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Re: Cosa pensi degli autori italiani che mettono titoli in inglese ai loro romanzi e ai loro racconti?

Marcello ha scritto: Ok @dyskolos la prossima volta pubblico il manoscritto completo, così puoi esaminarlo a tuo piacimento....

Mi sembrava ovvio dal contesto che mi riferivo a elementi non descritti in precedenza  :bandiera:


Oh, scusa. Più che altro era per capire se io sbaglio. Inoltre mi immedesimo in uno che passa di qui, per il quale è bene ribadire il concetto, anche se la cosa appare ovvia :)  

Che poi magari va in giro a dire "Su CdM dicono che frasi di quel genere non si devono scrivere mai", prendendo CdM come la Bibbia della Scrittura (o la Sacra Scrittura), cosa che può anche far piacere, eh, alla fine della fiera  :)

Re: Cosa pensi degli autori italiani che mettono titoli in inglese ai loro romanzi e ai loro racconti?

Marcello ha scritto:
Sapessi quanti me ne capitano...
Sì, però non lo capisco. La frase "incriminata" è "James salì in macchina e guidò fino a casa ; parcheggiò di fronte al cancello, scese ed entrò".
Ok, ma se uno ha scritto ventordici volte chi è James, altre ventordici volte come è fatta la macchina, altre ventordici volte come è fatta la casa, ecc… c'è bisogno di scriverlo ancora? E magari non è neppure importante per la storia. Insomma, dipende… O, come diceva un mio amico di origine tedesca, "diprende".
Diprende. Io non sarei così sicuro sui "riassuntini"; ci andrei piano. Appunto, diprende…  :tze:
Jarabe De Palo ci ha pure scritto una canzone di successo sul "diprende". Da che punto guardi il mondo todo diprende, diceva, mi pare :-)

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