.»
La ragazza guardò qualcosa che aveva in mano

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