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Re: Senza disturbare nessuno

Ciao @Adel J. Pellitteri 
La prima cosa che mi ha colpito é che il personaggio principale é maschio. Nella mia fantasia la depressione é femmina, forse perché ne ho incontrate tante di donne. Anche la figura della madre, che, come spesso succede, spera di invogliare il figlio alla vita attraverso manicaretti, l'ho percepita come molto realistica: un misto di cecità selettiva e preoccupazione condita con un pizzico di ignoranza.
Leggo tutta la paura di vivere del ragazzo nella sua sciata lungo i metalli: fa finta, perché troppo terrorizzato dal farlo davvero, dal confrontarsi con la realtà. In fondo cosa c'è di più rassicurante di un utero fatto di cuscini e lenzuola, un utero che che si trasforma in prigione con l'aiuto del prigioniero convinto di aver trovato il paradiso.
La certezza del ragazzo che sia ora che la mamma si curi, é la ciliegina sulla torta, a mio avviso, perché se é vero che da una parte si protegge raccontandosi che i proprio comportamento é una normale scelta, é anche vero che spesso la depressione ha radici nella famiglia di provenienza.
Il tuo racconto é liscio e delicato come la seta grezza che alle volte nasconde nodi e asperità. Sembra un racconto semplice e breve, invece parla alla profondità del lettore. È un racconto che invita alla riflessione, al rispetto e all'attenzione riguardo a certi comportamenti che alle volte sembrano pigrizia, ma in realtà sono segnali gravi.

Piaciuto moltissimo.
Grazie

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