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Re: Femminile e professioni

Antares ha scritto: Ah, sei nato a Milano?

Eh, sì :-)
Ma è stato tanto tempo fa, quando Milano si chiamava ancora Mediolanum e si viaggiava sulla schiena di dinosauri ;)
Il milanese imbruttito mi chiamerebbe "giargiana", dato che abitavo a Corsico, quindi oltre la circonvalla.


Antares ha scritto: Sull'ultima questione non so aiutarti, magari c'è qualcosa tipo "meretrice" - "meretore"?  :P

Giàààààà, mi hai creato la svolta! Ti assumo nella mia nuova fabbrichetta, che ho appena aperto nella city (taaac!), come "creativa", così posso seguire la regola della doppia F: F**a e Fatturato (taaac!) :P

Re: Femminile e professioni

Silverwillow ha scritto: Alcuni video del milanese imbruttito li avevo visti. Questo mi pare ricalcare un po' Mrs. Doubtfire, ma senza la simpatia di Robin Williams. Carino, comunque  :lol: 
Antares ha scritto: Eeh, figurati, l'Imbruttito lo conosco già a menadito :D 

Beh, dopo Casa Surace e i Badaboom (please cfr., taaac) non potevo che approdare al "milanese imbruttito" :)
Tra l'altro ho notato che lui, per riferirsi a se stesso, dice "F205". OMG Anche io ho F205 nel codice fiscale: forse mi sto imbruttendo :o


Silverwillow ha scritto: Qualsiasi cosa faccia, ci sarà un troglodita che pensa "ma perché questa qui non se ne sta a casa a badare alla famiglia?" (sembra da medioevo, ma purtroppo non lo è)

Peccato che spesso sono le donne stesse a pensarlo e a dirlo :P



Antares ha scritto: In effetti proprio di recente in Islanda le donne erano la metà (o forse poco ci mancava) di tutti i parlamentari.

Beh, attualmente hanno (o almeno così dicono) il parlamento nazionale (caso unico al mondo) in cui le uome sono in maggioranza. Anche la prima ministra è di sesso femminile (e anche di identità :P )
Comunque in Islanda sono quattro gatti, eh.


[Maschilista mode ON]
Basta aspettare il primo mal di testa e non vanno più a schiacciare bottoni in parlamento. Poi ogni ciclo lunare, secondo me, si danno il turno. E poi immagino la prima legge che fanno: via l'IVA dagli assorbenti.
[Maschilista mode OFF]

:hm: :hm: :hm:


Pensavo a una cosa. Finora abbiamo parlato di professioni prima destinate a uomini e oggi occupate manu militari da uome. Ma esiste anche il contrario. Dovevo volgere al maschile la frase "Questa situescion sta andando a put****" e non ho trovato di meglio che "Questa situescion sta andando a gigolò", ma non regge. Con il femminile avrei più scelta: put****, tr***, escort… Io ero rimasto a quando l'ultima era una macchina, ma pare che non sia più così.
Mi manca la varietà lessicale. Posso cambiare la vocale finale anche in questo caso? Finirei con put***o, tr**o, ecc… :P

Re: Femminile e professioni

Antares ha scritto: Sì, a me è capitato che un bambino la scostasse completamente mentre provavo dei pantaloni...   :bestem:  
Ah, eri tu quella che provava i pantaloni? :o
Ogni tanto mi travesto da bambino e comincio a lavorare. Comunque i tanga leopardati non mi piacciono :P

Antares ha scritto: Eppure a me sembra che a livello locale (comuni, province ecc.) e  il genere femminile sia abbastanza rappresentato

Non saprei, però lì ci sono più cose concrete da fare. Non è come giocare alla play station tra Brunetta e Renzi :)


Antares ha scritto: Ma non sarà la solita questione della carriera più difficile per le donne, soprattutto se mamme? 

Può essere, ma io adoro le mammine. Anche quella è produzione. Comunque la principale indiziata è pure donna e si chiama Madre di nome e Natura di cognome :-)


Se vuoi capire la regola delle doppia F, l'importanza della produzione, e produzione porta fatturato (taaac!), ti basta vedere questo video del "milanese imbruttito":

Re: Femminile e professioni

Silverwillow ha scritto: Ci sono posti dove per trovare il bagno giusto ci ho messo un po', come decifrare geroglifici: maschi, femmine, disabili, femmine accompagnate da bambini, fasciatoio, riservato al personale, ecc.

A chi lo dici! Io mi confondo sempre :)
Ho visto di tutto e di più ;)

A questo punto lancio una mia proposta. Tutti i trans non operati dovrebbero farsi dichiarare disabili, così saprebbero in quale bagno andare :) Visto che poi alcune oche si lamentano se vanno nei bagni delle femmine…


Silverwillow ha scritto: Le donne non sono assenti, ma nei secoli scorsi molte non hanno avuto la possibilità concreta di studiare o di intraprendere carriere artistiche, quelle che ci sono riuscite sono in netta minoranza rispetto agli uomini. È un dato oggettivo ed è normale che fossero molte di meno, se perfino quelle benestanti non potevano studiare, viaggiare o altro, a meno di non avere un padre/marito che glielo permettesse (o di avere il denaro e il coraggio per essere indipendenti). Penso ad Artemisia Gentileschi, il cui padre era a sua volta pittore, o Ipazia, che aveva un padre matematico e filosofo.
Nonostante ciò, ci sono state filosofe, teologhe, pittrici, poetesse, scienziate, regine, ecc. molto influenti nel loro ambiente e nel loro tempo. Il problema è che spesso le loro figure sono state messe in secondo piano, perché a tramandare la storia sono stati uomini (mannaggia, era il settore storico, quello a cui dovevamo puntare da subito :si:  ). Da un po' di tempo si è cominciato a recuperare queste figure attraverso saggi, romanzi e film. Quelle di cui non ci è stato tramandato niente purtroppo non potremo mai conoscerle, ma le cose sono cambiate, adesso i modelli femminili (e tutt'altro che stereotipati) ci sono e aumenteranno in futuro.

Tutto vero. Però ho una mia ipotesi in proposito. La chiamo "ipotesi" perché forse sto per dire una cretinata di proporzioni siderali e dunque devo mettere le mani avanti in qualche modo :asd:

Per me ci sono poche donne in politica perché le donne stesse non sono tanto interessare all'articolo :)


Silverwillow ha scritto: Solo perché a nessuno è ancora venuto in mente di fare bagni e insegne diverse per disabili maschi e femmine. Ma di questo passo ci arriveremo :asd:

:asd: :asd: :asd:
Ahahahahahahah :D

Re: Femminile e professioni

ivalibri ha scritto: Presente!

Già mi sono innamorato di te, o donna dei miei sogni :)


ivalibri ha scritto: ma i camerini nei negozi con quelle tendine vedo non vedo come la vedete? C'è sempre qualcuno che la scosta per vedere se è occupato.

Fai come me, compra online, che lì non ci sono camerini e tendine :P
Così mentre compri, s'impenna il fatturato, taaac!


ivalibri ha scritto: sempre se non c'è @dyskolos che viene apposta per sbirciare!

State attente, donne :asd:
Comunque devo sbirciare nei bagni per disabili, almeno per vedere come sono fatti. Che poi io penso che le cose per disabili semplificherebbero la vita a tutti, abili e non abili, maschi con il seno e femmine senza trucco, betulle ed elefanti… :)
Ve lo dice un facocero :)


Visto che ti piacciono i video, a proposito di bagni e sbirciatine, eccotene uno divertentissimo, da sganasciarsi dalle risate:

Re: Femminile e professioni

Silverwillow ha scritto: Io uso quelli delle donne solo perché ho timore di mettere in imbarazzo qualcuno, ma se in quello delle donne c'è la fila e mi posso imbucare in quello degli uomini lo faccio. Il bagno poi si chiude, quindi cosa dovrebbero sbirciare?

Beh, a Torbole (provincia autonoma di Trento) trovai un simbolo sulla porta di un bagno dove si vedeva un tizio che si arrampicava sulla parete per sbirciare e sopra c'era una croce. :-)
Comunque mi piace questa idea del bagno come creatore d'identità. De facto hanno costruito un terzo genere: il disabile. Devo provare per scoprire la differenza :-)
Ogni volta non so se andare dentro a curiosare :)
Silverwillow ha scritto: La cosa più complicata da cambiare è la mentalità: se una donna mette pantaloni, scarpe da ginnastica, e non si trucca, non è femminile e quindi è sciatta. Ma chi ha deciso che le donne devono mettere gonne, tacchi e trucco e gli uomini no?

Sono d'accordo con te. A me, quelle che mettono pantaloni, scarpe da ginnastica e zero trucco piacciono di più :)

Silverwillow ha scritto: La questione non dovrebbe essere "personalizzare tutto, anche la lingua, per non scontentare nessuno" (si diventerebbe pazzi)

Infatti. Io oggi mi sento un facocero, ieri mi sentivo un elefante e l'altro ieri una betulla. Voglio essere incluso anche io e non mi basta lo scevà.
Poi mi chiedo perché inserire, inventando nuovi suffissi, chi legittimamente non sa se è maschio o femmina (una minoranza) e non me (la maggioranza) che lo so bene? Per me, che notoriamente sono un gran maschilista di m***a, il maschile sovraesteso funziona bene. Ho sperimentato anche il femminile sovraesteso e nessuno capiva che volevo dire. Ho dovuto ritornare al maschile.



P.S.: Nemmeno io ho capito il fatto di Vladimir Luxuria nei bagni della Camera.

Re: Femminile e professioni

ivalibri ha scritto: i vari maniaci o guardoni che se ne approfitterebbero per dare qualche sbirciatina. 😁
Presente ;)
ivalibri ha scritto: Ma la mia è una visione dell'essere umano che mette al centro anche il corpo
Infatti le sbirciatine le do ai corpi :)
Che vita grama senza corpi :P
I corpi ci vogliono. D'altronde mens sana in corpore sano. Per chi crede, i corpi li ha fatti Dio.

Re: Femminile e professioni

swetty ha scritto: Ma che ti frega di quale biancheria intima indossa chi ti fa il progetto della casa?
Non mi piacciono i tanga a pois  :asd:

swetty ha scritto: Mah. Io tutte le volte che ho 36.8 di febbre sento che sto per morire, e a quel punto ho serie crisi nell'identità di genere. :asd:

:asd:
Io infatti con 36,5 già mi dichiaro morto :asd:


swetty ha scritto: Strano: io uso quel pulsante vicino al letto, non so se hai presente, che ha la cordicella e finisce sempre tra il materasso e le sbarre. :asd:
:asd: :-D
Presente, presentissimo! :D
A volte non lo trovo, tanto bene è nascosto tra sbarre e materasso :-) :)


swetty ha scritto: e che gli uomini possano fare altrettanto con le gonne (e io ne ho visti e non ero in Scozia - e no, non erano neanche tonache o caffettani, erano proprio gonne-gonne e di nuovo no, non erano drag queen né in maschera)

Davvero?  :o
Non ti chiedo dove, ma qui gli riderebbero appresso informandolo che manca ancora un po' a Carnevale :-)
Comunque ci voglio provare, domani chiedo una gonna-gonna a mia sorella, me la metto ed esco :D

ivalibri ha scritto: mi sto convertendo anch'io ai video 😁

Fai benissimo :D
Ci sono un sacco di video interessanti su Youtube :)


ivalibri ha scritto: (poi se ho tempo torno sopra di nuovo su questo punto perché è fondamentale per capire perché una parte del femminismo si oppone a questa concezione)

Questo sarebbe interessante.


ivalibri ha scritto: era uscito un articolo su Nature in cui le donne erano denominate "individui che mestruano"

Io mi sono limitato a uome :)

Re: Femminile e professioni

swetty ha scritto: Be', sì. In realtà non è così esigua, anzi, la maggior parte delle persone per una cosa o per l'altra non si riconoscono nel modello "femminile" o "maschile" al 100%, ma sono da qualche parte tra i due estremi.

Detta così, sembra che, se vado per strada a chiedere alla gente se si sente maschio o femmina, mi rispondono che non sanno che dire. Mmmm… non mi pare che sia così. Tutti (o quasi) sanno se sono maschi o femmine. E daje :-)

swetty ha scritto: Per dire, le divise delle professioni sanitarie si dividono per funzione, e ormai prevedono tutte o quasi pantaloni e t-shirt. Se poi ci si aggiungono mascherine e altri DPI è davvero arduo non dico distinguere un maschio da una femmina, ma manco riconoscere un parente stretto da un estraneo. E questo sta succedendo in tutte le professioni, che prevedano o no una divisa.

In questa situazione, creare linguisticamente una distinzione tra "medico" e "medica" equivale a stabilire che i medici maschi devono vestire d'azzurro e quelli femmina di rosa (o imporre che tutte le donne debbano andare in ufficio con la gonna o truccate o coi tacchi). Anche se non ci fosse bisogno di spiegare ai pazienti che sì, i medici vestiti di rosa curano come quelli vestiti di azzurro (e ce ne sarà, perché è radicato che vestito diverso => funzione diversa), perché si sente il bisogno di una riforma linguistica che va contro la direzione in cui va quella sociale?

Ho letto ma non condivido proprio tutto, perché sul lavoro va bene. Infermieri maschi e femmine è giusto che abbiano la stessa divisa poiché svolgono il medesimo lavoro. Medici maschi e femmine è giusto che portino il camice bianco allo stesso modo quando lavorano in corsia. Ecc… Però l'infermiere femmina io lo chiamo "Infremieeeeeeeeeraa" e quelle maschio "Infermieeeeeeeeeeeree". La divisa, in altre parole, non nasconde il genere biologico. Nasconde il corpo, questo sì.
Fuori dall'ospedale però io e mia sorella, se ci trovavamo in un negozio di abbigliamento, andavamo in reparti diversi ("reparto uomo" e "reparto donna"). Quando ci provavamo i vestiti, entravamo in due camerini diversi. I bagni? Beh, esistono quelli per uomini e quelli per donne: c'è pure il simbolo all'entrata. Se io, da uomo, sbagliavo e mi infilavo in quello per donne, apriti cielo! Una volta mi sono rinchiuso in un bagno sperando che non mi vedessero. E così sentivo le femmine, accanto, che parlavano di mutande: che alla festa della sera prima c'era un tipo "bono" e una si era tolta le mutande e l'altra no, e altre amenità del genere. No, per dire, le differenze di genere sono tante anche oggi e la società le ammette.
Hai mai visto uomini andare in giro in gonna? Io solo una volta a Monza, davanti a in locale dove organizzavano una serata a tema scozzese. Alcuni uomini di origine scozzese indossavano il tipico gonnellino, ma a parte quel caso, io mai ho visto uomini passeggiare con il gonnellino.

swetty ha scritto: O meglio: va risolto anche sul piano linguistico, ma in modo che sia coerente col piano sociale.

Va bene, ma bisogna tenere presente che in Italia ci sono troppe discriminazioni. Per esempio, pochi anni fa una signora veneta in un ospedale veneto, scoperto che l'infermiera che l'assisteva era siciliana, è andata dal direttore generale (tra l'altro anche lui siciliano, le è andata male ;-) ) a lamentarsi e a chiedere il cambio di infermiera: voleva un'infermiera femmina e veneta. Il direttore, dopo un lieve rimbrotto, obtorto collo, le assegnò una infermiera veneta. Dopo qualche giorno, la signora ritorna dal direttore a dire che rivoleva la siciliana, perché la veneta non sapeva lavorare, la siciliana, pur essendo siciliana, era molto meglio. Il direttore non fece il secondo cambio, le lasciò l'infermiera veneta e forse disse pure: "Signò, ccà 'un è ca stamu jucannu!" ("Non stiamo mica giocando qua").
Mi sa che la lingua c'entra poco, o almeno molto meno del sociale. Meglio sempre prima il sociale e poi il linguistico.

Come dicevi tu stessa, in questa situazione

Re: Femminile e professioni

ivalibri ha scritto: https://vitaminevaganti.com/2021/11/27/ ... -14uvKeZJA


Metto il link di un bell'articolo su donne e "professioni" insolite per loro nel medioevo. 
Bellissimo articolo. Ho faticato ad arrivare alla fine per via della lunghezza, ma pare che ce l'abbia fatta :-)

Metto un link pure io allora. In questo video compare la Vera (Gheno) che parla di scevà, inclusività e dintorni. Non sono d'accordo sulla questione delle persone non binarie (se ne parlava anche nel video postato da @Antaresù). La tesi di fondo è che introdurre in italiano lo scevà farebbe sentire a proprio agio le persone che non si riconoscono né nel maschile né nel femminile. Così includiamo pure questa esiguissima minoranza.
Bè, ma io l'altro ieri mi sentivo un crotalo, ieri una betulla e oggi un elefante (e, per favore, non vi azzardate ad accarezzarmi la proboscide, che sennò chiamo i Carramba ;-) ). Con lo scevà, da elefante non mi sento rappresentato. Dovete aggiungere la ü. Dovete dire tutti "ciao a tuttəü" :-)

Se c'è un problema sociale, va risolto sul piano sociale, non linguistico.

Tempo fa lavoravo in una comunità per schizofrenici. C'era una ragazza che si chiamava Luna. Una mattina arrivo e  la saluto "Ciao, Luna". Lei mi guarda male con il broncio e fa: "Chi è 'sta Luna? Io oggi mi sento Giovanna". E io: "Okay, scusa. Ciao, Giovanna". Mi sorride e risponde.
L'indomani arrivo e faccio: "Ciao, Giovanna" e lei: "Chi minchia è 'sta Giovanna? Io oggi mi sento Luciana". Io: "Ehm… ma ier… okay. Ciao, Luciana". E lei: :)
Ogni giorno cambiava identità, ma aveva una diagnosi di "schizofrenia disorganizzata". E che fa, non la includiamo?
Ma se uno non sa se è maschio o femmina dovrebbe consultare uno strizzacervelli e non pretendere che io, che non ho di questi problemi, infarcisca la lingua di nuovi simboli. Ho un metodo infallibile: basta guardarsi tra le gambe. Se c'è una vagina, allora è femmina. Se invece c'è un pene, allora è maschio. Non è difficile. Poi ognuno può sentirsi come vuole, certo, ma la lingua che c'entra? :-o
Allora do più ragione a Yasmina, laddove dice che ci siamo incartati perché, a un certo punto, i grammatici hanno preso a usare "maschile" e "femminile". Invece potremmo usare nomi neutri per il genere, come "gruppo 1", "gruppo 2" e "gruppo 3", indipendenti dal genere biologico. Anticamente il popolo romano mica usava parole per descrivere gli accordi. Non lo sapevano. Il popolo romano parlava e basta (ai tempi di Cicerone, forse erano due a saper scrivere). Poi alcuni hanno escogitato "maschile" e "femminile" e hanno appiccicato queste etichette.

Temo l'effetto "palla di neve". Hai presente una palla di neve che scivola verso il basso? Parte piccola e poi si ingrandisce. E se tutti si alzano la mattina chiedendo modifiche alla lingua?  ;-)
Poi non capisco una cosa. Com'è che devo includere chi si sente come vuole, ma non si deve includere me (netta maggioranza) che lo schwa non lo voglio? Loro sì e io no?  :bash:

Re: Femminile e professioni

Marcello ha scritto: Ma scherzerai! C'è e si pronuncia in lingua italiana, poi nelle lingue che parli tu non so...
Beh, il DOP mi dà ancora ragione: http://www.dizionario.rai.it/poplemma.a ... 196&r=4290
Comunque, ti ripeto, non è un problema. Una proposta passa solo se ottiene i 2/3 dei voti. Siccome la mia proposta non raggiunge quella soglia tra me e te, non passa e resta "coscienza", che fra l'altro è come ho sempre scritto, quindi non mi crea problemi ;-)
Mio cugino che è salernitano la pronuncia. Lo dice come fossero due parole: Cosci-enza. Però poi dice albùm e pulmànn 
:-P
Marcello ha scritto: Bo', torno a vedere il finale della sesta partita tra Carlsen-Nepomniachtchi!
Magari fanno 10 gol e ti diverti :-P
Antares ha scritto: Comunque anch'io non ho mai pronunciato la I di cieco...
Brava Antaresù ;-)
È proprio così. Ti rincuoro: hai sempre detto bene :-)

Antares ha scritto: Uhm, ma se c'è impostora perché non evasora?
Mettiamola, per me va bene :)

Re: Femminile e professioni

Marcello ha scritto:
Ma non è vero! La "i" si pronuncia, cosa stai dicendo?
La mia parola contro la tua :-)
Nell'italiano standard sovrarregionale non si pronuncia, e io su quello mi baso. Certo, poi esistono pronunce locali. Il DOP (Dizionario di Ortografia e Pronuncia) mi dà ragione: http://www.dizionario.rai.it/poplemma.a ... 251&r=1442

Non è fondamentale. Io propongo e, se la mia proposta non viene accettata, rimarrà cieco (con la I). No problem. Tanto l'orale, ossia la vera lingua, non cambia. Anche in "coscienza", tanto per fare un esempio, la I non si pronuncia. La mia proposta è di toglierla. Certo poi possiamo anche fare una cosa all'inglese, allontanando la scrittura dall'orale. Se i parlanti vogliono quello, allora andrà cosí. Parlare delle cose è sempre utile, lo scambio di idee è sempre salutare.
Ah, in inglese certe sequenze di suoni uguali si scrivono in modo diverso, oppure sequenze differenti si pronunciano nello stesso modo. Pensa a read e read :)
Ah-bis :-) L'inglese ha molte incongruenze foniche anche perché non ha mai subito riforme ortografiche.

In Italia una riforma ortografica non prenderebbe mai piede, lo so. Ma intanto io lo dico lo stesso :)

Re: Femminile e professioni

Marcello ha scritto: Sono due parole diverse, che si scrivono in modo diverso e si pronunciano in modo diverso: cosa c'è da riformare?

Il problema è proprio questo, che molte I in italiano non vengono pronunciate però vengono scritte. Io le toglierei, per esempio in parole come "sufficienza", dove "sufficienza" e "sufficenza" si pronunciano esattamente nello stesso modo. Anche "quando" e "cuando" si pronunciano nello stesso modo. Anche "scuola" e "squola" (dove devo ritornare, possibilmente in prima elementare :-P ).
Anche "cièco" e "cèco" (le parole incriminate) si pronunciano nello stesso modo (anche se dici che non è cosí). Allora toglierei la I che, tanto, non viene pronunciata. La lingua è quella parlata. In essa non ci sarebbe nessuna differenza e tu diresti sempre la stessa cosa. La lingua scritta è invece una convenzione tra i parlanti. Per dire, negli anni Trenta del secolo scorso, in Somalia hanno addirittura cambiato alfabeto: sono passati da quella arabo a quello latino.
Inoltre, in latino la parola era caecus. Dov'è la I?


ivalibri ha scritto: Ma tu cechi ciechi come lo scriveresti?

Non lo so, ci metteremo d'accordo :)
Anche per me portoghese-brasiliano e portoghese-portoghese sono la stessa lingua, e così vale per l'inglese americano e l'inglese britannico.


ivalibri ha scritto: Dai, è come se in Italia del nord scrivessimo quando e nel sud cuando. Scommetto che ti piacerebbe...😄

Scommetti male :-)
Io farei "cuando" dappertutto :)

Re: Femminile e professioni

ivalibri ha scritto: diverse riforme ortografiche,
Opinione mia: ci vorrebbe una riforma ortografica pure per l'italiano, almeno per evitare di incontrare a Praga cechi ciechi, cioè cittadini della Repubblica Ceca ipovedenti. Che poi uno ritorna in Italia e gli si intrecciano le dita a scriverlo. Però mi viene risposto che così voglio rovinare la lingua di Dante. Per me è proprio il contrario :-)
Quindi devo tornare sCUOla, QUAndo non ci voglio andare per motivi di coscenza e non voglio studiare le scenze, se ciò è sufficente. Certo che gli spagnoli scrivono e dicono "cuando" e non vedo gente che si strappa i capelli e va morendo per la strada.

Esempio:


ivalibri ha scritto: A questo punto, Dyskolos, anch'io sono curiosa sulla faccenda delle squale e attendo delucidazioni

Era nata come una provocazione scherzosa. Torniamo al latino per un attimo. Lí c'era "squalus" nel significato nostro, e anche in latino non c'era il femminile. Non conoscevano squale. Però in latino arcaico "squalus" era usato come aggettivo (significava "sporco") e il femminile singolare nominativo era "squala", quindi la parola, almeno nella fase arcaica, c'era.
Io però farei come i latini un po' più moderni, cioè senza "squala", in quanto non è possibile distinguere "clinicamente" le due versioni.


massimopud ha scritto: Mah, insomma, i dubbi restano, ma c'è della carne al fuoco su cui riflettere.
Infatti, come diceva swetty più su, la filologia è un casino. Almeno ci consoliamo mangiando un po' di carne alla brace :-)

Re: Femminile e professioni

Antares ha scritto: se l'hai salvato mandamelo pure
Lo cercherò :)
Però mi hai dato un assist clamoroso. In quel post paragonavo le femmine di Homo Sapiens (le cosiddette donne o uome, fai tu :-P ) alle femmine di altri animali, per esempio alle femmine di squalo. Adesso conio un termine per @Marcello; glielo dedico sperando che non gli venga un colpo: le femmine di squalo sono le squale, no? No, anzi, visto che c'è gallo --> gallina, possiamo fare squalo --> squalina. Oppure togliamo le alterazioni e facciamo gallo --> galla. Così abbiamo "uova di galla" e, quando vogliamo offendere una donna, non le diciamo più "gallina", ma "galla". Perdonami, maestro, ma non riuscivo a resistere ;-)



Antares ha scritto: Il video di Sgarbi invece oggi lo salto
Non sai che ti perdi :-) Lì Sgarbi dà alla criminologA Roberta Bruzzone della lumaca, oltre che capra. Azz… chiedo scusa, dovevo dire "al criminologO Roberta Bruzzone". Più tardi, quando vedrò la mia psicologA Nicoletta, la chiamerò psicologO :-)


Antares ha scritto: e davo per scontato che tutte le professioni di donne si declinassero al femminile

Beh, pensa a questo. Se Mario non paga le tasse, diciamo "Mario è un evasore fiscale". Se invece a non pagare le tasse è sua cugina Maria, io dico "Maria è un'evaditrice fiscale" (in questo caso c'è il duello tra evasora ed evaditrice :-) )
Mentre, se non mi riferisco a una persona in particolare, posso dire "In Italia l'evasore fiscale dovrebbe essere punito più severamente". Se invece, in un moto di antisessismo, dico "In Italia l'evaditrice fiscale dovrebbe essere punita più severamente", tutti pensano solo alle donne, mentre con "evasore" tutti pensano a uomini e donne. Difatti solo un cretino penserebbe che vada punito per evasione fiscale solo l'uomo :-)
Per questo il maschile sovraesteso (singolare o plurale) mi sta bene. Non inficia la comunicazione, invece il femminile sovraesteso la inficia, eccome! Almeno per gli italofoni, ma noi questo siamo :-)

Re: Femminile e professioni

Antares ha scritto: Non dire diskolate :P

Quasi impossibile :P


Antares ha scritto: Quelle donne probabilmente hanno vissuto in famiglie violente e quindi cercano lo stesso contesto una volta cresciute

Può essere :-)
Una volta feci una specie di ricerca ingenua tra le mie colleghe di università psicologhe, visto che in quella facoltà sono tutte propense a confidarsi. E poi io chiedo sempre un parere femminile :P
Così ti avevo scritto un post psicoanalitico lunghissimo, in cui tiravo in ballo persino lo zio Sigmund (Freud). Alla fine l'ho cancellato perché era troppo noioso (non volevo tediarti ;) ) e troppo OT (e se lo è per me… ;) ). Praticamente, secondo il parere femminile, quindi delle dirette interessate :) , tutto dipende dalla confusione tra violenza e forza. Poi aggiungi la sindrome di Stoccolma, cioè l'identificazione con l'aggressore violento --> aggressore forte. Poi mettici una spolverata di sindrome della crocerossina ("Lo cambierò, ghe pensi mi") e ottieni un bel dolcino :)


Antares ha scritto: Comunque a parte la discussione sul rispetto delle donne, che è interessantissima, alla fine 'sti femminili delle professioni (tipo "assessora", "ingegnera", "sindaca" ecc.) non violano nessuna regola, giusto? Va a discrezione dell'autore? La Crusca incoraggia a usarli, ma leggo che molti qui li trovano come delle "storpiature" della lingua, come certi anglicismi che magari sono in voga ma non fanno parte del dizionario, o sbaglio?

Non sbagli. Sono d'accordo con @iva. Io mi regolo così: uso il maschile quando parlo della carica, invece accordo la parola quando ci riferisce alla persona. Così per me va bene: "Chi è l'ex sindaco di Roma?" "Virginia Raggi", ma non direi "il sindaco di Roma si è sposato con un uomo generoso", in quanto qui ci si riferisce alla persona e non alla carica. Sennò uno potrebbe anche pensare che l'ex sindaco di Roma sia omosessuale. :) Allora dico "La sindaca di Roma si è sposata con un uomo generoso".


Marcello ha scritto: Fra quattro o cinque anni, quando la maggior parte delle persone diranno: ministra, maniscalca, correspondentessa, dirigenta e simili, lui sosterrà che è un obbrobrio, che così si violenta la nostra nobile lingua, che i nomi delle professioni devono rimanere tali e quali come sono nati, che anche Omero nell'Iliade... e Virgilio nelle Bucoliche... e poi il siciliano antico... e bla bla bla (cit. Greta Thunberg).
:hihi: 

:-P
:hihi:
Com'è bello partecipare a questo forum! Posso provocare a mio piacimento. Troppo divertente! :-)
Volevo aggiungere… okay, mi fermo qua, ahahah ;-)
Però fideiussora mi attira ;)
Silverwillow ha scritto: Altre non sono state così fortunate, ed è uno schifo che la vita di una donna si basi per lo più sul caso

È un obbrobrio, hai ragione. Io al tizio, dopo la sberla, gli avrei mollato un calcione… dove non batte il sole :-P


A proposito di provocazioni, beccatevi un video interessante del mio idolo incontrastato, il mio re, il re dei provocatori:

Re: Femminile e professioni

;-)

Cara @iva!
Ti do ragione e capisco le tue perplessità. Io sono iscritto al suo canale e ho visto tanti video. Lei utilizza un "sistema circolare". Praticamente dice una cosa in un video e poi la approfondisce in un altro. Probabilmente fa come altri divulgatori youtube, cioè risponde (spesso senza dichiararlo esplicitamente) alla sollecitazioni dei commentatori o degli utenti del sito (perché ha pure un suo sito). Seguo anche un canale che si occupa di storia romana (interessantissimo). Un mese fa un commento chiedeva (più o meno) "Ma nella Roma Antica esisteva la mafia? C'era l'equivalente di Totò Riina a Roma o nell'impero?". L'indomani il ragazzo divulgatore ha riposto facendo un video in cui esplicitamente trattava questo argomento. Estremamente interessante perché a scuola non ce lo insegnano, è quasi un tabù. Bella risposta :-)


P.S.: macché anziana, smettila :-)

Re: Femminile e professioni

ivalibri ha scritto: ho visto i video di Yasmina Pani, che non conoscevo. Purtroppo ho visto anche il video sulla sua posizione sul femminismo e l'ho trovato agghiacciante. Che tristezza poi leggere i commenti e le sue risposte.

A me di Yasmina piacciono soprattutto due cose.

Uno. Lei è sarda e io ho un legame sentimentale con la Sardegna. Vivano la Sardegna e le Sarde! :)
(Le Sarde non sono pesci piccoli ;-) )

Due. Mi piace il suo stile. È il classico tipo che o lo odi visceralmente o lo ami pazzamente. Non c'è via di mezzo.
Uno può anche non essere d'accordo con le cose che dice, certo, ma a me piace il suo non usare eufemismi o, più in generale, il suo non cercare di addolcire i concetti. Per esempio, in un video si rivolge alle donne chiamandole "portatrici sane di vagina". Ora, io mi chiedo "se lo dicesse un uomo?" :-P
Oppure fa un video sulle parolacce in cui parla dell'espressione "testa di c***o" e in cui benedice le vere teste di biiiip, quelle fisiche, reali, tangibili, senza le quali… che vita grama! :) :)

Re: Femminile e professioni

Ilaris ha scritto: Sì, @dyscolos, però la ragazza non stava su un autobus, stava lavorando in un ambiente maschilista per eccellenza, la capisco se si è arrabbiata e secondo me fa anche bene a querelare il maleducato.
Ciao, @Ilaris. Eravamo in una piazza. Lei era un mia collega di università. Nel mio corso il 92% degli allievi era rappresentato da donne. Avevamo molte più professore che prof. maschi. L'ambiente non era affatto maschilista, anzi! Eravamo a psicologia, e ti garantisco che quell'ambiente era (ed è) tutt'altro che maschilista. Lei mi cinse gli occhi da dietro, ma "chi sono?" lo aveva fatto dire a un uomo. Quando ti giri all'improvviso al buio, perché hai gli occhi coperti, non puoi controllare tutti i singoli muscoli del corpo. Io non l'ho toccata, ci sono solo andato vicino. Tant'è vero che poi è venuta da me a scusarsi perché lei stessa aveva riconosciuto che non era colpa mia; insomma, la quasi-toccatina gomito(mio) - seno(suo) non era un tentativo di toccarla, ma semplicemente divincolandomi dalla stretta e convinto che fosse un uomo, ci ero andato vicino. Ma evidentemente, come ammise la ragazza stessa, era troppo sensibile all'argomento avendo il seno grande e quindi costantemente "a rischio". Avrebbe fatto male a querelarmi. :)
E poi, per che cosa? Sarebbe stato un inutile processo alle intenzioni. :)
Non pare anche a te una esagerazione?

Ilaris ha scritto: Una pacca sul sedere

Purtroppo la gente poi ci ricama sopra e io, all'inizio, sarei stato additato per strada come il "porco" che palpeggia le donne per strada e, poi, il violentatore del villaggio.

Ilaris ha scritto: Sarà, ma quanti sottintesi maleducati e sessisti ci stanno dietro; il fatto che noi adulti (soprattutto le donne, ovvio) abbiamo vissuto certi  episodi  in tempi in cui non  facevano imbestialire significa solo che eravamo nate già assuefatte al lasciar correre. Non mi pare un gran vantaggio. Le ragazze di oggi fanno bene ad arrabbiarsi.

Hai ragione. Specifico meglio (come ho scritto) che io sono cresciuto con l'idea che "le donne non si sfiorano nemmeno con i petali di una rosa". Me lo diceva spesso mia nonna quando ero bambino. Quella è la mia etica a proposito. Fanno bene ad arrabbiarsi, certo, ma non con me :)
Noto che però gli uomini che maltrattano le donne si riproducono (con donne, eh). Quelli come me invece fanno fatica a riprodursi perché, soprattutto presso le stesse donne, passano per rammolliti o mezzi-uomini o uomini senza coraggio o cose del genere. Infatti spesso mi chiedo come mai le donne accettino di andare con uomini violenti, ma non con quelli senza coraggio come me (che poi di coraggio ne abbiamo di più). Banalmente, se le donne non la dessero agli uomini violenti, il problema forse sarebbe risolto. E invece… Denunciamo quelli come me! Evvai!

Re: Femminile e professioni

A questo punto, credo che possiamo sentire il parere di Yasmina Pani (una giovane linguista) su asterischi, schwa e introduzione di un terzo genere.


Silverwillow ha scritto: gio dic 02, 2021 12:46 amSe qualcuno mi molesta lo posso denunciare (o picchiare, un paio di schiaffoni li ho tirati  :rolleyes:  ).
;-)
Hai ragione sul concetto. D'accordo su tutto, ma mi sembra che a volte si esageri. Giorni fa, si parlava in TV si una giornalista toscana che era stata molestata da un tifoso. Non si fa e le cosa mi ha fatto arrabbiare. Si parlava di solidarietà da parte di tutti e va bene. Mia nonna mi ha insegnato che le donne non si sfiorano nemmeno con i petali di una rosa. Poi ho visto le immagini e ho esclamato: "Tutto 'sto casino per una cosa così piccola?". Daje. Se a me toccano il culo mica la faccio così grave. In discoteca una sera mi ha toccato il didietro un ragazzo gay. Mica l'ho denunciato. Non ci ho nemmeno pensato per un secondo. Sull'autobus quante donne mi hanno toccato il sederino!, e io mica le ho denunciate. Quando capita, al massimo scrollo le spalle e vado avanti.
Una volta una mia collega da dietro mi mise le mani sugli occhi e poi mi chiese: "Chi sono?" con la voce camuffata. Io cercai di divincolarmi, e nel farlo le sfiorai il seno con il gomito. Lei si inc***ò come un biscia perché, a detta sua, l'avevo palpeggiata. Io mi scusai per l'accaduto ma, le dissi, "mica ho gli occhi dietro la testa." Non l'avevo fatto apposta! Dopo un po' lei venne da me e si scusò a sua volta. "Ho il seno troppo grande" mi disse in lacrime "e mi capita spesso che me lo tocchino".
Meno male, sennò a quest'ora non sarei qua, ma forse rinchiuso da qualche parte ;-)

Re: Femminile e professioni

Marcello ha scritto: Quanto allo scevà non è una lettera ma un simbolo in uso nella fonologia e quindi, nonostante quarant'anni fa mi abbia fruttato la lode nell'esame di glottologia con il "venerabile" prof. Enrico Arcaini (venuto a mancare a gennaio di quest'anno a 93 anni), è anch'esso fuori contesto.
Complimenti per la lode! :)
Hai ragione. Pensa che l'ultimo libro di Massimo Polidoro (interessantissimo) si intitola "Pensa come unə scienziatə". Gli scevà sono addirittura enfatizzati nella grafica di copertina.  :o
Le case editrici come ragionano? Mah!

Re: Femminile e professioni

Fraudolente ha scritto:  
Adesso il mondo e l'Italia sono pieni di imbecilli che reputano il termine napoli un insulto. Anche gli imbecilli emettono dei suoni quando aprono la bocca, e la Treccani deve tenerne conto.
È cosí. I Treccaniani precisavano che napoli come insulto era usato soprattutto in Veneto.
Comunque volevo dirti che i vocabolari non sono sempre dotati di autorità. Infatti dopo le proteste napoletane la Treccani modificò la definizione del vocabolario addolcendola. Quella che leggi oggi è quella edulcorata. Per esempio, hanno tolto il riferimento al Veneto e sono passati a un più generico "Nord d'Italia": evidentemente si sono accorti che gli imbecilli non stanno solo in Veneto.
Una volta un utente chiese ai Treccaniani come mai sul vocabolario non c'era implotonare, ma inscatolare, incartare e simili c'erano. La Treccani (o quattro cani, non ricordo ;) ) rispose più o meno cosí: Grazie per la segnalazione. "Implotonare" è un verbo parasintetico corretto. Corriamo a inserirlo. E lo fecero. Poi qualcuno protestò contro implotonare e i Treccaniani lo tolsero (infatti oggi non c'è).

Fraudolente ha scritto: 2) A proposito di neologismi: https://www.treccani.it/vocabolario/neologismo/
Mi fai le pulci, ragazzaccio?

;) ;)

No, omaccione :-)
Sul sito della Treccani c'è una sezione dedicata ai neologismi. Proposta: perché non chiediamo lì se commissaria è un neologismo e quale origine ha?
Io gli ho già scritto due volte e mi hanno risposto. La seconda volta hanno pubblicato la mia domanda sul loro sito e si può leggere ancora. Infatti avevo scritto sul WD una frase e poi mi scrisse in privato un tipo insultandomi perché io mi vantavo e poi facevo errori da prima elementare. Dopo mesi di scambi in cui io dicevo "vedi che è giusto" e lui "No, è sbagliato, asino!", gli proposi di mandare la frase alla Treccani. La frase era "Oggi ho lavorato più di quanto non avessi lavorato ieri". La risposta della Treccani cominciava così "Corretta, senz'altro". Il tipo, per reazione, sparì dai messaggi privati, e sparì pure dal forum. Colpa mia se ho fatto perdere elementi al WD, chiedo scusa ;)

Fraudolente ha scritto: 3) A proposito di cacofonico: commissaria mi suona come un calcio negli stinchi.

4) A proposito di eufemismi: stinchi...

;) :) :) ;) Eheheh!
Sei proprio un napoli! ;)

massimopud ha scritto: Comunque alla fine queste cinque parole magiche sono l'unica certezza. 
Che le parole ci piacciano o meno, che vengano calate dall'alto o salgano dal basso o arrivino lateralmente, sarà l'uso o il non uso a decretarne il destino, e il loro "successo" ha una buona dose di imprevedibilità perché la lingua - come la scrittura - non è qualcosa di puramente logico, ma è una mescolanza di razionale e irrazionale, legata al momento storico, al benessere o malessere di un'epoca, al suo dinamismo o alla sua staticità, alla capacità d'influenza dei media, del cinema, dei libri (quest'ultima sempre meno, mi sa), etc.
È cosí. Alla fine l'uso comanda. Ti faccio un esempio.
Io mi occupo di sicilianistica (linguistica siciliana). Nonostante quanto generalmente si crede, il siciliano è più simile al vecchio latino rispetto all'italiano. Infatti è possibile trovare delle linee evolutive tra le vocali del latino e quelle del siciliano (con pochissime eccezioni). In italiano non è possibile: è molto più irregolare. Ora, in certe coniugazioni verbali si trovano alcune voci che non seguono rigidamente quelle linee evolutive. In altre parole, teoricamente non potrebbero essere accettate in quanto non appartengono al sistema della lingua. Tuttavia vengono accettate (con l'accetta ;) ) perché, appunto, si usano, malgrado non seguano le regole teoriche. La pratica (almeno in linguistica) vince sulla teoria 10-0 :)

Re: Femminile e professioni

Fraudolente ha scritto: Per risolverlo, basta la Treccani. Commissaria è un neologismo cacofonico, non contemplato e non di uso comune
Secondo me sbagli. 
1) I vocabolari moderni sono vocabolari d'uso, cioè registrano le forme quando sono stabili nella lingua. Se oggi una parola non c'è, magari fra due anni (giusto il tempo di stabilizzarsi) la troverai. Prova a cercare "napoli" sul vocabolario Treccani. Trovi questa definizione: Designazione e appellativo ingiurioso, usato talvolta per designare i napoletani o, più generalm., un meridionale immigrato nel Nord d’Italia.
Molti napoletani hanno protestato. Allora la Treccani, sul sito ufficiale, ha risposto (più o meno): Cari Napoletani, avete ragione, ma la parola "napoli" è comunemente usata nel Nord d'Italia con quella accezione e così, per quanto sia diffamatoria e noi non siamo d'accordo, l'abbiamo inserita nel vocabolario. L'uso vince su tutto.
2) Commissaria non è un neologismo.
3) Il "cacofonico" è questione di abitudine.

:)

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