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Re: [CC24] Regina di cuori

Grazie @Areeanna per il passaggio e per il bel commento, mi fa veramente piacere che siano arrivate le tematiche affrontate in un racconto che ho avuto difficoltà a sviluppare, riducendomi alla fine del contest.

Provo a spiegare le mie intenzioni sui passaggi che non ti tornano
Areeanna ha scritto: lun feb 19, 2024 10:35 amDavvero un ragazzino che ha appena sentito una "morsa nelle viscere" si esprimerebbe in modo così contenuto?
Volevo ricondurre la reazione ad una realtà piuttosto comune, dove si pensa maggiormente a sé stessi, in questo caso senza critiche, per l' età del ragazzo e il contesto.
Le visceri gli si contraggono perché si sente costretto a nascondersi, è una reazione alle possibili conseguenze sulla sua persona, quando capisce di essere "in salvo", mostra comunque empatia per Tobia, ma allo stesso tempo è sollevato. 
Mi sembrava realistico, seppur triste.
Areeanna ha scritto: lun feb 19, 2024 10:35 amQui mi sarebbe piaciuto vedere maggiormente il mondo interiore complesso di Dario, di cui, alla fine, vediamo solo uno scorcio.
Non volevo andare fuori tema, avrebbe meritato molto più spazio, finendo per toglierlo al protagonista, nei limiti dei caratteri scelti. Mi piaceva l'idea di sottolineare il contrasto tra la superficialità di alcuni, che diventa violenza, e la profondità di chi, subendola seppur per altri motivi, sia tendenzialmente più empatico e solidale, ma allo stesso tempo limitato nelle azioni, per il condizionamento del contesto sociale.
Areeanna ha scritto: lun feb 19, 2024 10:35 amQual era, qui, l'obiettivo di inserire il pensiero di Dario riguardo i pantaloni a zampa?
Ho inserito in fretta e furia una serie di riferimenti temporali.
Ho collocato la storia tra la fine degli anni settanta e primi anni ottanta, anche per giustificare il fatto che Tobia non potesse essere avvisato con il cellulare.
Non ne avevo inserito nemmeno uno, ho letto il racconto a mio marito prima di pubblicare e quando sono arrivata al punto che era ammalato e quindi non avvistabile, lui mi fa:
"E non poteva usare il cellulare?"
Sono rimasta a bocca aperta, totalmente spiazzata. Nella mia testa era fine anni ottanta, quando anche io rientravo in quella fascia di età, ma avevo poco tempo e così ho infilato una serie di indizi come il nome dei motorini e il duplex, che ci stanno come fascia temporale, poi ho inserito i pantaloni a zampa, che io adoro, ma effettivamente sono precedenti, quindi tutto porta al decennio precedente.

Grazie ancora per tutti gli apprezzamenti e le note, ne farò tesoro.
Sul linguaggio semplice, devo dire che è il secondo contest in cui mi impegno ad inserire i dialoghi. Tendo solitamente a non usarli, proprio perché non riesco ad esprimere bene la profondità e spesso la drammaticità dei concetti in cui amo "sguazzare", tuttavia nella lettura dei libri, mi piace il loro utilizzo, che rende molto più fluida la lettura.
Insomma, mi sto cimentando in un terreno per me difficile.

Buon contest.
A presto.

Re: [CC24] Regina di cuori

Ciao @@Monica,
grazie del passaggio.
Le stranezze che noti sono frutto di un cambiamento in corsa  :bandiera:
Ero arrivata a metà racconto con narratore esterno, rileggendo mi sembrava un mattone, ho quindi modificato rendendo protagonista e narratore Dario.
Avevo il dubbio che non fossero chiarissimi i personaggi, ma rileggendo, mi era piaciuto che si svelasse non subito chi fosse il narratore, però forse, visti i tuoi dubbi, per chi non ha la storia in testa, non è altrettanto piacevole.
Ti confermo che il primo personaggio che parla, la ragazza della macchia, rimane senza nome. È a lei che si rivolge Tina.
@Monica ha scritto: lun feb 19, 2024 8:10 amquindi a chi si rivolge Tina? 
In realtà sono in gruppo e riporto i dialoghi utili al racconto, non so se sia stilisticamente corretto.

Sulla formattazione, ci farò caso, l'ho volutamente frammentata per agevolare la comprensione di chi diceva cosa, a quanto pare non benissimo. 

Ti ringrazio per le segnalazioni e per l'apprezzamento.

Buon contest!

Re: [CC24]

Hai ragione, 
ho fatto un impiccio...
Prima lo avevo messo dove probabilmente si mettono i tag, o lo spoiler... bah...
Poeta Zaza mi ha subito fatto notare che mancava il titolo, ero ancora in tempo per modificare e l'ho inserito sotto la traccia, nel corpo del racconto.

Ho avuto proprio il vuoto, su dove andasse inserito.
Ho appena scritto a Sira se cortesemente può inserirmelo lei.

Comunque si intitola
Regina di cuori

Ti ringrazio 

[CC24] Regina di cuori

Traccia 3. “A Carnevale ogni scherzo vale”
Commento

Tobia è un burlone che si diverte a fare scherzi agli amici, ma quest’anno loro hanno pensato di vendicarsi a Carnevale…

Regina di cuori 

“Ragazzi, dobbiamo dire a Liliana di non invitare Tobia alla festa per martedì grasso, sono veramente stufa dei suoi stupidi scherzi. Vi ricordate come mi aveva macchiato il vestito? Un’orribile patacca viola sul costume bianco di Pierrot”.

Tina guarda l’amica con occhi increduli, prima di risponderle con tono seccato:

“Ti lamenti tu? Ha messo quel maledetto affare sulla sedia mentre mi sedevo e si sono girati tutti, pensavano che avessi fatto una… guarda, ancora mi imbarazzo, c’era pure Davide alla festa…”

Sauro si gonfia il petto prima di dire la sua:

“Con me di sicuro quest’ anno non ci riprova, gli ho dato una bella ripassata dopo che ha spalmato il detersivo per piatti sulla sella del mio Ciao. Quel cretino non mi si avvicina più.”

Storco la bocca ripensando a Tobia livido sotto l’occhio destro, in fondo quel monello ha solo quindici anni, Sauro è prossimo ai diciannove e di ben altra stazza.

Il paesino sugli Appennini conta meno di mille anime e i ragazzi tra gli undici e i venti anni sono una quarantina, divisi in due comitive fin troppo eterogenee.

Comportamenti inadeguati per l’ età si registravano frequentemente e i legami, più che di amicizia, erano per mancanza di alternative.

Di contraddire Sauro non me la sento, è permaloso e manesco, decido di intercedere con le ragazze a favore di Tobia:

“Addirittura non invitarlo? Dai, la macchia era quella finta che vendono apposta per fare gli scherzi, se ne è andata quasi subito, il cuscino scureggione poi, è un classico, abbiamo riso tutti, in fondo sono scherzi di Carnevale!”

Lo sguardo delle ragazze sembra addolcito, ma Sauro, seppur non chiamato in causa, decide di affondare il colpo:

“Ma sì dai, troppo facile non invitarlo, assicuriamoci che Liliana lo inviti piuttosto, che anche a lei quello scemo aveva fatto uno scherzo, vi ricordate? La scritta sulla tavoletta del bagno che recitava ‘è più corto di quello che pensi, avvicinati.’”

“Aspetta, aspetta – intervengo – l’aveva scritto sulla pellicola per alimenti che aveva fissato con il nastro sulla tavoletta, non aveva rovinato nulla…”

Sauro stringe i pugni, gli occhi a fessura, il petto gonfio due palmi sopra il mio, decisamente sgonfio.

Non concepisce il dissenso, inspira rumorosamente prima di abbaiarmi la risposta, troppo vicino al mio volto.

“Ma Liliana pensava fosse vero e già si immaginava i casini con i genitori, le ha rovinato la festa. Quest’ anno un bello scherzo glielo facciamo noi. Che ne dite se appena arriva gli metto in testa un cappellino di carnevale pieno di colla liquida e lo lascio in mutande?”

Con Sauro passare da uno scherzo a feroce bullismo, è un attimo. Sono tutti attoniti, ma nessuno osa contraddire Sauro, fino al colpo di genio di Giacomo:

“Occhio Sauro, tua madre è una collega della madre di Tobia, se esageriamo, ti immagini come ti tormenta? Possiamo replicare uno scherzo che ho letto una volta in un libro, una specie, perché là era una ragazza e… beh, lasciamo perdere il libro. Allora, se non sbaglio Tobia ha il cuore infranto per Michela che non se lo fila, alla festa Michela gli dice che vuole dargli un bacio e che lo aspetta dopo dieci minuti in camera di Liliana, gli dà appuntamento e gli dice che non deve accendere la luce perché si vergogna, in mezzo alla stanza ci mettiamo Dario, nel buio assoluto, con una torcia in mano. 
Appena Tobia lo sfiora, Dario accende la torcia, noi che ci siamo già nascosti accendiamo la luce e usciamo fuori prendendolo in giro, gli diciamo che è un frocio, forte eh?”

Sento una morsa nelle viscere, saetto gli occhi con il volto ingessato, tentando di reprimere ogni espressione, mi chiedo se qualcuno sospetti i miei gusti sessuali, immagino le conseguenze. Avere scelto di frequentare le superiori in città, impiegando novanta minuti per tratta, mi ha dato un po’ di respiro, ora temo, che fin dall’ inizio l’obiettivo delle torture non fosse Tobia; fortunatamente interviene Sauro.

“Perché Dario, mi ci metto io in mezzo alla stanza, così, appena il deficiente mi tocca, sono più che giustificato a dargli un pugno!”
Giacomo sa come trattare con Sauro, è il più grande del gruppo.

“Sauro, tu sei un maciste tutto muscoli, per quanto sia buio, non potrà mai confonderti con Michela, Dario è più adatto.”

Mi rilasso, mi hanno scelto per il fisico minuto, ma le viscere le sento ancora contratte, forse l’idea di Sauro era meno cattiva di questa. 
Lo vogliono massacrare nei sentimenti. Giro lo sguardo sugli altri, siamo in nove intorno al biliardino del bar, Sauro, Giacomo, Alessio, Tina e Carlo, sembrano eccitatissimi all’ idea dello scherzo, i più grandi e i più piccoli del nostro gruppo già si pregustano la scena. 
Nello sguardo degli altri vedo il mio disagio, soprattutto Michela è spiazzata, nel piano è lei a dover ingannare Tobia, si stringe la pancia, ma non dice nulla.

Ormai non ci si tira indietro, altrimenti la furia di Sauro può diventare veramente pericolosa.

Devo trovare il modo di avvisare Tobia, non so come fare senza rischiare il peggio, ma ci devo provare, ho una settimana di tempo.

Niente da fare, già era impossibile incrociare Tobia in paese e parlargli senza fare sorgere sospetti, ha pensato bene di ammalarsi, una settimana chiuso in casa e da quando hanno tolto il duplex, che aveva con la nonna, la madre non ha attivato una loro linea telefonica.

Domani è martedì grasso, la speranza è che stia ancora male e non venga alla festa di Liliana.

Tutti abbiamo ricevuto gli inviti ufficiali, come negli ultimi cinque anni. 
Nella sua mega villa saremo un centinaio tra ragazzi e ragazze, lei fa tante attività e invita i gruppi dei paesi vicini. 
Un’occasione unica per fare festa con facce nuove.

Eccomi, vestito da principe, come richiesto dal tema della festa, a quanto pare i principi non contemplavano pantaloni a zampa, peccato.

Non siamo molti ad essere arrivati puntualissimi, una decina di ragazzi che non conosco oltre a tutti quelli del paese che con noi spartiscono poco; del nostro gruppo manca ancora Sara e di Tobia non c’è traccia. 
Sento Sauro digrignare, che se non si presenta lo va a prendere a casa e lo trascina lui alla festa; Michela lo ha sentito e scuote impercettibilmente la testa a occhi bassi.

Guardo la porta prima che Tobia suoni il campanello, io suo motorino è terribilmente rumoroso. 
Liliana corre ad aprire la porta saltellando festosa, ha diciassette anni e un’assurda cotta per Sauro, che però parla sempre di storie con donne adulte che incontrerebbe fuori dal paese, non si sa bene quando.

L’espressione di Liliana vedendo Tobia è volutamente delusa. 

Lui stringe al petto il biglietto di invito. 
Non ha la solita faccia da monello. 
Rimane sospeso qualche secondo prima di buttare le braccia al collo di Liliana. 
La ringrazia ripetutamente di averlo invitato, dice che ci teneva tanto, da sempre, dalla prima festa.

Michela si avvicina alla strana coppia con un punto di domanda stampato sul volto, che non tarda ad esprimere:
“Tobia, cosa ti prende? Hai partecipato tutti gli anni!”

Lui la guarda con gli occhi umidi, un sorriso ampio e dolcissimo, lo sguardo grato.
“Mi sono sempre intrufolato, non sono mai stato invitato. A tutti arrivavano gli inviti tranne che a me, Sauro diceva che se neanche mio padre mi aveva voluto, c’era un motivo.”

Michela guarda indignata prima Sauro, poi Liliana, ha gli occhi di brace, la sua voce è un sibilo, ha solo quindici anni e sembra un gigante
“E tu, immagino, hai dato retta a quel gorilla. Ma ti rendi conto di quale cattiveria sei complice?”

Michela si gira velocemente verso Tobia, gli prende una mano e lo strattona verso di sé, per schioccargli un bacio sulle labbra. 
Tobia è diventato rosso fino alla punta delle orecchie. 
Sembra un pupazzo di pezza mentre segue Michela che ancora gli stringe la mano uscendo ed affermando che si divertiranno molto di più altrove.

Faccio per muovermi.

Mi fermo. 
Nessun altro sembra voler seguire la ragione e l’umanità.

Mi sento un vigliacco, ma non so dove andare. Di sicuro non al centro di una stupida stanza al buio.

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