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Re: EAP e festival culturali

ElleryQ ha scritto: Esatto, non si nega a nessuno se viene pagato. Gli organizzatori dei festival o fiere più noti si fanno pagare dagli editori e spesso profumatamente. Diversamente non riuscirebbero a trarci guadagno, né a organizzare le edizioni successive. I politici cambiano, quindi non sempre possono contare sui sovvenzionamenti pubblici, per cui, da chi possono, racimolano entroiti alla faccia della cultura con la C maiuscola.
Si, in effetti non ho citato il particolare che uno dei presentatori, palesemente amico dell'autore, di cui si è limitato a snocciolare il CV professionale per poi rimanere zitto il resto del tempo, era il titolare della ditta che sponsorizzava la presentazione.

Re: EAP e festival culturali

Fabioloneilboia ha scritto: Sicuramente la cultura a questo paese interessa poco. Però, c’è da dire, che anche gli EAP pubblicano testi meritevoli. Sarà una questione di facciata, ma è così, li trovi anche premiati in concorsi importanti.
Scusa, ma se il testo è meritevole perché l'autore dovrebbe rivolgersi a un editore a pagamento? E se una EAP è in grado di valutare la validità di un testo perché far pagare? Se il manoscritto è buono venderà da sé. Il pagamento è forse da ritenersi una forma di assicurazione contro il fallimento commerciale dell'opera?
Sui concorsi meglio non parlare nemmeno, nessuno è credibile a mio avviso, nemmeno i più quotati.

EAP e festival culturali

Salve a tutti. Volevo condividere con voi il mio personale disagio/disappunto su un fatto che mi è capitato in questi giorni.
Sono andato alla presentazione di un libro durante una manifestazione culturale molto nota e con decine di incontri interessanti. Era un evento del tutto secondario, un esordiente che parlava del suo primo romanzo. Niente di eclatante. Alla fine mi sono avvicinato al solito banchetto per il firma copie e ho notato che la CE era una nota EAP di medio calibro.
La cosa mi ha disgustato visto che in un festival culturale si presume che si cerchi in ogni modo di promuovere una sana e consapevole lettura di opere meritevoli. Ciò non significa automaticamente che L'autore abbia pagato per pubblicare, sia chiaro, anche se fin da subito mi è apparso come un personaggio piuttosto ammanicato e bravo nel sapersi muovere nell'ambiente.
Mi chiedo e vi chiedo: è possibile che l'organizzazione di un festival così importante non valuti se un editore è EAP? Possibile che si passi sopra a questa indegno modo di fare editoria? 
Posso capire che uno stand dove vendere le copie non si nega a nessuno, ma almeno speravo che nelle presentazioni ci fosse un po' più di sensibilità al riguardo.
Che ne pensate?
Ennesima conferma del decadimento culturale del paese?

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