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Re: [Lab 1] Aurelia

Caro @Joyopi ,
Sulla questione della promessa hai perfettamente ragione. È tutta la situazione ad essere molto promettente, ma appunto vaga. 
La virata erotica poteva essere più decisa, sono d'accordo con te, perché Aurelia é carnale e il dottore molto esperto, però a metterci i dialoghi mi venivano scene tendenti al grottesco. Allora ho preferito rinunciare.
Andrò a guardare "cento vetrine" per capire quale cliché mi ha catturato e grazie delle gentili osservazioni e dei complimenti. 

Re: [Lab 1] Aurelia

@Nightafter  @L'illusoillusore 
Grazie dell'attenta lettura e dei consigli.
Noto con piacere che il taglio grossolano della rucola é superfluo per tutti e lo leverò senza ripensamenti.
Impererò ad asciugare le mie frasi e sono grata degli esempi pratici.
E mi fa piacere che la storia vi sia piaciuta.  :)

[Lab 1] Aurelia

«Oggi a pranzo mi é sembrato di magiare un fienile!» la sedia cigola sotto al disagio di Aurelia.
«Signora, sono cento grammi di rucola tagliata in maniera grossolana. Ci ha aggiunto i cento grammi di salmone affumicato e i sessanta grammi di pasta?» risponde il dottore nascosto a metà dalla scrivania.
«Ovvio dottore, e mi sono mangiata tutto. Per quanto il salmone fosse troppo salato e la rucola troppo piccante.» 
Le dita leggermente gonfie stringono la borsetta che sembra ancora più piccola appoggiata sulle cosce generose. Il dottore non può vedere le cuciture della gonna stressate dalla carne abbondante, ma Aurelia ne è consapevole.
«Signora Masnielli, qual è il problema? È appena il primo giorno di dieta.»
«Non penso di farcela con la colazione di domani. Mio marito non ha ancora finito la colomba, mio figlio si ingozza di biscotti al cioccolato e io mi devo accontentare di una tisana al finocchio e due biscotti integrali.»
Un lieve tremito attraversa le mani composte del dottore, come se la pazienza gli fosse uscita proprio dalla punta delle dita. Ma deve averne una bella scorta, lui; lei no. 
No, perché sembra che scalpiti su quella sedia scomoda. Tutta protesa in avanti,  forse solo per evitare un raggio di sole abbagliante, Aurelia è pronta a sferrare il suo attacco.
«Ma come la mettiamo se sgarro? Si arrabbierà?» dice con gli occhi dolci di una bambina che ha in mente una marachella.
«Allora, signora Masnielli, cerchiamo di tornare in noi. Per prima cosa la dieta è una sua libera scelta, lei mi paga affinché io gliela prescriva; quindi è libera di fare ciò che vuole. È lei che desidera perdere peso, anche se di fatto non soffre di alcuna forma di obesità. È lei che lo desidera, quindi è lei e solo lei che può arrabbiarsi. Dal mio punto di vista non sarebbe nemmeno necessario.»
Le parole dure si infrangono, o forse meglio, rimbalzano sul seno burroso che occhieggia dalla scollatura senza minimamente scalfire l’allure capricciosa di Aurelia. Anzi agita con decisione il ventaglio a sbaragliare non solo i primi caldi di maggio, ma anche l’eccesso di razionalità del dottor Pralessi, Gaultiero Pralessi per la precisione.
Il dottore cerca conforto giocherellando con una penna, lei incalza.
«Non per dire, ma non è nemmeno facile andare avanti, non sapendo quali rinunce mi aspettano la settimana prossima. Lei mi dà solo il menù di una settimana per volta e io vivo nella più assoluta incertezza.»
«Aurelia, mi permetta di chiamarla così, mi ascolti. Sono due anni che lei frequenta il mio studio e credo anche di averle dimostrato tutta la mia comprensione e aver rispettato tutte le sue esigenze. Lei insiste a voler perdere dieci chili, esattamente quei dieci chili che, a suo avviso, sono di troppo attorno ai suoi fianchi.»
«Esatto»
«Vorrei però che lei fosse consapevole del fatto che nessuna dieta al mondo va a colpire in un punto preciso, sarà un dimagrimento diffuso che andrà a colpire e scolpire ogni parte del suo corpo, a partire dal viso, il seno, il ventre fin giù alle cosce e ai polpacci. Certo se esegue la ginnastica mattutina che le ho consigliato, il girovita si assottiglierà in maniera più sensibile. Questo glielo posso assicurare.»
Ad ogni parola Aurelia sposta il peso da una natica all’altra. Non si vede a fare crunch, side plank, mountain climbers e chissà che altro ancora. Nei suoi sogni lei si immagina di essere una Marini, morbida, abbondante ma non troppo e sexy, tanto sexy. Suo marito invece ha in mente quelle silfidi che sembrano disegnate col righello.
«Dottor Gaultiero, se mi permette,» miagola con le labbra a formare un carnoso cuoricino, «cerchi di capire, io quegli esercizi non riesco proprio a farli prima di andare in ufficio.»
«Ma li faccia dopo, signora, sono efficaci comunque!»
«Il problema rimane lo stesso, non posso farli.»
«Insomma, signora, lei li deve fare. Se non riesce a farli bene all’inizio, non ha importanza, vedrà che giorno per giorno migliorerà sempre di più. Si faccia coraggio.»
Il dottore doppia la scrivania. In piedi di fianco a lei riprende in tono pacato.
«Lei sa, vero, che non è necessario che lei dimagrisca? I suoi esami del sangue e delle urine sono perfetti, il suo peso non è tale da influire in maniera sensibile su ossa e giunture. Semplicemente lei è una bellezza latina dalle forme morbide. Ci sono fior di modelle floride, fiere del loro aspetto.»
Il dottor Pralessi guarda dall’alto la sua paziente e gli pare che dei confini si stiano dissolvendo. Non che siano scomparsi del tutto, sono solo più vaghi, più curvilinei come a seguire le forme generose di Aurelia.
La schiena dritta e il capo basso, Aurelia, prima di alzarsi, ribatte coraggiosa.
«Le ho detto che io voglio perdere quei dieci maledetti chili, ma proprio non posso. Fare gli esercizi, intendo.»
In piedi Aurelia è leggermente più bassa del dottore e alle sue spalle sente come lui chiede a voce bassa: «Mi dica cosa glielo impedisce, che non riesco ad immaginarmelo.»
Ormai sono alla porta dello studio, certa della via di fuga, Aurelia sente di poter fare questa imbarazzante confidenza studiando i disegni del parquet.
«Mio marito, dottore, mio marito»
«Come sarebbe, suo marito?»
«Lui ride, ride tantissimo, ride a crepapelle, ride fino ad avere le lacrime agli occhi, ride perché gli sembro una balena spiaggiata e poi se ne va per lasciarmi la mia privacy.»
Il dottore richiude lo spiraglio di porta che aveva appena aperto.
Guarda Aurelia, morbida e invitante come un bignè. Gli torna in mente la melodia scanzonata di Rosalina. Preso da non si quale spiritello, in barba a tutte le regole dell’ordine, le solleva il doppio mento e delicato, come può essere solo un uomo paziente conquistato dalle debolezze, prima di baciarla, le sussurra: «Tu e tuo marito non capite proprio niente di bellezza e sex appeal.»
Aurelia cede al bacio, all’abbraccio e alle carezze lievi, aderisce soffice al camice di Gualtiero.
Il dottore e la paziente sono scomparsi lasciandosi alle spalle un uomo e una donna che forse hanno trovato un che di prezioso e clandestino.
«Tu non hai bisogno di una dieta, tu hai bisogno di amore.»
Fra Gualtiero e Aurelia non c’è spazio per altre parole.
Qualsiasi altra cosa si vogliano dire, la dicono pelle a pelle sul divano dello studio, testimone muto dell’inizio di un'altra storia.
 
Gualtiero rimira l’orecchino, prima di riporlo nella scatola dei trofei di tutte le sue pazienti. Nell’aria c’è ancora il profumo di sesso misto a Chanel N.5, che Aurelia si è lasciata alle spalle.
Ci ripensa. Chiude la scatola nell’armadio e lascia l’orecchino sulla propria scrivania.
Attraverso la cornetta sente il bip della segreteria telefonica: «Buona sera signora Masnielli, sono il dottor Pralessi, le ricordo il nostro appuntamento di domani 19 maggio alle 17.30. Mi avvisi qualora fosse impossibilitata, per cortesia.”
Restituirà l’orecchino domani, Gualtiero lo sa, questa volta non gli basta un souvenir.

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