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Re: E... il mercato estero?

@Antares Quindi utilizzando queste piattaforma ti bruci la possibilità di proporti agli agenti letterari, giusto?
Era proprio questo che temevo... non che io disdegni l'autopubblicazione in sé, ma trovo logico provare prima con l'editoria tradizionale; chiaro che se non si trova nessuno di interessato o solo CE non convincenti, meglio l'autopubblicazione che vincolarsi a fronte di un supporto reale quasi nullo.
Vedo che la tua esperienza con il mercato italiano è deprimente come ormai mi aspettavo...  :buhu:

Re: E... il mercato estero?

Ciao a tutti,
in realtà il mio progetto è già quello di partire a proporlo in Italia, cosa che ho iniziato a fare (come ho scritto sopra, se nessuno mi considerasse in Italia, lascerei perdere anche il discorso estero). A dire il vero, il mio piano originale era cercare di pubblicare in Italia e utilizzare quanto guadagnato per tradurre in inglese, ma da quello che ho letto qui e altrove, probabilmente il guadagno basterebbe sì e no a tradurre la sinossi!

Si tratta di un fantasy, che quindi in Italia vende pochissimo e peggio ancora se l'autore è italiano, e non credo patirebbe molto nella traduzione (soprattutto se io ho modo di metterci becco). Anzi alcune parti, nomi, espressioni, li ho pensati in inglese e ho dovuto adattarli all'italiano.
L'opera va tradotta solo quando è già immessa sul mercato, o quantomeno è già presa in carico da un'agenzia (ma a quel punto se ne occupano loro). ha scritto: L'opera va tradotta solo quando è già immessa sul mercato, o quantomeno è già presa in carico da un'agenzia (ma a quel punto se ne occupano loro).
Certo che con un agente alle spalle, di quelli che propongono al mercato estero, tutti i problemi sarebbero risolti. Ma già è difficile per un esordiente essere preso in considerazione da un agente qualsiasi, figurati da quelli con più contatti...

@Miss Ribston Credo tu abbia capito esattamente il mio punto. Sto cercando di studiarmi una strategia d'azione, una logica con cui muovermi, un piano A, un piano B e magari anche un piano Z. I presupposti sono che il fantasy è un genere di nicchia, soprattutto in Italia, che io non uso i social (a parte LinkedIn per lavoro), e che dovrei partire da zero su questo fronte.
Ho letto vari post in cui si parlava della promozione, del fatto che l'autore debba gestire o farsi gestire vari social, un lavoro che porta via un sacco di tempo e testa, puntando ad ampliare le vendite di qualche centinaia o magari decine di copie. Poi chiaramente la persona dopo tutta questa fatica e questo tempo (non so voi, ma io ho anche un lavoro), nel quale fra l'altro difficilmente è riuscito a scrivere altro, è distrutto e non ha voglia di ricominciare - per lo meno per me sarebbe così...
Il mio punto è, se si riesce a pubblicare in Italia, non conviene accontentarsi dei numeri ottenuti e investire in traduzione e social in inglese? Chiaramente sono influenzata dal fatto che il fantasy non è un genere popolare in Italia, e non è da me mettermi contro ai mulini a vento, quindi evito di pormi un obiettivo irraggiungibile e me ne pongo uno che, pur essendo difficile, almeno avrebbe una speranza di successo. 
Tu parli di agenti inglesi o americani? Quelli americani a quel che ho letto in giro chiedono di mandare solo 10 pagine o giù di lì nel testo della mail con sinossi e bio, ma probabilmente nemmeno le leggono, e immagino che nel miracoloso caso che qualcuno lo leggesse e fosse interessato al manoscritto, non gradirebbe sentirsi rispondere "Give me 3 months to translate it"  :facepalm:  

@Antares Non ho ben capito come funzionano queste piattaforme, più che altro credo che la piattaforma in sé prenda parte delle royalties ma soprattutto ti vincoli. Tu le conosci?

@Francesco Avella parlando di B2 o C1 mi riferivo al social media manager, non all'autore. Non credo che sarei in grado di scrivere in inglese, sono un B2 in lettura, ma sulla scrittura direi un B1 al massimo. 

Grazie a tutti per le vostre risposte!

 

E... il mercato estero?

Ciao a tutti!!!

In questo periodo sto inviando il mio primo romanzo a CE e agenti letterari e informandomi di conseguenza, leggendo forum, articoli, blog...
Più o meno ovunque emerge una situazione dell'editoria italiana abbastanza deprimente, pochi lettori, la stragrande maggioranza dei romanzi in vendita che sono traduzioni di autori esteri, e autori esordienti che riescono ad essere pubblicati sulla base di quanto sono conosciuti per il loro "vero" lavoro e/o le loro abilità a crearsi follower (probabilmente è solo questione di tempo prima che i mecontrote pubblichino il loro primo romanzo storico, altro che Il nome della rosa...)
Quindi anche gli esordienti di successo (che scrivono bene, che si impegnano nella promozione, che hanno trovato una buona CE che crede in loro, insomma quando tutte le stelle si allineano), arrivano a vendere tipo 1000 o 2000 copie perché è il mercato in sé ad essere piccolo.
Sono senz'altro intenzionata a provare a pubblicare in Italia, per capire se ho delle potenzialità; certo che se nessuno nessuno vorrà prendere in considerazione il mio romanzo, mi farò delle domande...
Il ragionamento che mi sono fatta, e che vorrei condividere con voi, è provare in un secondo momento a rivolgermi al mercato estero, in particolare anglosassone. C'è ovviamente il costo della traduzione da considerare, ma immagino che anche all'estero molte CE/agenti chiedano di valutare inizialmente le prime 30 pagine; penso che tradurre 30 pagine, magari in A5, non sia una spesa eccessiva. Se poi c'è interesse, si può valutare di tradurre anche il resto. E se si ritiene, perché no, usare i social per pubblicizzarsi, ma in inglese rivolgendosi al mercato internazionale.
Se si hanno dei soldi da spendere, forse meglio investire in questo piuttosto che in ads o promozioni rivolte solo al mercato italiano. 

@Francesco Avella trovo che i servizi che offri siamo molto interessanti, ti è capitato di offrirli anche in inglese e per il mercato estero? O conosci qualcuno che lo faccia? Non credo serva nemmeno un madrelingua, dal momento che si posta nei panni di uno scrittore italiano; certo non si può scrivere in inglese maccheronico, ma un B2 o un C1 potrebbero essere sufficienti

Che ne pensate? 
Qualcuno di voi ha già provato a rivolgersi al mercato estero?
Forse penso troppo in grande, lo ammetto, ma se la situazione in Italia è così stantia forse possiamo usare la stessa globalizzazione  (che gioca contro di noi in molti casi) come un'opportunità... in fondo si tratta di farsi scrivere una bella mail di presentazione in inglese corretto, farsi tradurre l'inizio del libro e la sinossi in inglese, mandare mail ad un po' di agenti e vedere come va...

Nel caso, avete da consigliare dei traduttori? Intendo madrelingua inglese che traducano dall'italiano all'inglese, perché nella sezione del forum ho visto solo traduttori verso l'italiano.

Ringrazio tutti per l'attenzione e per i post molto interessanti che ho trovato sul forum! :)

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