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Re: Riscontri e frustrazione

Uanema ha scritto: A me sembra che, secondo quanto scrivono, ti manchino alcune tecniche narrative, in grado poi di rendere il testo più simile a quanto richiesto in un romanzo. Esistono diversi libri a tal proposito per affinare le proprie capacità. Anche una persona di talento se non ben indirizzata e seguita nello studio rischia di perdersi. Alla base di tutto, quindi, occorre una certa disciplina, passione e studio. Io credo anche che tutti i commenti sui propri lavori, negati o positivi che siano, possono aiutarci nella nostra fase di crescita. Innanzitutto, come scrivevano altri utenti, bisogna comprendere perché ci viene fornito quel tale giudizio, nel caso di questa CE, non c'è nessun secondo fine, anzi, risulta un parere abbastanza sincero, che sprona a fare meglio. Esistono poi diversi modi di raccontare la stessa storia, forse, nel tuo caso, potresti lasciare più spazio ai personaggi, in modo tale da permettere poi al lettore di intuire come vada a finire la storia.  
Mi permetto qualche digressione... Molto spesso ci lamentiamo del silenzio degli editori, ma il più delle volte questi preferiscono non dare risposta agli autori per non dare adito a polemiche. Sono poche le persone capaci di accettare delle critiche, soprattutto quando si tratta di valutazioni soggettive, ovvero quando si parla di un romanzo brutto o bello, senza dare riferimenti oggettivi. Ad esempio, quando parliamo di un errore grammaticale c'è ben poco da disquisire, ma se "la trama diventa prevedibile", bisogna dare alla storia quel tocco di originalità, che può rappresentare anche il marchio di fabbrica dello scrittore. 
Il fatto poi di rivolgersi a un'agenzia letteraria, nel tentativo di pubblicare qualcosa che potrebbe non funzionare, diciamo che non mi convince completamente. Quest'agenzia letteraria come ha valutato il tuo romanzo?Gli interessa solo il lato economico della vicenda?
I tuoi beta reader (meglio se non parenti) cosa dicono? Hai altri giudizi più o meno qualificati?
Non per intimorirti, ma fuori c'è una giungla di lettori pronti a farne pezzetti del tuo romanzo, specie se hanno pagato e non sono per niente soddisfatti. Io penso che bisogna avere una corazza adeguata per poi andare in guerra. 
Grazie!
In effetti ho ringraziato l'editore perchè hanno risposto con tanto di giudizio, per quanto breve.
In realtà l'agenzia (seria) lo ha preso in carico dopo che avevo deciso di fare coaching con loro. Naturalmente avevano messo subito in chiaro che il coaching non comportava rappresentanza. Lavorando con l'editor poi invece il testo gli è piaciuto, tanto che lo hanno preso in carico. Diciamo che è stato uno sviluppo naturale della collaborazione. E ti assicuro che l'editor con cui lavorato è parecchio "tosto", oltre che capace.
I beta (seri) avevano dato giudizi positivi. Mi chiedo se un giudizio del genere possa essere legato ad una modalità narrativa che usa molto il "telling", mentre ora va per la maggiore lo "showing".
Peraltro nella trama ci sono parecchi colpi di scena (muore anche uno dei protagonisti).
La verità è che di fronte ad un giudizio espresso in quel modo purtroppo verrebbe voglia di approfondire con chi lo ha formulato pre meglio capire, cosa naturalmente non possibile. Forse è per questo che diventa complesso ragionarci sopra.

Riscontri e frustrazione

Carissime/i,

un post per capire come affrontate e reagite a riscontri negativi su quanto scrivete.

Il fatto: una nuova e piccola casa editrice, dopo 6 mesi, mi ha scritto dicendo che non intendono pubblicare il manoscritto che gli avevo sottoposto.
Ci sta, ci mancherebbe.
Innanzitutto è da rilevare come positivo il fatto che diano una risposta, al contrario della quasi totalità degli editori.
Tuttavia il loro commento sul testo  ha iniziato a far gemmare nella mia testa dubbi sulla mia capacità di scrivere.
Ecco la riga che mi hanno mandato: "Le idee di base sono molto buone, ma l’intreccio narrativo non risulta convincente/incisivo. In particolare abbiamo trovato poco apprezzabile l’abuso dell’intervento dell’autore, che appiattisce la narrazione e ne aumenta la prevedibilità".
A parte che non capisco a cosa si riferiscano con "intervento dell'autore", dato che l'autore non interviene mai nel testo; semmai si riferiscono al narratore. In ogni caso il giudizio è lapidario.

Ora, so bene che quel che scriviamo non può piacere a tutti. Del resto per questo stesso romanzo, dopo l'invio a loro, ho sottoscritto un contratto di rappresentanza con un'agenzia letteraria che lo ha inviato a big e medie. Quindi se l'agenzia ci mette la faccia, vuol dire che crede nel testo.
Tuttavia ricevere un commento del genere non può non generare dubbi in chi scrive.

Voi come reagite alle critiche? Vi viene mai il dubbio che se qualcuno vi dice che scrivete da schifo magari ha ragione, anche se altri vi dicono il contrario?

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