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Re: Poseidone e il cavalluccio marino

bwv582 ha scritto: L’aurora dai capelli rosa li osserva, anch’ella incuriosita dal gran daffare dei mortali.
"capelli rosa" non mi convince, userei "dalla rosea chioma". Metterei "anch'essa" al posto di "anch'ella".
bwv582 ha scritto:
La rete si sposta con la barca, gratta i fondali, ma emergono solo granchi e sparuti pesciolini. Il pescatore pensa che ci sia materiale per una buona zuppa, ma nulla da ricordare o da esporre per suscitare la meraviglia degli altri isolani.
È tardi, all’uomo resta solo da ritrarre la rete un’ultima volta per poi ripiegarla e tornare a casa. La meraviglia si palesa sul volto quando nota un cavalluccio marino impigliato tra le maglie.
  al posto del secondo "meraviglia" metterei "sorpresa".

Il cambio del punto di vista che passa dall'osservatore a quello del cavalluccio marino spiazza un poco: cercherei di trovare un modo per fare diversamente. Per esempio, farei uno stacco: dopo che il collezionista lo rovescia, metterei che l'uomo torna a casa sentendosi sfortuna per la sua perdita. Lascerei uno spazio tra i due paragrafi e lì comincerei con il punto di vista del cavalluccio.
bwv582 ha scritto:
«Il sangue richiama altro sangue e vendicarti ti pone su un piano inferiore rispetto al pescatore...»
«No, grande re! Mi ascolti! Anche lei si ha promesso vendetta agli achei dai lunghi capelli, la prego solo di vendicarmi contro quel subdolo pescatore!»
«La vendetta ti sazierà di dolore altrui ma non ti darà soddisfazione. Ti porterà a perdere il controllo e inebriarti della vendetta stessa, fino a restare orrendi simulacri che si nutrono di sangue e rancore».
Ma vuoi per l’accorato appello della creatura marina, vuoi per l’insistenza nella richiesta, alla fine viene accontentato. Il disappunto che si legge sul viso di Poseidone è dovuto al desiderio del cavalluccio e al rammarico di averlo esortato a chiedere. Rassegnato, afferra a due mani il tridente e, con un movimento circolare, crea un onda alta più di due metri che si schianta con fragore nel punto dove si trova la creatura.
Asciugherei il discorso sulla vendetta: sa un po' tanto di lezione.
Inoltre, il punto di vista ritorna esterno e fa cambiare di nuovo la narrazione: sconvolge un poco il ritmo.
bwv582 ha scritto: «Vorrei illuminarti l’anima... nel blu dei giorni tuoi più fragili, io ci sarò... come una musica... come domenica...»
Piccola osservazione: i cavallucci marini conoscono i giorni della settimana? Questa dovrebbe essere solo una cosa degli esseri umani, non degli animali.
bwv582 ha scritto: Una sirena toglie la mano dal corpo di Aristone
una mano, a meno che l'altra non l'avesse già persa.
bwv582 ha scritto: «Vieni con noi...» esce dalla bocca sdentata dell’essere.
escono le fredde parole dalla...
bwv582 ha scritto: «La nebbia agli irti colli / piovigginando sale / e sotto il maestrale / urla e biancheggia il mare!»
sinceramente, la pioggia agli irti colli stona in questo contesto mitologico.
bwv582 ha scritto:
«Gli dei danno, gli dei tolgono, ma i mortali decidono delle proprie azioni».
Con quella sentenza, Poseidone torna nel proprio regno.
Questo finale, a mio avviso, rompe ciò che eri riuscito a creare in precedenza. Se proprio vuoi usare di nuovo Poseidone, puoi mettere che osserva la scena in lontananza, che sospira o scuote la testa, ma senza dire nulla: alle volte non servono parole perché già le azioni dicono tutto.

Il racconto l'ho apprezzato, visto che mi piace la mitologia greca.  Il brano ingrana e procede bene dopo che il cavalluccio incontra le sirene e s'incontra con loro; prima le cose non funzionano così bene, colpa anche di un punto di vista non sempre lo stesso. Se sistemi la prima parte, sei a posto.
Il cavalluccio lo trovo ben caratterizzato e così anche le sirene (divertente l'occhiataccia che rivolgono al protagonista quando non riesce a fare la rima :P ). Darei qualche pennellata in più per caratterizzare meglio Poseidone.

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