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Re: [LM172] Viaggi e intrecci

Ragazzi/e mi state facendo emozionare.
Grazie a tutti, davvero.
I vostri consigli mi aiutano moltissimo, spero di riuscire a metterli a frutto per migliorarmi, purtroppo, per rimanere in tema, il tempo incombe e quando ricomincerò a lavorare, sarà tutto molto più difficile.
@Ambiendian mi ha fatto ridere di gusto che avessi pensato fosse il padre ad abbaiare e ringhiare, pensavo fosse un "colpo di scena" inequivocabile.
Sul racconto che definisci B anche @Poeta Zaza mi suggeriva di fare più enfasi. Mi riesce difficile, sicuramente ci devo lavorare, visto che me lo fate notare in due, però mi piaceva molto l'idea di mettere in risalto la quantità di cose che avevano fatto insieme, l'avevo immaginata come una storia che finiva quando inizia a il viaggio, poi, come accade nei titoli di coda dei film su storie vere, una brevissima cronistoria degli eventi successivi. Volevo concentrare l'attenzione sulla quantità di cose belle che avevano fatto in poco tempo, smorzando, per quanto possibile, il dolore per la morte di Biagio.
@Ambiendian  il tuo apprezzamento mi incoraggia tantissimo.
Grazie anche a @bestseller2020 confesso che sono logorroica non solo nella scrittura O_o devo rileggere il testo per capire quanto mi dici dei tempi verbali. Sono contenta che trovi il racconto simpatico. Grazie.
Grazie anche @Alberto Tosciri il fatto che tu, dopo aver letto il racconto, abbia voglia di raccontarmi dei tuoi pelosi, mi fa immensamente piacere.
Purtroppo anche io vivo in appartamento, con soli due balconcini, ma abbiamo un cagnolino, un gatto e un criceto.
In vacanza vengono con noi in camper 
Di sicuro con un giardino starebbero meglio (ma anche noi, ti assicuro) tuttavia vedo felicità e amore nel loro comportamento.
Ancora grazie a tutti
A presto

Re: [LM172] Viaggi e intrecci

Ragazzi/e mi state facendo emozionare.
Grazie a tutti, davvero.
I vostri consigli mi aiutano moltissimo, spero di riuscire a metterli a frutto per migliorarmi, purtroppo, per rimanere in tema, il tempo incombe e quando ricomincerò a lavorare, sarà tutto molto più difficile.
@Ambiendian mi ha fatto ridere di gusto che avessi pensato fosse il padre ad abbaiare e ringhiare, pensavo fosse un "colpo di scena" inequivocabile.
Sul racconto che definisci B anche @Poeta Zaza mi suggeriva di fare più enfasi. Mi riesce difficile, sicuramente ci devo lavorare, visto che me lo fate notare in due, però mi piaceva molto l'idea di mettere in risalto la quantità di cose che avevano fatto insieme, l'avevo immaginata come una storia che finiva quando inizia a il viaggio, poi, come accade nei titoli di coda dei film su storie vere, una brevissima cronistoria degli eventi successivi. Volevo concentrare l'attenzione sulla quantità di cose belle che avevano fatto in poco tempo, smorzando, per quanto possibile, il dolore per la morte di Biagio.
@Ambiendian  il tuo apprezzamento mi incoraggia tantissimo.
Grazie anche a @bestseller2020 confesso che sono logorroica non solo nella scrittura O_o devo rileggere il testo per capire quanto mi dici dei tempi verbali. Sono contenta che trovi il racconto simpatico. Grazie.
Grazie anche @Alberto Tosciri il fatto che tu, dopo aver letto il racconto, abbia voglia di raccontarmi dei tuoi pelosi, mi fa immensamente piacere.
Purtroppo anche io vivo in appartamento, con soli due balconcini, ma abbiamo un cagnolino, un gatto e un criceto.
In vacanza vengono con noi in camper 
Di sicuro con un giardino starebbero meglio (ma anche noi, ti assicuro) tuttavia vedo felicità e amore nel loro comportamento.
Ancora grazie a tutti
A presto

Re: [LM172] Viaggi e intrecci

@Poldo 
Ti ringrazio per questa valutazione, anche io mi chiedevo se fosse abbastanza evidente lo scontro sulla percezione del tempo.
Sul passare dal punto di vista di Biagio a quello di Laura, non mi ero resa conto che non fosse abbastanza delineato, darò sicuramente un'occhiata ai consigli suggeriti. Mi sembrava di averli abbastanza bilanciati e alternati finché Laura non prende in mano la situazione e si passa alla nuova fase.
Rileggo con calma, per vedere come migliorarlo.
Grazie ancora 

Re: [LM172] Viaggi e intrecci

Grazie @Poeta Zaza, sei preziosa,  farò tesoro dei tuoi consigli.
La storia non è vera, anche se 11 anni fa siamo stati costretti ad abbattere la nostra cagnolina di 14 anni, ormai divorata da un tumore.
Il voler vivere pienamente, dando al tempo un valore inestimabile, è parte di me, l'idea di un viaggio, però completamente a piedi, per immergermi nella natura, è un qualcosa che desidero realizzare presto.
Insomma, un racconto che nasce da un misto di fantasia, storia vissuta, ideali e ambizioni. 
Per quanto riguarda la parte più da cronista, ci tengo a scriverti che è stato intenzionale, sia per il limite dei caratteri, non volendo abbreviare il percorso che aveva portato all'avventura, sia perché non volevo appesantire troppo il racconto.
Penso sia una storia commovente, ci tenevo a non sconfinare nel tragico, descrivendo l'ultimo periodo, che comunque, per quanto ben vissuto, rimaneva sospeso nell'attesa della morte del protagonista. La descrizione tipo lista mi sembrava una soluzione per un finale emotivamente più distaccato, che lasciasse il sapore di positività in chi legge. Cosa ne pensi?
Grazie ancora per avermi commentata e per l'accoglienza.
Mi piacciono molto questi contest, spero di riuscire a partecipare anche quando riprenderò a lavorare, e il tempo, ciò che bramo di più, si riduce drasticamente.

[LM172] Viaggi e intrecci

Traccia di Mezzanotte: “Il tempo”

Il ritardo sull'ora della passeggiata serale gli innescava uno stato d’ansia che non poteva gestire, non bisognava essere geni per immaginare che anche il pasto delle 20 avrebbe subito modifiche di orario e per lui, che era un abitudinario, un metodico, era una vera e propria afflizione.
Non aveva pretese, né grandi, né di altra misura, si faceva bastare allegramente quel che aveva; soldatino lo chiamavano in famiglia, non per il suo lavoro nella sicurezza, ma per il suo atteggiamento sistematico. Sapeva fare con le persone, aveva fiuto nel riconoscere attitudini positive e negative, comunque, mentre lui era di guardia, non gli era mai capitata un’effrazione, tuttavia, in altre occasioni fuori casa, aveva dato dimostrazione delle sue capacità abbaiando e ringhiando a persone che poi anche il resto della famiglia aveva definito “poco di buono”.
“Laura quante volte devo ripeterti che devi fare uscire Biagio? Finisce che tuo padre rientra e ancora non lo hai portato, sbrigati che sto preparando la cena”.
Il cane lo aveva voluto fortemente Laura 10 anni prima, chiedendolo come regalo per i suoi 10 anni. Nonostante le mille raccomandazioni e altrettante promesse, lei raramente lo faceva uscire; mattina e sera ci pensava il padre e il pomeriggio la madre. Non che non gli volesse bene, tutt’altro, era pazza di lui, ma Biagio aveva esigenze scadenzate assolutamente incompatibili con gli “aspetta un attimo” e “dopo lo faccio” di Laura, atteggiamento che portava sempre allo scontro con i suoi genitori.
Questa volta la voce di Mara è imperiosa “porta immediatamente fuori quel cane, o non metti il naso fuori di casa per dieci giorni e ti tolgo da subito il cellulare!”
“Stiamo andando, stiamo già uscendo!” strilla Laura mentre recupera le scarpe lanciate con noncuranza nei pressi del divano, con tono scocciato e rassegnato. Mentre infila le sneakers, Biagio arriva come una furia scomposta, travolgendola con i suoi 12 Kg di meticcio dalle orecchie lunghe.
Una volta fuori, con il sole ormai basso e un fresco venticello, che permetteva di respirare dopo giorni di caldo infernale, Laura avrebbe fatto volentieri una lunga passeggiata, ma ormai Biagio, messa a tacere la prima ansia, ha fatto velocemente tutti i bisogni e tira verso casa.
“Ma come, non la smettevi di abbaiare per uscire e dopo 10 minuti tiri per tornare? Guarda che la cena la trovi anche dopo. Ma che ti passa in quella testolina? Formuli frasi? Chissà come fai a pensare… qualcosa penserai, come funziona? Per immagini? Sensazioni?”
Quando qualcuno gli si rivolgeva direttamente, Biagio sembrava sorridere, ti incollava gli occhi addosso, la bocca si allargava con gli angoli verso l'alto e in genere scondinzolava freneticamente, poi, se la conversazione durava a lungo, ti saltava addosso per slinguazzarti.
Adesso ascoltava Laura, sorrideva, scodinzolava, ma con il corpo tirava verso casa, se fosse stimolo della fame, o l’immagine di qualcuno che gli rubasse la cena, Laura non lo riusciva a capire.
“Vorrei rinascere cane, proprio come te, nessuno a dirti che perdi il tuo tempo, che non concludi nulla, che non si può pensare di rimandare tutto a dopo. Tu in fondo, che preoccupazioni hai? Uscire, mangiare, dormire, qualche volta corri appresso alla pallina e tutti ti coccolano”.
Biagio in realtà anche adesso era in ansia, il suo orologino biologico gli diceva che se continuava la passeggiata, sarebbe passata l’ora della cena, e questo gli stava già mettendo molta agitazione.
Riducendo al minimo la sua camminata, Biagio riesce ad arrivare a casa ad un orario che sente essere quello giusto, ora è più tranquillo, anche se deve capovolgere un paio di volte la ciotola per convincere Laura a dargli umido e biscotti mentre Mara è al telefono con Marco, il marito, che le dice di essere dietro l’angolo, possono mettersi a tavola. Quando arriva, Laura chiede del ritardo, in genere il padre rientra per le 18.40, si chiedeva cosa fosse successo per farlo tornare un’ora e mezza più tardi. Poteva risponderle raccontando della sua giornata lavorativa, invece una domanda tanto banale aveva dato libero sfogo a tutte le recriminazioni sullo stile di vita della figlia, che non sapeva cosa significassero le responsabilità, che si preoccupava solo di stare sul telefono, che non studiava abbastanza, troppo presa da stupidaggini, soprattutto le contestavano aspramente la sua gestione del tempo, ne aveva tanto e lo sprecava rimandando sempre tutto a dopo, come se il tempo a disposizione fosse infinito e si sarebbe accorta troppo tardi che non era così.
Biagio ora si era accoccolato in un punto dove poteva beneficiare di una minima corrente d’aria in quell’estate particolarmente calda e sembrava davvero beato, mentre Laura si sentiva abbastanza sfiduciata. Il primo anno di università era andato bene, ma per i suoi psicologia non era una facoltà che portava ad un lavoro e anche se i voti agli esami erano buoni, sembrava non essere sufficiente, il punto era che veramente passava ore davanti a video e foto pubblicate sui social, ma sinceramente non si sentiva stimolata a fare nulla di diverso nel suo tempo libero. Studiava, dava ripetizioni tre volte a settimana e il sabato sera lavorava in pizzeria eppure, nonostante avesse solo 20 anni, per i suoi non era abbastanza, doveva organizzare il suo futuro, forse perché loro si sentivano intrappolati in una vita che non gli lasciava il tempo di vivere come avrebbero voluto, ma non potevano prendersela con lei.
Un’altra fonte di preoccupazione per Biagio era entrare nel cortile di accesso del veterinario e l’attesa della visita, una volta dentro era abbastanza tranquillo, ma appena diventava consapevole dell’imminente controllo, si sentiva agitato e provava a nascondersi ovunque. Quel pomeriggio doveva tornarci per la seconda volta in una settimana, erano arrivati i risultati delle analisi dopo alcuni episodi di vomito ed era necessaria un’ecografia. Inaspettatamente la giornata volse al peggio, il referto era nefasto, l’ecografia non lasciava scampo, confermava un emangiosarcoma della milza. Nessun sintomo grave, nessun cambiamento apparente, ma Biagio ora aveva un’aspettativa di vita inferiore ad un anno.
Erano andati insieme dal veterinario Marco e Mara. La sola parola tumore aveva già piegato le gambe a Mara, sentire le previsioni senza scampo, aveva fatto torcere le viscere a Marco.
L’idea di preparare Laura alla notizia non dicendole fin da subito le poche aspettative di vita del suo cane, naufragò non appena rientrarono a casa con la faccia funerea.
Alla fine, l’unico preambolo per anticipare la notizia era stato “mettiti seduta, dobbiamo parlare di Biagio, ha un grave problema”.
Laura aveva ascoltato tutto, Biagio percependo il suo dolore si era messo tra i suoi polpacci fermo, rimanendo in piedi, spingendo un pochino sulla gamba sinistra, Laura ascoltava accarezzandolo teneramente, le bruciavano gli occhi, ma le lacrime si erano bloccate sulle ciglia, anche le parole rimanevano incastrate in gola, dove aveva la sensazione di avere delle ragadi, alla fine le uscì uno strozzato “capisco”, si concesse ad un caldo abbraccio della madre prima di chiudersi in camera sua con Biagio.
All’inizio della settimana successiva Biagio si trovò spiazzato, aveva un’espressione di stupore vedendo che Laura si alzava prima di Marco, adesso lo portava lei a spasso tre volte al giorno e le passeggiate erano più lunghe del solito, così come le ciotole le riempiva sempre Laura. Dopo i primi due giorni di spaesamento, già dal terzo aveva cominciato a seguire Laura appena scendeva dal letto e aveva smesso di fare capolino in camera di Marco per capire se anche lui si stesse alzando e non perdere di vista chi dei due sarebbe uscito prima; di certo percepiva una strana tensione nell’aria e per questo si sdraiava a guardare corrucciato la famiglia, piuttosto che posizionarsi nel suo posticino privilegiato dalla corrente.
“Cara, hai fatto bene a goderti tanto tempo con Biagio, ma sono più di dieci giorni che non fai altro che stare con lui fuori o chiusa in camera davanti al pc, o al telefono, dopodomani noi partiamo, Biagio starà con noi 2 settimane, perché non ti organizzi anche tu, o magari vieni con noi e ti svaghi un po’? Pensiamo a quanto è stato bene finora, ha avuto una bella vita no? Guardalo anche adesso”, Laura faceva cenni per dimostrare che stava ascoltando, ma continuava a digitare sulla tastiera, mentre Biagio aveva inclinato un pochino la testa, come faceva spesso quando parlavano di lui, quindi Mara continuò “godiamoci il tempo che gli resta”.
Laura affondò i suoi occhi in quelli della madre, uno sguardo diverso, più maturo, concentrato, deciso. “Hai ragione mamma, davvero. Ci ho riflettuto tantissimo. Pensa, un paio di giorni prima della notizia, avevo pensato che Biagio fosse proprio fortunato”, Mara ebbe l’impressione che il discorso stesse prendendo una brutta piega, quindi preferì anticipare la figlia “ma infatti Biagio con noi è stato fortunato, sempre coccolato, non gli abbiamo fatto mancare nulla, devi sentirti tranquilla a riguardo”, Laura riprese con maggiore piglio “la tranquillità, le solite scadenze, mi sembrava fortunato per questo, perché non ha preoccupazioni, la vita di Biagio scorre facendo sempre le stesse cose”, Mara sembrava sconfortata, le sembrava che Laura stesse umanizzando troppo Biagio “Laura, è pur sempre un cane, lui è felice così e ce lo dimostra, è un dispiacere enorme, ma se pensiamo a tutte le brutture che ci circondano, addirittura bambini che lottano per la vita”. Laura a quel punto decise di imporsi, ora in piedi, protesa verso la madre, lasciava gesticolare liberamente le mani mentre continuava con voce ferma e chiara “so perfettamente che è un cane, potrei anche dire solo un cane, ma ora so che abbiamo solo pochi mesi e voglio rendere la sua vita speciale e facendo questo, anche io farò qualcosa di speciale”.
Mara ascoltava questa nuova Laura decisa a difendere i suoi progetti, mentre tra loro scondinzolava Biagio, che apparentemente stava benissimo.
“Pensi di dedicarti tutta l’estate a Biagio? Dopo non sarà ancora più dura per te? Forse è il caso che io e papà restiamo a Roma”.
“No mamma, ho quasi organizzato tutto, penso di partire con Biagio dopo domani”.
Mara era spiazzata “partire per dove, con chi? E se Biagio peggiora mentre sei fuori?”
“Biagio sarà la mia priorità in questo viaggio, il vet ha sconsigliato l’operazione, perché tanto non sarebbe risolutiva e rischiamo di attivare una prostrazione che prima o poi arriverà. Tanto questo maledetto tumore è destinato a rompersi e a farmelo morire di emorragia, non intendo metterlo sotto una campana di vetro… per cosa? Qualche giorno in più di non vita? Ho lavorato giorno e notte a questo progetto.”
Ora Mara vedeva una giovane donna molto determinata e tanto diversa dalla ragazza di pochi giorni prima.
“Ho scritto su tutti i miei social la storia di Biagio, ho pubblicato le sue foto da quando lo abbiamo preso, ho scritto del mio dolore, della mia idea iniziale di fare un percorso a piedi con lui, pensavo la via Francigena, organizzandomi con un sito che mette in contatto persone che cercano volontari per poche ore di lavoro al giorno in cambio di vitto e alloggio, ma in due giorni i miei follower hanno fatto rimbalzare la storia, una signora che neanche conosco ha attivato un crowdfounding, si stanno proponendo tante persone, mi sto accordando con Ludovica, una ragazza di 28 anni che vuole partire con me, lei gestisce un agriturismo con il compagno olandese, si stanno organizzando, lui fa venire la sorella ad aiutarlo e lei partirà con me in bicicletta, a me darà quella del compagno, che ha dietro il carrellino per Biagio. Ma ti rendi conto? Vivrà i suoi ultimi mesi in giro tutto il giorno, boschi, torrenti, in mezzo alla natura, sempre insieme!”
Mara era sgomenta, ammirata e preoccupata allo stesso tempo.
“Fidati di me, ti prego.”
La sera fecero una sintesi a cena a beneficio di Marco, a differenza delle aspettative, lui rimase estasiato dal progetto, se Mara fosse stata d’accordo, avrebbe rinunciato alle due settimane di ferie in Sicilia, per affrontare insieme questa avventura. Laura era commossa, vedeva orgoglio negli occhi del padre, tanta dolcezza e preoccupazione in quelli della madre, ci pensò una manciata di secondi prima di rispondere “è la prima volta che mi sento così sicura di quel che faccio, ho bisogno di mettermi alla prova staccando il cordone ombelicale. Scusatemi se vi allontano da Biagio nei suoi ultimi mesi, ma sono sicura che sarà bellissimo per lui e per me.
Solo in quel momento i genitori realizzarono che non si trattava di un breve viaggio estivo, ma di durata indefinita, finché Biagio ce l’avesse fatta.
Marco stava ancora assimilando l’informazione, mentre Mara d’impulso non poté trattenersi “ma come farai tutto questo tempo? E l’università? Molli tutto?”
“È un progetto importante, ci portiamo dietro una tendina per sicurezza, ma io e Ludovica abbiamo già trovato lungo il percorso piccole aziende agricole che ci ospiteranno, anche dei veterinari si sono offerti di visitarlo lungo il percorso. Abbiamo i soldi dalla raccolta, so già che avanzeranno, penso di donarli ad un rifugio, o forse creerò io stessa un’associazione. L’università la sospendo per un anno”, questa volta fu Marco a interromperla “ma vale la pena perdere un anno di università? Limita il viaggio a questa estate senza sospendere nulla”.
Laura lo guardava con una consapevolezza di chi, all’improvviso, avesse tutto chiaro, come se per la prima volta tutti i suoi sensi potessero percepire la realtà senza i filtri socio-culturali che veicolano scelte e percorsi di vita.
“No papà, l’unica cosa che sicuramente perderò, è questo meraviglioso batuffolo che mi ama incondizionatamente, per il resto, sto scommettendo su di me, me lo avete ripetuto all’infinito che nulla ha valore come il tempo, che non va sprecato, che la vita scorre veloce senza rendersene conto. Io non correrò contro il tempo, io intendo viverlo. Sto organizzando qualcosa di grande, si è creata una fantastica rete per far vivere al meglio Biagio per il tempo che gli resta e io sono entusiasta di questo progetto”.
Laura e Biagio partirono dopo tre giorni raggiungendo Ludovica al suo agriturismo nelle campagne della Tuscia, era il 2 Agosto.
Biagio ha percorso, sempre a fianco di Laura, 830km, di cui 120 zampettando, 390 in bicicletta e i restanti suddivisi in più corse in treno, senza contare le lunghissime passeggiate nei 13 posti dove ha sostato. Sono diventati compagni di viaggio per tratti più o meno lunghi 38 persone e 22 cani. Biagio ha bevuto in torrenti, visto tramonti, assaggiato la rugiada, ha litigato con una lucertola e con un gallo, ha conosciuto cavalli ed asini, è stato visitato da 5 veterinari durante il viaggio. Marco e Mara li hanno raggiunti per tre giorni a settembre in un agriturismo nel bolognese, hanno insistito per pagare il loro soggiorno in pensione completa e il giorno dopo i proprietari hanno girato la somma sulla piattaforma per la raccolta fondi. Ludovica è stata un’amica preziosa, il compagno l’ha convinta a rimanere nel progetto fino alla fine, pur con tutte le difficoltà nel gestire da solo l’attività, era sempre pronta ad aiutare, consolare, reagire.
Biagio, anche quando ha cominciato a mostrare segni di grande stanchezza, affanno, e talvolta episodi di vomito, aveva un musetto che sprizzava gioia, chiunque lo abbia incontrato, diceva che sembrava ridesse; prima che subentrasse l’inappetenza, si dimenticava di dover mangiare agli orari consueti, preso come era a correre, giocare, annusare, scoprire. Ha iniziato il suo ultimo viaggio il 6 dicembre, poco più di quattro mesi dopo l’inizio di questa incredibile avventura. Laura è andata a lavorare in cambio del solo vitto e alloggio all’agriturismo di Ludovica per tutto il periodo delle feste natalizie, anche per contraccambiare il grande supporto ricevuto.
A metà gennaio, una nuova Laura tornava da Marco e Mara, pronta a mordere la vita, con Biagio nel cuore.

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