La ricerca ha trovato 18 risultati

Torna a “[1]Campagna - Il mistero di La Fontaine”

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

<<Signori e signore, facciamo il punto della situazione. Ormai è chiaro che troppe anomalie stanno verificandosi in questa casa. Polveri dagli effetti allucinogeni. Una botola in cucina che porta a un sotterraneo. Costellazioni segnate su una lavagna. Un occhio marchiato sulla pelle. Le supreme scienze. Versi di animali. Nessuno che parla chiaramente. Il tutto che è collegato alla morte di La Fontaine. E noi continuiamo a brancolare nel buio: se non ci coordiniamo, non riusciremo a venire a capo di questa situazione. >>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Fortunatamente, Eleanor sta bene, non ci sono state conseguenze alla sua caduta. Tuttavia, rimane il fatto che quanto accadutole non è qualcosa di naturale. Adesso però c'è da scoprire quello che si nasconde oltre la botola.
Faccio per dirigermi verso di essa quando mi accorgo di una piccola porta nell'anticamera dello studio di Gabriel.
Mi volto verso Lula e le rivolgo la parola. <<I cani entrano mai in casa?>> chiedo indicando i segni di unghie sul legno della porta cercando di non usare un tono allarmistico.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Sento le parole di Edmund prima che svenga e subito qualcosa non mi torna. << Quello che sta dicendo quest'uomo non è corretto: noi non siamo sotto l'effetto delle polveri di cui parla, eppure abbiamo scorto delle cose che non tornano. Non è stata un'allucinazione aver visto qualcosa dietro il capanno degli attrezzi. Qui si sta cercando di nascondere la realtà: bisogna capire chi sta mentendo e qual è la verità che si annidia in questo posto.>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Stanno succedendo troppe cose tutte in una volta e sarebbero tutte da controllare: gli indizi che stiamo raccogliendo, l'ombra che ho visto dietro il capanno del giardino e ora anche latrati all'interno della villa.
Mi rivolgo alla domestica. <<Sarebbe il caso di andare a chiudere la porta e sbarrare le finestre del pianterreno: è meglio che nessuno esca da qui. E soprattutto che nessuno entri.>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Se non fosse per il terrore che ho visto sul volto del giardiniere, il risultato di quanto pronunciato dal poveretto sembrerebbe la scritta di qualche adolescente che chatta in rete su film horror. Invece questa è la realtà e ormai tutte le persone in questa stanza ci sono dentro fino al collo: in un modo o nell'altro dobbiamo risolvere questo mistero e far chiarezza su cosa ha portato a fare una simile fine a La Fontaine.
Chiudo il taccuino e osservo Napoleon che viene afferrato da una delle persone giunta alla villa assieme a me, stando a vedere come si evolve la situazione.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Droga per accrescere il quoziente intellettivo. Tentativi di sbarazzarsi di essa. Scienze supreme. Un manoscritto con sulla copertina un segno simile a quello che ha il giardiniere addosso. Sapevo che gli studi di La Fontaine erano particolari, ma la faccenda sta prendendo una piega sempre più scura.
<<Come si è procurato quella cosa che ha sul collo?>> chiedo al giardiniere.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

«Siete in pericolo, la villa non è sicura, ho udito io stesso strani rumori e risate maligne, credo provengano dal capanno degli attrezzi.»
Sono le parole pronunciate dal giardiniere una volta che si è ripreso; parla lentamente, il che è normale dopo quello che gli è capitato. Si tratta dello stesso monito di quando siamo arrivati: deve essere successo qualcosa di grosso perché ne sia così ossessionato. In più ora ci si mette anche il capanno degli attrezzi, dove ho scorto quell'ombra: occorrerà darci un'occhiata, ma non certo da solo.
Il giardiniere si alza e si avvia verso l'armadio, mentre un altro uomo, già presente nella stanza quando sono entrato, tenta di fermarlo. Amilcare lancia un monito ai due, sospettoso; colgo l'occhiata che mi lancia. Non ha tutti i torti ad agire così: le persone di questa villa si comportano in modo strano.
Mi affianco al giardiniere e gli parlo con calma. <<Dovrebbe riposarsi: non si è ancora ripreso ed è meglio che non faccia degli sforzi. Se ha bisogno di qualcosa dall'armadio, lo posso prendere io.>>
Da vicino vedo che ha sul collo qualcosa: sembra una bruciatura. Ma nessuna bruciatura naturale ha una forma simile a un occhio; sembra quasi un marchio. Non penso se lo sia fatto da solo; ritengo che qualcun altro glielo abbia fatto. Ma chi?

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Una volta sistemato il giardiniere sul tappeto indicato da Lula, mi guardo attorno. Una delle persone che era già dentro alla casa si è addormentata; quella che deve essere la segretaria entra nello studio di La Fontaine, la cui porta è stata scardinata.
Riporto l'attenzione sul giardiniere: Amilcare gli si è avvicinato e gli sta controllando le spalle. Poi si avvicina all'uomo addormentato e comincia a parlargli: starà cercando di raccogliere informazioni per cominciare a vederci qualcosa in questa situazione. Ed è quello che devo fare anche io.
Mi inginocchio accanto al giardiniere.  <<Come si sente? Riesce a parlare?>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Gli occhi del giardiniere si riaprono di scatto e con uno spasmo riprende a respirare. Sospendo il massaggio cardiaco e mi accerto che la respirazione non si arresti nuovamente. Non faccio a tempo a tirare un sospiro di sollievo che l'uomo solleva un indice in direzione della villa. Mi torna in mente il suo monito di fuggire da questo posto: le parole, la sua espressione, erano quelle di un uomo terrorizzato da qualcosa di sconvolgente.
Però l'indice puntato non è solo un monito, sta indicando qualcosa: con la coda dell'occhio scorgo un'ombra muoversi dietro il capanno degli attrezzi. Non mi sono sbagliato: lì dietro c'è nascosto qualcuno che ci sta spiando. Visto quello che sta succedendo, andare a controllare da solo è privo di buon senso; inoltre, non posso lasciare da solo il giardiniere che si è appena ripreso. E poi ci sarebbe da controllare anche la jeep, per capire che cosa ha fatto esplodere i vetri.
Il tempo decide per me, facendo cominciare a piovere. Mi porto dietro le spalle del giardiniere, infilo le braccia sotto le ascelle e incrocio le dita delle mani dietro il suo collo in modo da tenerglielo fermo; poi lo trascino dentro la casa. Forse non sarà contento di questa decisione, visto che voleva andarsene da qua, ma per il momento è più sicuro così. Inoltre, ci sono delle domande cui deve rispondere.
<<Aiutatemi a sistemarlo>> dico mentre entro nella villa. <<Là fuori c'è qualcun altro nascosto dietro il capanno degli attrezzi>> aggiungo in fretta.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Il fragore risuona ancora nelle mie orecchie mentre steso sul corpo del giardiniere vedo una pioggia di vetri cadere attorno a me sull'erba. Mi volto e vedo che i i finestrini della jeep sono esplosi: com'è stato possibile?
La donna che ha detto di chiamarsi Eleanor è riuscita a spostare il ramo caduto. I due uomini vicini a me sono stati colpiti da alcune schegge: perdono sangue ma le loro non sono ferite gravi, basterà una semplice medicazione, al massimo un paio di punti. Si avviano verso la casa, come ci è stato esortato di fare. Guardo il giardiniere: potrei trasportarlo dentro e farmi aiutare dagli altri, ma per ogni secondo che viene perduto i rischi di danno al cervello aumentano. La situazione qua fuori non mi piace per niente, ma non posso lasciarlo, non senza aver fatto tutto il possibile per lui.
Continuo con la rianimazione cardiopolmonare, sperando di riuscire a rianimarlo.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Spoiler
Prova per schivare: 79
Mai sentita una lingua del genere. Che possa essere...
Dopo l'ultima parola pronunciata vedo che il respiro del giardiniere si blocca e le labbra rimangono immobili. Esito dinanzi a quello che è appena accaduto: è morto. No, maledizione, no: non può andarsene così, ci sono delle risposte che ancora deve dare. Devo rianimarlo, forse c'è ancora una possibilità di salvarlo.
Sento qualcuno imprecare, ma devo restare concentrato. Mi appresto a posare le mani sullo sterno dell'uomo, pronto a fare il massaggio cardiaco.
L'istinto però mi fa gettare in avanti a terra non appena sento il botto. Che cosa sta succedendo?

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Il giardiniere non è morto: è privo di sensi. Ma non è una perdita avvenuta naturalmente, questo è sicuro: dopo quello che è appena successo, comincio a sospettare che ci sia qualcosa di più grosso di quello che immaginavo. Che cosa sei andato a scoprire, La Fontaine?
Accanto a me, uno degli uomini che è arrivato come me alla villa, quello di nazionalità italiana, sta sentendo il battito del giardiniere poggiandogli le dita sul collo per sincerarsi del suo stato. Quello che mi colpisce non sono tanto le sue pulsazioni, quanto le sue labbra che si muovono: non si tratta di un tremito, ma sta cercando di dire qualcosa.
Mi avvicino per cercare di sentire meglio. Questa non è la lingua corrente e neppure un'altra lingua contemporanea: sembrano dei versi recitati in un linguaggio antico, che non viene più usato da tempo.
Mi rivolgo all'uomo accanto a me. <<Li senti questi versi?>>

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

La domestica ci sta guidando sul retro della casa. Poi una serie d'eventi si concatenano uno dietro l'altro.
Un sibilo che proviene da dietro la jeep. Il giardiniere che inizia a delirare di ombra e di anima venduta prima di crollare al suolo come se qualcosa l'avesse colpito alle spalle. L'uomo vestito di nero, che si stava allontanando dalla jeep, dice qualcosa su due occhi che ha visto alla finestra della cucina; Amilcare lo afferra per un braccio asserendo che per il giardiniere non c'è più nulla da fare. Un forte vento si è alzato. Sulla porta del retro un sagrestano ci urla di stare lontano dalla jeep, dimora dello stesso male che permea la casa.
Ma che cosa sta succedendo?
Tutti paiono terrorizzati e sull'area pare essere calata un'atmosfera carica di minaccia: le cose sembrano degenerare alla svelta: è peggio di quanto credessi. Il buon senso mi suggerisce che la cosa più logica da fare sarebbe andarmene da qui, ma se lo facessi, non scoprirei nulla.
Guardo il giardiniere steso al suolo: forse è morto. Ma forse è vivo e può dare delle risposte. Di certo, se ancora c'è vita in lui, non può essere abbandonato.
Corro verso di lui per capire cosa gli è successo e trascinarlo via da dove si è accasciato.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Amilcare, l'uomo verso il quale il doberman si stava scagliando, ringrazia me e l'altro uomo per essere stati pronti ad aiutarlo. Sorrido, facendo cenno che non c'è bisogno di ringraziamenti. Lo sguardo mi cade sul foglio che il giardiniere gli ha dato: non riesco a leggere cosa c'è scritto, ma dall'espressione di Amilcare c'è qualcosa che lo turba.
Come è evidente il turbamento del giardiniere: è troppo agitato. O nasconde qualcosa o ha visto qualcosa che lo ha spaventato. Tutta questa fretta di andarsene mi insospettisce.
La domestica, conoscente di Amilcare, è sconvolta: dalle sue parole sembra che nella jeep ci sia un neonato. E il giardiniere vuole che stiamo lontano dal vecchio mezzo. Il comportamento è sospetto. Direi anche qualcosa di più: ci sono diverse cose da chiarire e lui può avere delle risposte.
"Qualsiasi cosa di strano notiate, fuggite anche voi" ha detto.
No, non può andarsene così alla svelta. Mi sposto, tagliandogli la strada vedendo che spintona via i due che ho davanti.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Non mi sorprende che chi siano altre persone oltre a me: trattandosi di La Fontaine, mi sembra un qualcosa di normale. Quello che invece mi sembra poco normale è che siamo arrivati a pochi minuti l'uno dall'altro, come se ci fossimo dati appuntamento o dovessimo partecipare a concorso di selezione per un posto di lavoro.
Un verso mi distrae dai miei pensieri, ma non ho tempo di guardare da dove arrivi perché nello stesso momento la cancellata lancia un fastidioso scricchilio: un uomo incappucciato indica a uno degli altri arrivati di entrare dal retro. Assieme a lui ci sono tre dobermann. Anche se mi piacciono i cani, verso questa razza sono sempre stato diffidente; forse è il loro apparire sempre sul chi va là, pronti a scattare a ogni movimento, a farmi stare attento nei loro riguardi. Questi tre poi mi sembrano estremamente nervosi ed eccitati.
Uno degli uomini arrivati prima di me si dirige verso la jeep arrugginita. Faccio per seguirlo con lo sguardo quando uno dei dobermann sfugge al controllo e si lancia contro l'uomo sulla sessantina che era presente assieme a quello vestito di nero quando sono arrivato.
<< Sits! A terra!>> sento intimare all'uomo.
Ma quando un cane è in questo stato di eccitazione, può accadere che non obbedisca, neppure al comando del suo padrone.
Velocemente mi tolgo la giacca, pronto a gettarla sul muso del cane qualora non si fermasse.

Re: [1]Campagna - Il mistero di La Fontaine

Il marciapiede è pieno di pozzanghere: per tutta la notte la pioggia non ha fatto che scendere. Una pioggia battente, a tratti quasi violenta, che si è abbattuta sugli edifici come se avesse voluto trafiggerli. Seduto sul bordo del letto, ho passato una nottata insonne, osservando le nubi all'orizzonte ammassarsi ancora più cupe nel cielo, giganti pronti a scatenare tutta la loro furia sugli uomini. L'addetto alla reception, con fare ammiccante, mi aveva detto che se avevo bisogno di compagnia poteva procurarmi una ragazza, bastava che lo avvisassi. Ma chi è che pensa al sesso quando si deve avere a che fare con la morte?
All'alba mi sono fatto la barba e poi sono sceso in strada, incamminandomi lungo la via illuminata dai lampioni. Non pioveva quasi più, ma era scesa una densa nebbia, che rendeva cupo e deprimente il paesaggio circostante. Alla fermata ho preso l'autobus che mi avrebbe portato alla villa di La Fontaine. Per tutto il tragitto non ho fatto altro che riflettere su come, secondo alcune credenze antiche, la nebbia fosse un portale per altri mondi. Che coincidenza che mi ritrovi a pensare a ciò quando proprio gli studi di La Fontaine si basassero sul trovare un passaggio per un pianeta simile al nostro.
Un anziano due posti davanti a me prenota la fermata. La mia stessa fermata. Quando l'autobus sta per fermarsi mi alzo in piedi e aspetto che l'uomo scenda prima di seguirlo. Per una cinquantina di metri facciamo lo stesso tratto di strada, poi lui svolta a sinistra, diretto ai suoi affari; spero siano migliori dei miei.
Dopo dieci minuti comincio a sentire un latrare di cani. Svolto l'angolo e attraverso la recinzione scorgo la villa con annesso sul retro l'osservatorio: destinazione raggiunta. Ma non sono il primo ad arrivare: due uomini se ne stanno davanti al cancello. Uno sta fumando mentre gironzola davanti al cancello, l'altro se ne sta fermo. Mi sistemo il berretto sulla testa, alzo il bavero della giacca e mi avvicino a loro.
 

Torna a “[1]Campagna - Il mistero di La Fontaine”