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Re: [Lab13] Esuberanze

Cari @Pulsar@Areeanna grazie, grazie davvero! 
Sono veramente felice che per voi la lettura non sia stata poco comprensibile e che abbiate apprezzato il racconto.
Farò tesoro dei consigli, non mi dispiacerebbe ampliare questo racconto e dare spazio alle tante situazione appena accennate... Ed anche ai poveri Tau e Clu.
Pulsar ha scritto: Questa battuta mi suona un po' "riassunto per fare capire al lettore in che razza di pessima società vive Pad
Non hai idea di che spiegone ho eliminato prima di inserire questo!  :facepalm: Temevo che questo fosse il minimo per fare capire qualcosa in così poco spazio.

Grazie ancora per gli utilissimi consigli e per gli apprezzamenti

A presto 

Re: [Lab13] Esuberanze

Grazie @Kasimiro 
per il passaggio e per gli utilissimi consigli.
Kasimiro ha scritto: Nella prima parte aleggia il mistero il che non è un male, anzi. Però forse aggiungerei qualche elemento in più per non rischiare di far smarrire              il lettore subito
hai assolutamente ragione, questo può essere il giusto equilibrio per agganciare il lettore, grazie.
Kasimiro ha scritto: questi esuberi abbiano però un potere immenso
In realtà no, la protagonista è estremamente dotata per i viaggi nel mondo dei morti e per questo, oltre gli obblighi bisettimanali, va in trattativa con i superior per richieste aggiuntive, oppure extra codice, quindi particolarmente pericolose, o perverse.
In generale gli esuberi sono tutti coloro che, non possedendo un livello sufficiente di ricchezza, non avendo più modo di lavorare, vengono mantenuti con obblighi che li rendono quasi pari agli schiavi.
Kasimiro ha scritto: Mi sfugge il motivo del perchè potrà avere scontato tutto il tempo di schiavitù
La madre del bambino è convinta di poter rimanere nel mondo dei morti accanto al suo bambino, se verrà uccisa esattamente lì ed essendo una trattativa privata, le dice di aver già predisposto il pagamento degli anni rimanenti di schiavitù, se dà seguito alla sua richiesta.
Kasimiro ha scritto: Da dove salta fuori?
:arrossire: mi serviva ed ho approfittato del genere fantastico, dal momento che il viaggio si compie attraverso lo stato onirico, ho fatto materializzare quanto Pad cercava di respingere.

Grazie anche per l'apprezzamento, ho avuto un vero e proprio blocco di scrittura per questo laboratorio e quando finalmente ho avuto un' idea, mi sono ritrovata a cambiarla in corso d'opera. Diciamo che mi sono lasciata trascinare dalla fantasia e mi ha dato una certa soddisfazione!

Re: [Lab13] Esuberanze

Grazie @bestseller2020,
capisco che devo lavorare duramente.
Non mi è facile districarmi tra "show, don't tell", no spiegoni, lasciare al lettore il gusto di capire, troppo difficile da capire.
La definizione di percorso narrativo mi piace. Dovrò trovare la mia strada.
Grazie mille!

Re: [Lab13] Esuberanze

Grazie @@Monica, mi è sicuramente utile il commento.
Inizialmente subito dopo l'incipit Pad rimuginando spiegava la situazione ma mi sono detta:l'ennesimo spiegone, non va bene!
Ho provato a dare indizi nei dialoghi, tentando di renderlo più fluido, ma effettivamente è un po' intricato per renderlo bene nei diecimila caratteri.
Non riesco a trovare un buon equilibrio tra evitare pesanti spiegoni, lasciare indizi per fare il gusto al lettore di capire, fargli realmente capire il tutto.
Grazie per le perplessità, ci lavorerò meglio.

[Lab13] Esuberanze

Genere Fantastico
Traccia Partenze

[1)

“Domani ho una partenza, non mi considerate alla comune, mi butto a letto appena torno.”

Tau non riesce a non esprimere il dissenso.

“Io veramente non ti capisco Pad. Sei tra quelle che hanno rotto più di tutti per organizzare la comune, la rete di resistenza come tu la chiami. Rischi con un’altra partenza, stai esagerando. Si vede che non ti sei ancora ripresa dall’ ultima. Perfino il codice ne prevede al massimo tre al mese, tu stai partendo ogni quanto, due volte a settimana?”

Ha ragione, sono stanca, spossata, dolorante e non ho alcuna voglia di cimentarmi in una discussione. Taglio corto:

“Viaggio con i Caltarone, questa volta mi scontano quattro settimane.”

Tau ha uno sguardo indecifrabile, gli occhi svelano bramosia, in totale contrasto con la smorfia di disgusto.
Tutti provano a scontarsi la liberazione. Un viaggio extra si vende per una settimana di sconto. Ho quadruplicato il valore perché quando hanno provato con altri il viaggio non è riuscito, non hanno varcato la nebulosa.
Con me hanno quasi la sensazione di riuscire a toccare il figlio, credono che anche lui li abbia percepiti.
Quattro settimane per viaggiare domani, per non aspettare dodici giorni.

Devo dormire subito. Avrei dovuto riposare tutto il giorno invece di andare con Clu alle fabbriche di sbobba, non siamo riusciti a boicottare nulla e per poco non mi beccavano, lenta com’ero.

Mangio al volo lo schifo di similcibo che mi spetta. Dovevamo farla saltare in aria quella maledetta fabbrica di intrugli chimici.

2

Oggi viaggio solo con la signora, è la prima volta che il marito non è presente.

Loro volevano rimanerci dall’altra parte, insieme al loro bambino morto a soli sei anni nonostante abbiano depredato gli organi di due piccoli esuberi ancora in età da istituto.

Io sono una dei milioni di esuberi adulti di questa società di merda.

Pochi giorni dopo il primo viaggio con me, si sono fatti iniettare il bludream insistendo che potevano viaggiare da soli.
Per poco la signora non crepa e non sono riusciti nemmeno ad avvicinarsi alla soglia.
Io sono considerata estremamente dotata per i viaggi. Mi domando se si possa rimanere davvero di là.
Quando arrivo a destinazione non sento più dolore, ma ne esco sempre come un rottame, non credo si possa durare a lungo sotto bludream.

Ci siamo.

Non riesco a non irrigidirmi quando mi attaccano lo split alla piastra neuroconnettiva. Quella sanguisuga di Woris mi percula, continuando a ripetere che non posso sentire nulla in questa fase, ma appena aggancia la rete con gli ospiti, il loro dramma diventa il mio dolore, in senso fisico.
Quel maledetto di Woris sogghigna prima di iniettarmi il bludream: quello fa terribilmente male, arroventa le vene, che sembrano stringersi in seguito a spasmi, sento lo stomaco risucchiato in un vortice, mi contraggo, i tendini sembrano sfilacciarsi, le palpebre inferiori strattonate verso gli zigomi, un chiodo che arriva al centro del cranio.

Gli ospiti non sentono nulla, una botta di sonnifero e partono verso il regno dei morti lasciando a me gli effetti collaterali dell’addittivo, viaggiamo insieme, ma attraverso il mio corpo. Io li conduco e dreno per loro qualsiasi cosa non rientri nel concetto di piacevole viaggio.

Partiamo.
Ogni volta ho la sensazione di finire in uno scarico, mi sento vorticare in un liquido inesistente, sento gli organi sottosopra, le ossa che si spostano. Vogliono convincermi che è un viaggio esclusivamente cerebrale, che il mio corpo rimane tranquillo, ma le mie sensazioni fisiche sono con il mio cervello, sento la mie corporeità dall’altra parte, sono certa di esserci appieno.

Stiamo accelerando, dopo la partenza in discesa vorticosa, ora attraverso in orizzontale un caleidoscopio di immagini, suoni, colori, tutto avvolto in una nebulosa consistente. La Caltarone fluttua all’altezza delle mie gambe, sembriamo avere velocità totalmente diverse, eppure è sempre agganciata a me; di solito è più evanescente, oggi ha contorni più definiti.

Il viaggio standard dura circa tre ore, ma appena partiamo il nostro tempo si dilata, in un’occasione abbiamo vissuto tra i morti per due giorni.
Ora il caleidoscopio si sta trasformando in un’immagine integra, ricomincio a vorticare mentre l’ambiente intorno a noi diventa tridimensionale.
Spero che la mia spossatezza non sia di ostacolo per attraversare la nebulosa e farle vedere il figlio, altrimenti rischio che mi neghi lo sconto.
Eccoci, anche questa volta la sto percorrendo, raggiungo suo figlio.
Sono sempre riuscita ad individuarlo guardando la sua foto prima di cedere ai dolori del bludream in vena.
In questa dimensione ognuno ha la sua aurea e la sua icona, per questo lo riconosciamo subito. Ora è trasformato in un ulivo, la volta scorsa era musica, con la sua aurea color indaco piena di gechi stilizzati, che fluttuavano seguendo le note.

Trasalisco quando mi sento afferrare il braccio, non realizzo subito che è la signora a toccarmi. Sono sconvolta, continua a stringermi, gli occhi supplichevoli. Vorrei non darle alcuna confidenza, non resisto:

“Come hai fatto?”

“Nelle ultime settimane ho scontato del tempo ad un contrabbandiere per farmi iniettare giornalmente piccole dosi di bludream, mi ha assicurato che è un sistema che funziona. Io devo rimanere qui; in eterno.”

Vorrei risponderle con cattiveria che poteva farsi ammazzare e la faceva più semplice, ma lei mi anticipa:

“Solo con te riesco a raggiungere mio figlio, altri mi hanno portata in luoghi dove Pier non c’era, in nessuna forma. Non voglio correre il rischio che mi riportino indietro, mi devi uccidere qui, così sarò al mio posto insieme a lui.”

La guardo nauseata, ho sempre sognato di uccidere personalmente tutti i superior con il loro fottuto diritto di chiederci qualsiasi prestazione due volte a settimana solo per permetterci di sopravvivere. Siamo carne da macello. Nel codice di mantenimento sono previste tutte le richieste non esaudibili da robot e intelligenza artificiale, da pulirgli il culo con delicatezza, ai viaggi con il bludream, passando per prestazioni sessuali minuziosamente descritte.
L’ultima cosa che desidero, è rischiare per farle un favore.

Navigando nei miei pensieri non le rispondo, lei si morde il labbro guardando con struggenza suo figlio, che ora ha ripreso le sembianze di un bimbo, insiste:

“Sei ancora giovane, mi sono informata, hai solo ventinove anni, quindi da diciassette devi subire qualsiasi richiesta prevista dal codice per giustificare la tua esistenza e ne hai trentuno davanti prima di liberarti dalla schiavitù.”

Mi sento bruciare, sento che potrei colpirla, mi limito ad aggredirla verbalmente, urlando una vittoria che sancisce la sua verità:

‘Mi sono già scontata 87 settimane!”

Mi guarda con una compassione vomitevole, tenta un tono materno:

“Molte più di quelle che mi avevano riferito, so che ti sei prestata ad altre richieste fuori codice, noi finora ti abbiamo scontato 18 settimane per i viaggi oltre il limite mensile; ti sei data da fare in tanti modi. Devi avere molto pelo sullo stomaco e una notevole resistenza.”

La odio, sono ad un nulla da esaudire la sua richiesta, le vomito addosso il mio disprezzo:

“Siete dei bastardi egoisti, non ci lasciate scelta, voi vivete nel lusso sfrenato, senza problemi e pensate di essere generosi pagando la nostra sopravvivenza in casermoni privi di dignità, a mangiare schifezze chimiche perché le poche terre che non avete depredato sono a solo vostro uso e consumo.
I robot hanno sostituito i lavoratori, l’intelligenza artificiale da risorsa è diventata una condanna. Siete sempre più basici e tronfi.
Per scontarci del tempo dalla schiavitù dobbiamo assecondare le vostre perversioni. Fate schifo.”

È troppo presa dalla speranza di rimanere con suo figlio per contraddirmi o minacciare punizioni, crede di aver trovato la leva per convincermi.

“Io non l’ho mai trovato giusto, so che sei un’ idealista, hai detto cose giustissime.
Ora guardami, quale sofferenza più grande che perdere un figlio?
Tu puoi vendicarti, mi uccidi, ho già predisposto tutto.
Se morirò qui, tu avrai scontato tutto il tempo di schiavitù che ti resta e non solo per la sopravvivenza, ti verranno intestati dei beni e dei crediti, non puoi diventare superior, ma non credo tu voglia chiedere ai tuoi pari delle prestazioni.”

‘Ai tuoi pari… anche se sono l’unica che può esaudirti, tu rimani superior ed io esubero.
Dici che ho ragione, ma gira voce che avete prelevato due bambini dall’ istituto che dovrebbe accudire gli esuberi fino ai dodici anni, per cercare di salvare vostro figlio.
Siamo meno di spazzatura per voi e non ci sono deroghe al divieto di uccidere un fottuto superior.”

Neanche prova a negare l’uccisione di quelle creature, ha tolto la maschera di impossibile complicità.

“Non ti sembra di avere un buon motivo per uccidermi? Pensi di essere migliore di me? Non fai parte della fantomatica resistenza che vorrebbe distruggerci? E ora che ne hai l’occasione mi dici che è vietato.”

Sono in trance. Mi è apparso tra le mani un kanjar, l’ideale per sbudellarla, incredibile come la mia mente in questa dimensione sia più evoluta. Lei se ne è accorta, le si è accesa dapprima una speranza, poi un’intuizione.
Si avventa su di me con uno scatto da animale selvatico, mi prende alla sprovvista, urla un suono gutturale che articola un’unica parola.

“Dammi!”

È un attimo.

Sono totalmente sporca del suo sangue. Lei è esanime ai miei piedi. Intorno a noi non c’è più nulla. Siamo sospese in un vuoto lattiginoso, un silenzio che mi fa esplodere il cuore nel petto. Prima di essere risucchiata nuovamente nel mio mondo riesco solo a pensare che la Caltarone è priva di qualsiasi aura.

3)

La Caltarone è rientrata con me. Il corpo nel nostro mondo è intatto, ma non è più presente a sé stessa. Il marito ha provato a convincermi per un nuovo viaggio, per tentare di recuperarla. Posso rifiutare fino alla fine del mese, non cedo ad alcuna trattativa.

Mi sento diversa, forte.

Non può esserci libertà per gentile concessione.

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