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Re: Cosa succede?

theripper ha scritto:
«Dì che ti chiami Dana»
«Certo amore, come preferisce. Posso essere chi vuoi.»
Il racconto descrive la crisi di un matrimonio tra un uomo e una donna. Sono entrambi infedeli, ma risalta la differenza tra i tradimenti, quello del marito materializza la necessità di una “surroga” di quello che era il suo rapporto con la moglie, quello della moglie è una fuga da quello che il rapporto è diventato.
Il marito chiama l’amante, una prostituta, con il nome della moglie. Questo dettaglio rivela la profonda insoddisfazione del marito, che cerca di ricreare con un’altra donna quello che ha perso con la sua sposa.
È diversa anche la percezione che i protagonisti hanno del tradimento, se lui è, in un certo qual modo, consapevole della propria colpa, la donna vive il tradimento con una strafottenza e una certa arroganza.

Ti focalizzi su alcuni elementi simbolici, come la pistola e gli orecchini. I dialoghi mostrano il contrasto tra le domande provocatorie del marito e le risposte sprezzanti della moglie. Il tono è drammatico e amaro.
theripper ha scritto:
«Sì, lui a differenza tua sa cosa mi piace.»
Volevo alzarmi dal tavolo e baciarla strappandole via quell’indifferenza che ora la animava quando mi guardava. Non ti permetterò mai di andare da lui, ti amo Dana. Anche se sei una lurida puttana ormai sei una parte di me. Ripensai agli anni trascorsi assieme e a tutto il bene che ci eravamo voluti. Non sapevo come fossimo arrivati a tutto ciò. Non potevo resistere a lungo.
«Domani sera ti fermi in ufficio con Tim o vieni a cena dai miei?»
«Penso proprio che mi fermerò in ufficio fino a tardi.»

La moglie è fredda, distante e indifferente, e conferma le accuse del marito con sarcasmo e disprezzo. Entrambi sono incapaci di comunicare, di affrontare i loro problemi e superare, almeno in parte, il dramma che li ha colpito.
Il linguaggio è colloquiale, il ritmo è veloce, scandito da frasi brevi e incisive.

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Nel racconto è chiaro il tentativo di esplorare l'interiorità dei personaggi, non ti limiti a rappresentare gli eventi ma ti concentri sui loro stai d'animo.[/font]
È chiaro lo sforzo di "mostrare" gli stati d'animo dei personaggi attraverso i gesti che essi compiono, ma non risultano ben calibrati. In alcuni casi sono eccessivamente caricati (vedi il calcio alla scrivania talmente forte da fare cadere tutto), in altri sono deboli, al punto che anche tu hai ritenuto opportuno inserire in corsivo i pensieri del protagonista (espediente narrativo che non amo).
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Insomma, se le intenzioni sono quelle giuste, i risultati mi sembrano riusciti a metà, credo per mancanza di esperienza (non che io sia un esperto, anzi). [/font]

Nel comportamento di entrambi c'è una doppia motivazione: una profonda, legata alla perdita del figlio, e una superficiale. La motivazione superficiale del marito è legata alla "nostalgia" del rapporto con la moglie, e ci può stare. La motivazione superficiale della moglie non è, secondo me, plausibile. Si parla di aumento di stipendio. Già di suo è una motivazione un po' inflazionata, ma, nel caso specifico, credo sia addirittura sbagliata. Una famiglia ricca, che ha persone alle proprie dipendenze, non agisce per un "aumento". Già modificare il termine, parlando di "incarico" renderebbe più accettabile la cosa.


A rileggerti.

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